Santa GEMMA GALGANI
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Angelo Masciello

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Le stimmate al vaglio della scienza moderna
(relazione del prof. T. Zecca)

Nel giugno del 1998, in occasione del III congresso sindonologico internazionale di Torino, ebbi la possibilità di presentare una mia ricerca, fatta in collaborazione con Silvan Quattrin, su Santa Gemma Galgani, la mistica passiopatica e la sacra Sindone[1]. Riprendo volentieri in questa sede alcuni passaggi tematici che mi sembrano interessanti per l’approccio corretto del problema.

Quello delle stimmate è un problema che viene affrontato oggi con uno sguardo più libero dai condizionamenti critici che vigevano al tempo di Gemma Galgani e di cui soffrì a lungo anche il beato Pio da Pietrelcina. A livello scientifico predominava allora uno scientismo positivista tendente ad interpretare ogni fenomeno di quel tipo con i parametri esclusivi della patologia nervosa ed isterica. E’ nota la dolorosa tensione per una forte disparità di giudizio tra mons. Volpi e p. Germano, in base alle valutazioni piuttosto affrettate e superficiali, del pur stimato dottor Pfanner, date sui fenomeni passiopatici della Galgani [2]. La santa dunque, ebbe a soffrire non poco da quella affrettata dichiarazione "scientifica" che spiegava tutti i suoi fenomeni mistici con l'isterismo. Ma la santa dimostrò in tutta la vicenda un comportamento così umile ed equilibrato da rendere evidente, anche a noi oggi, l'inattendibilità di quella diagnosi. E' interessante quello che scrive a questo riguardo Cornelio Fabro: "L'equilibrio superiore del suo spirito è attestato in particolare dalle lettere 5a e 6a (8 e 12 settembre 1899) riguardante l'umiliazione della visita medica voluta dal Volpi e con la diagnosi di isterismo da parte del Dott. Pfanner e vanno lette perché sono forse documenti unici nell'agiografia cristiana. Ecco il suo commento alla diagnosi: "Gesù oggi ha voluto che ci facessi questo sacrificio e l'ho fatto volentieri. Sia pure come ha detto quel medico, che è isterismo: appunto perché è così Gesù mi vuol più bene”. L'inciso:"...appunto perché è così", non significa che Gemma convalidi o accetti quella diagnosi: accetta l'umiliazione come accetta la vita di totale immolazione che Gesù le annunzia ...il sacrificio totale della propria volontà non è una condotta da nevrotici o isterici!" [3] .

Nel caso di Gemma, come di ogni mistico stigmatizzato canonizzato dal supremo magistero della Chiesa, le stimmate non possono essere considerate di provenienza diabolica; ciò rimane vero, anche se nel processo per la causa di beatificazione i fenomeni straordinari non vengono presi direttamente in considerazione e la santità viene riconosciuta in base all'analisi delle virtù eroiche. Un fatto è certo, gli autori più accreditati che hanno compiuto una serie di esperimenti a livello psichiatrico, sia in soggetti isterici che in soggetti trattati con ipnosi, il massimo che hanno ottenuto sono delle modificazioni cutanee superficiali e "dermografie" che non hanno nulla a che vedere con la complessità e la gravità delle lesioni provocate dalle stigmate. “A differenza della manipolazioni sperimentali, le vere stigmate sono profonde, nette, indelebili, con abbondante versamento di sangue. Nessuna suggestione di un'isterica sotto ipnosi ha potuto produrre piaghe scoperte, mani e piedi trapassati, attraverso cui si vede la luce (come in padre Pio da Pietrelcina); una piaga al torace così profonda da cui si vede battere il cuore (Louise Plazza). In santa Veronica Giuliani addirittura l'aria dei polmoni esce attraverso la piaga aperta. Si può vedere il fegato di Ida de Louvain. Tutti i medici affermano che non è possibile sopravvivere normalmente con tali ferite non curate. E tuttavia tutti questi stigmatizzati sono vissuti parecchi anni" [4].

In Gemma sono presenti tutti questi aspetti eccezionali che P.Germano non cessa di sottolineare per convincere i suoi interlocutori che si tratta di vere stigmate. Basti ricordare, per esempio, che i testimoni sono concordi nel dire dell'impressionante quantità di sangue che usciva dalle ferite di Gemma tanto da inzuppare talvolta il materasso fino a raggiungere il pavimento. L'altro fatto inspiegabile era che le ferite così profonde da far vedere l'osso delle ginocchia e da trapassare da parte a parte le mani e i piedi si rimarginavano nel giro di alcune ore, in modo completo lasciando al loro posto solo l'impronta di una macchia bianca [5].


[1] Vedi T. Zecca, Santa Gemma Galgani, la mistica passiopatica e la s.Sindone in La sapienza della croce, XIII, ott.-dic.1998, pp.365-373; Id., ivi, XIV, genn.-marzo 1999, pp. 65-78.

[2] P. Germano, che non era uno sprovveduto in campo scientifico, aveva messo in guardia il Vescovo dandogli saggi consigli per non soccombere alla valutazione di isterismo che lo ossessionava. In una lettera gli suggerisce alcuni criteri di valutazione che se mons. Volpi avesse avuto l'intelligenza di seguire, Gemma ne avrebbe avuto un bene maggiore, senza dolorose lacerazioni interiori e funeste conseguenze nell’opinione di alcune persone. Così p. germano scriveva: "...All'isterismo, per quanto è buono e caro Gesù, M.re mio, non pensi punto: sarebbe un cadere nell'assurdo. No, no, non ce n'è traccia. I medici odierni, anche cattolici, sono suggestionati su questo punto. Se vuole giudicare esattamente dai fatti esterni di Gemma, non ne prenda uno o due separatamente; ma li prenda tutti insieme; e troverà un accordo meraviglioso, che li lega insieme in una uniformità perfetta. L'isterismo ha per forma sostanziale la volubilità, l'incostanza, la leggerezza, la futilità, la stranezza, l'irrequietezza ecc.; perché isterismo è sinonimo di pazzia; e chi soffre di cervello non è mai consentaneo con se stesso. L'altro sbaglio della direzione (mi perdoni M.re mio, se ardisco parlare così) è quel continuo tormentare Gemma con gettarle in faccia l'illusione isterica. Iddio fa tanto per sostenere e confortare le anime; e noi ci adoperiamo a sconfortarle! Altro è provarle, umiliarle, disprezzarle; altro è far loro capire che si tengano per illuse, e così indurle alla disperazione..."Lettera di P. Germano a mons. Volpi citata in Lettere di S. Gemma Galgani, o.c. pp. 137-138

[3] C. FABRO, Gemma Galgani testimone del soprannaturale, ed. CIPI, Roma 1987, pp. 411-412

[4] J.-J. ANTIER, Marthe Robin il viaggio "immobile", Ed. Paoline 1993, pp 335; sulla longevità degli stimmatizzati vedi anche J. Bouflet, op.cit. pp. 129-134.

[5] Cfr P.GERMANO, o.c., p. 69