L'APPELLO
DI GIOVANNI PAOLO II
L'APPELLO
DEL SUPERIORE GENERALE DEI PASSIONISTI
NOTA
DELL'UFFICIO CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL VATICANO
NOTA
DELL'AGENZIA SIR
MESSAGGIO
PER LA PACE (SIR)
"QUASI UNA SVEGLIA PER UNA CHIESA UN PO'
STANCA"
IL
SIGNIFICATO DEL DIGIUNO
|
Agenzia SIR
11 dicembre 2001 - 10:39
NOTA SETTIMANALE SIR
per la giornata del digiuno e della pace
"Nubi oscure si addensano all'orizzonte
del mondo… E' a rischio la pace nel mondo". La voce di
Giovanni Paolo II a proposito della vicenda internazionale ha
ancora una volta l'accento della preghiera.
"L'umanità, che ha salutato con speranza l'aurora del terzo
millennio, sente ora incombere su di sé la minaccia di nuovi,
sconvolgenti conflitti". Sono accenti preoccupati, quelli del
Papa, ma la preghiera che ha recitato incoronando di fiori per la
ventiquattresima volta la statua dell'Immacolata a Piazza di
Spagna, si conclude con una fiduciosa invocazione a Maria. Pur
denunciando senza reticenze la guerra, e quelle forze che la
fomentano, pur guardando con realismo l'abisso, il Papa non si
dà per vinto.
Ecco allora, mentre ancora una volta le cancellerie internazionali
non sembrano in grado di fare prevalere le ragioni dell'umanità
sulle passioni dei contendenti, l'iniziativa della solenne
convocazione, in Vaticano, di un grande incontro sul "Futuro
dei cristiani in Terra Santa". Partecipano, accanto ai
responsabili della Curia romana, i responsabili delle comunità
cattoliche di diverso rito presenti a Gerusalemme, i nunzi in
Israele, Iraq e Giordania, e i rappresentanti di alcune Conferenze
Episcopali: quella degli Usa, del Canada, e i presidenti del Ccee
e del Celam, i Consigli degli episcopati europeo e
latino-americano, e il vicepresidente del Comece, la Commissione
degli Episcopati dell'Unione Europea.
E' un'iniziativa pastorale, ma è anche un atto esemplare, per
testimoniare che il grande baratro della guerra in Terrasanta, che
tra l'altro colpisce ormai sempre più duramente la comunità
cristiana, può essere colmato, testimoniando le ragioni della
giustizia e della riconciliazione, alla luce della fede. E' la
grande, la nuova scommessa planetaria di questo nuovo tempo del
pontificato di Giovanni Paolo II, oltre le porte del Giubileo. E'
questo il senso anche delle iniziative imminenti: la giornata
di digiuno, la giornata mondiale della pace, l'incontro
interreligioso di Assisi. C'è il dinamismo del Giubileo, al
di là di ogni possibile fraintendimento. Il Papa testimonia come
il cristianesimo debba mantenere, anzi rilanciare il proprio
dinamismo missionario e nello stesso tempo come esso intenda
svilupparsi per le vie dell'amore e della libertà, nel rispetto
della centralità della persona umana e della distinzione tra
religione e politica, nell'affermazione e nella rivendicazione
anzi della libertà religiosa. E' la grande lezione di Giovanni
Paolo II. Fedele e rafforzata nella sua identità, la Chiesa si fa
testimone di carità, di pace, di speranza. "Prendere il
largo" certo è pericoloso, ma è il cammino di questi anni.
|