"Fu rivolta
a Giona la parola del Signore. Giona si alzò, cominciò a
percorrere la città e predicava: "ancora quaranta giorni e
Ninive sarà distrutta". I cittadini di Ninive credettero a
Dio e bandirono un digiuno. Il re si tolse il manto e si coprì di
sacco e si mise a sedere sulla cenere. Poi fu proclamato un
decreto: ‘Uomini e animali, non gustino nulla, non pascolino,
non bevano acqua. Si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si
converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle
sue mani. Chi sa che Dio si impietosisca sì che noi non
moriamo?’ Dio vide le loro opere buone e che si erano convertiti
e si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro
e non lo fece". (Gn. 3,1-10)
Digiuno,
preghiera, conversione, per invocare il Signore perché liberi
l’umanità dall’attuale momento di violenza e di guerra.
Condanniamo con la Chiesa in modo deciso e chiaro ogni ricorso al
terrorismo. La vera religione promuove la pace, la comprensione
reciproca, la riconciliazione e la risoluzione non violenta dei
conflitti. E’ da condannare inoltre l’uso del nome di Dio per
giustificare la violenza così come vanno respinti tutti i
fondamentalismi religiosi e non. Ma va ricordato che il
fondamentalismo trova consensi nel popolo e adepti fino al
suicidio, per la presenza di ingiustizie e soprusi.
Invito pertanto
tutti i religiosi, la Famiglia Passionista e tutti gli uomini di
buona volontà, in qualunque parte del mondo si trovano a vivere
ed operare, ad unirsi nell’impegno continuo e determinato per
sradicare la povertà, l’ingiustizia e l’emarginazione.
Preghiamo perché
il Signore apra la mente ed il cuore dei responsabili politici del
mondo intero affinché usino tutti i mezzi possibili per evitare
il ricorso alla guerra quale strumento per risolvere le
divergenze. Non è possibile continuare con la vendetta che
chiama vendetta e con le ritorsioni, quasi a voler pareggiare con
esse il numero dei morti delle parti in contesa, come sta
succedendo tra Palestina ed Israele. Ma per scoraggiare questa
logica è necessario convertire mentalità e cuori al rispetto
delle ragioni e della vita dell’altro, al dialogo e al perdono.
Sembrano obiettivi irraggiungibili oggi per il nostro mondo
prigioniero di se stesso e della sua logica di morte: unica via di
uscita è l’intervento di Dio, fonte di vita. Come è attuale la
nostra vocazione e come può fermentare il nostro impegno il tema
dell’ultimo Capitolo generale: "Passione di Gesù,
passione per la vita"!
Imploriamo Dio,
con la giornata di digiuno e con la preghiera che "salirà
incessante a Dio dalla Chiesa" (At. 12,5) come nella
primitiva comunità cristiana per liberare Pietro prigioniero,
perché spezzi le catene del cuore e dell’orgoglio e riporti l’uomo
alla libertà della ragionevolezza e della comprensione reciproca.
Ma non c’è
autenticità di rapporto con il Signore se il digiuno e la
preghiera per implorare la pace non ci spingono ad atti concreti
di carità: "ciò di cui ci si priva nel digiuno potrà
essere messo a disposizione dei poveri, in particolare di chi
soffre in questo momento le conseguenze del terrorismo e della
guerra". La condivisione sarà un gesto di speranza e di
vita.
S. Paolo della
Croce ci apra gli occhi perché possiamo vedere il nome di Gesù
scritto sulla fronte dei poveri e di coloro che soffrono.
Prima di
terminare voglio esprimere ancora una volta, a nome di tutta la
Congregazione, la nostra partecipazione al dolore delle famiglie e
delle Nazioni vittime del terrorismo, della violenza e della
guerra ed il nostro impegno ad essere portatori di consolazione e
di riconciliazione, come lo fu il nostro Fondatore, e ad essere
operatori di pace.
Roma, 9 dicembre
2001- II Domenica di Avvento
Memoria del Beato Bernardo Silvestrelli, C.P.
P. Ottaviano
D’Egidio
Superiore Generale C.P.