Santa GEMMA GALGANI
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Realizzazione 
Angelo Masciello

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La passione per Gesù crocifisso
 (testimonianza di padre Germano)

"La passione del cuore di Gemma fu sempre quella di assomigliare a Gesù. E poiché il Figlio di Dio si presentò al mondo sotto la forma del dolore, ella non volle saper di altro: Iesum et hunc crucifixum. Gli stessi misteri delle grandezze che la fede ci mostra nel Salvatore, pareva che poco la commovessero. "Ah! il mio diletto - doveva dire con la sposa dei Cantici -  è per me un fascetto di mirra; non vo' vedere altro in lui, dacché egli non ha voluto altro prendere per se. Vada a contemplarlo sul Tabor chi vuole; io lo contemplerò sul Calvario in compagnia della cara Mamma mia addolorata". Anche delle varie immagini del Signore poco si mostrava desiderosa; ed infatti non volle mai averne per sua devozione, tranne quelle che glielo rappresentavano crocifisso. "Mamma, l'abbiamo udita dire da piccina alla sua buona genitrice, mi parli altro poco di Gesù". E alle maestre durante gli esercizi per la prima sua Comunione e a scuola, l'abbiamo udita chiedere spiegazioni sui misteri dolorosi di Gesù. E a questa spiegazione abbiam veduta la santa fanciulla intenerirsi tanto, che per timore di vederla svenire ed infermarsi, quelle buone religiose dovettero smettere il pio esercizio.

Questa smania venne sempre crescendo, finché non ebbe operato una perfetta trasformazione della pia verginella in Gesù crocifisso. Come a rinfocolare in quella tenera anima tali sentimenti, talvolta le si faceva vedere il Salvatore divino grondante sangue, e la stimolava con quelle sue piaghe aperte ad amare e a soffrire per lui. La grazia con somiglianti visioni e locuzioni la disponeva a cose grandi, e la conduceva come per mano con singolarissima provvidenza, affin di renderla capace di accoglierle in sé. Come poi fu uscita dalle Salesiane, un voce misteriosa le intonava all'orecchio le seguenti parole: "Su via, fatti animo, dimentica tutto, abbandonati a lui senza riserva. Amalo tanto Gesù, non opporre mai nessun ostacolo ai suoi disegni, e vedrai in poco tempo quanta strada ti farà fare, senza che tu mai te ne avveda. Non temere di niente; poiché il Cuor di Gesù è il trono della misericordia, ove i miserabili sono i meglio accolti". [Scritti vari, p. 290].

Altra volta che la Serva di Dio, trovandosi dinanzi ad un'immagine del S. Cuore, esclama: "O Gesù mio, vi vorrei amare tanto tanto; ma non so fare", la solita voce le dice: "Vuoi sempre amare Gesù? Non cessare mai un momento di soffrire per lui. La croce è il trono dei veri amanti di Gesù; la croce è il patrimonio degli eletti in questa vita" [l.c.]. Ma più chiaramente un giorno, tornata a casa dopo la santa Comunione, sente dire dalla attesa voce: "Gemma, coraggio! Ti aspetto al Calvario: è verso quel monte che sei diretta" [l.c., p. 287].

A questo nobile convegno erano stati da Dio indirizzati e quelle contrarietà molteplici, e quegli atroci dolori, e quel lungo ritiro di esercizi spirituali in monastero, e quella straordinaria contrizione dei propri peccati, e quella confessione generale fatta con sì copiose lacrime, di cui abbiamo dinanzi tenuto parola; e dirò ancora quell'ostinato diniego delle monache, perché non entrasse in noviziato; tutte in una parola quelle grazie straordinarie da Dio a Gemma concesse dal dì della sua prodigiosa guarigione fin ad oggi. E tu dunque levati ormai, fortunata vergine, Gesù stesso t'invita. La grazia ha compiuto l'opera sua; l'anima tua è purificata abbastanza; e l'ora si avvicina, che comprenderai appieno la tua vocazione. Lèvati, e lasciati trasformare nel tuo sposo crocifisso."

Esperienza mistica

Fin dalla sua prima formazione, Gemma è attratta dalla meditazione della passione di Gesù ed avverte profondamente la chiamata ad unirsi ad essa divenendo religiosa. Il suo confessore, mons. Giovanni Volpi, vescovo ausiliare di Lucca, le concede il voto di castità nel 1896, ma, quando si trova di fronte alle sue straordinarie esperienze mistiche, si mostra nei suoi confronti riservatissimo, accettando però, dal 1900, che lo affianchi come direttore spirituale padre Germano Ruoppolo, passionista, al quale Gesù stesso ha indirizzato Gemma.

In effetti, nella settimana santa del 1899 iniziano grandi fenomeni mistici; maggiore di tutti quello delle stimmate (8 giugno 1899), che si ripeterà poi ogni settimana, dalla sera del giovedì al pomeriggio del venerdì. Questo fenomeno e gli altri, con cui Gemma partecipa alla passione, fino all'effusione del sangue, sono constatati e testimoniati da molte persone. Vi si aggiungono moltissime apparizioni della Vergine, dell' angelo custode, di s. Paolo della Croce e di s. Gabriele dell'Addolorata. Memorabili poi le vessazioni che deve subire dal diavolo. Gemma stessa, per obbedienza, stende il racconto autobiografico di questo periodo; ci rimangono anche le trascrizioni di quanto la santa dice ad alta voce durante le frequentissime estasi. Altro documento prezioso sono le molte lettere scritte da lei, specialmente al padre Germano.

I severissimi processi canonici di beatificazione pongono in evidenza l'umiltà e la semplicità d'animo di Gemma, il cui perfetto equilibrio mentale e spirituale resta esemplare. Nella Bolla di canonizzazione sono esplicitamente ricordate le stimmate e le estasi: vi si afferma che tutto mostra in lei realizzata la parola dell'apostolo: " Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me " (Gal 2,20).

La " povera Gemma" (così ella si firmava) viene giustamente considerata modello d'una esperienza mistica che in lei è senza dubbio straordinaria, ma è destinata a mostrare quanto siano decisive le virtù della semplicità e dell'umiltà nel perseguire la conformità al Crocifisso, insostituibile paradigma d'ogni santità. Il desiderio di nascondimento (che Gemma cerca di accentuare, aspirando, senza riuscirvi, a divenire claustrale passionista) è in funzione di quanto il Signore le chiede: essere vittima espiatrice del peccato del mondo e, più ancora, sostenere, con il suo esempio e la sua intercessione, tante creature, come lei " espropriate " di ogni cosa da un cumulo di disgrazie e disavventure, ed emarginate socialmente. Studiosi e pastori concordano nel considerare attuale il messaggio con cui Gemma rimanda alla croce di Gesù, ricordando, con la sua esperienza straordinaria, che il Vangelo non può essere vissuto " sul serio " senza inoltrarsi anche, secondo le vie provvidenziali in cui ciascuno è condotto dallo Spirito, in una storia di sofferenza, trasfigurata però dalla vissuta condivisione della passione. Il " Vangelo della sofferenza " è l'unico che consente di mantenere la luce della speranza su un mondo che altrimenti sembra irrecuperabile, tra le false luci delle fortune terrestri e il buio disperato in cui affonda la maggior parte dell'umanità diseredata. Questa umanità è chiamata a prendere parte alla gloria del Risorto, quindi, a vita nuova solo passando attraverso la sofferenza redentrice. Di qui l'alto insegnamento di Gemma circa il valore mistico della sofferenza.

Specialissimo, inoltre, è stato l'amore di Gemma verso la Madonna Addolorata.