Santa GEMMA GALGANI
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Angelo Masciello

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Anni di continue sofferenze

Il 26 maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro, l'arcivescovo di Lucca somministra la Cresima a Gemma. Durante la messa, secondo il suo stesso racconto, Gemma udì una voce. "Ad un tratto udii una voce nel cuore che mi disse: Mi vuoi dare a me la mamma? Me la dai volentieri? Ed io fui costretta a rispondere di sì". Mamma Aurelia muore infatti nel settembre dell'anno successivo. La piccola Gemma entra precocemente nella scuola del dolore. Un altro grande dolore fu per la giovane la morte del fratello Gino, seminarista, avvenuta nel 1894, ad appena 18 anni.

A partire dal 1895 Gemma riceve varie ispirazioni a seguire con più impegno e decisione la via della croce, itinerario di ogni autentico discepolo di Cristo. "In me sentivo crescere una brama di amare tanto Gesù crocifisso, e insieme a questo una brama di patire e aiutare Gesù nei suoi dolori". Per la prima volta le appare un angelo, che in seguito riconosce come il suo angelo custode, e le ricorda quali sono i veri gioielli "che abbellano una sposa del Re crocifisso": le spine e la croce.

Dopo la morte del padre Enrico, l'11 novembre 1897, le tristi condizioni della famiglia, la portano ad un trasferimento dalla casa di Via S. Giorgio a quella di Via del Biscione 13 (oggi Via S. Gemma 23). in questo periodo Gemma è presso la zia di Camaiore che l'aveva voluta con sé dopo la morte del padre. Nell'autunno 1898 Gemma si ammala gravemente e ritorna in famiglia. I mesi invernali segnano grandi sofferenze per tutti: le ristrettezze economiche si fanno sentire penosamente, e la famiglia è numerosa: oltre alle due zie Elisa ed Elena, vi sono i fratelli di Gemma, Guido, Ettore e Tonino, e le sorelle Angelina e Giulietta. Guido, il maggiore, studia a Pisa e, dopo la laurea in farmacia, cerca di aiutare la famiglia lavorando presso l'ospedale di Lucca. Anche Tonino studia a Pisa con sacrificio di tutti. E' in questo tempo che Gemma, ammalata, legge la biografia di san (allora venerabile) Gabriele dell'Addolorata , giovane passionista, che le appare per confortarla. La sera del 8 dicembre, festa dell'Immacolata, Gemma fa voto di verginità, e nella notte seguente san Gabriele le appare e la chiama "sorella mia", porgendole a baciare il "segno" dei religiosi passionisti e posandoglielo sul petto.

Nel gennaio 1899, la malattia di Gemma si aggrava: è osteite delle vertebre lombari, con ascesso agli inguini e paralisi alle gambe. A nulla giovano due bottoni di fuoco applicati, secondo la terapia del tempo, ai reni. Il 28 gennaio si manifesta anche un'otite purulenta con partecipazione della mastoide. In questi giorni, Guido si trasferisce a Bagni di San Giuliano dove ha ottenuto una farmacia. Oltre a san Gabriele, anche l'angelo custode conforta Gemma e l'ammonisce: "Se Gesù ti affligge nel corpo, lo fa per sempre più purificarti nello spirito". Ma anche il demonio le si avvicina per affliggerla con tentazioni. Gemma ne esce vittoriosa invocando l'aiuto di san Gabriele che ella considera ormai come fratello spirituale. Il 2 febbraio l'ammalata è gravissima e i medici avvertono che non passerà la notte. Ma Gemma non muore e i giorni scorrono tra indicibili sofferenze fino al 3 marzo, giorno della guarigione miracolosa. E' il primo venerdì del mese, e la giovane ha terminato una novena in onore di santa (allora beata) Margherita Maria Alacoque . Racconta: "Feci la Comunione. Che momenti felici passai con Gesù! Mi ripeteva: Gemma, vuoi guarire?. La commozione fu tanto che non potevo rispondere. Povero Gesù! La grazia era fatta, ero guarita". Il 23 dello stesso mese, tornato a casa dopo aver ricevuto l'Eucaristia, sente dire da san Gabriele: "Gemma, coraggio! Ti aspetto al Calvario: è verso quel monte che sei diretta".

Il 30 marzo è il Giovedì Santo; Gemma è in preghiera, compie l'Ora Santa in unione a Gesù nell'Orto degli Ulivi, e Gesù a un tratto le appare, tutto ferite e sangue. "Le piaghe di Gesù rimasero sì bene nella mia mente che non si sono più cancellate".

Nell'aprile seguente, un giorno, preoccupata di non sapere amare Gesù, Gemma si trova nuovamente davanti al Crocifisso e ne ascolta parole di amore: "Guarda, figlia, e impara come si ama" e mi mostrò le sue cinque piaghe aperte. "Vedi questa croce, queste spine, questo sangue? Sono tutte opere di amore, e di amore infinito. Vedi fino a qual segno io ti ho amato? Mi vuoi amare davvero? Impara prima a soffrire. Il soffrire insegna ad amare".