24/3/01 - Biblioteca di Paliano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento del Direttore della Biblioteca, P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Pugliano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

I dati fisiologici, gli incrementi  |  1  |  2  |  3  |  4  |  5  |

Quando tutto fu riacquistato dallo Stato in asta pubblica nel 1896 ritornò la sicurezza del possesso e un certo interesse alla tutela del patrimonio librario, ma in un contesto ancora sfavorevole. Qui va messo in conto che, soprattutto all'inizio di queste operazioni anticlericali di Stato, i conventi e, ovviamente, le biblioteche rimasero incustoditi per qualche tempo, altra premessa per spiegare ammanchi di titoli non strettamente ecclesiastici.
A questo punto viene spontanea la domanda: in che consisteva di fatto il patrimonio librario passionista quando se ne occupò il Demanio? Dobbiamo ricordare che ai lenti, ma continui, acquisti dell'Istituto si deve aggiungere un corposo ingresso di titoli provenienti da soppressioni precedenti a quella che interessò il Lazio dopo il 1870: un notevole fattore di incremento per questi fondi antichi.
Il primo caso fu quello legato alla Compagnia di Gesù, temporaneamente soppressa nel 1773. Dalle ricche biblioteche delle sue sedi pervennero fondi alla casa centrale dei passionisti di Roma. Da questi attinsero i superiori prima e dopo la vicenda napoleonica per rifornire le biblioteche delle due province religiose che allora costituivano l'Istituto. Questi libri oggi sono riconoscibili sia per il monogramma sul frontespizio (quando gli autori sono gesuiti) sia dalle pertinenze manoscritte, frequenti sui libri antichi. Inutile dire che questi volumi, allora attuali, contribuirono ad allargare l'orizzonte culturale della Congregazione. 
Valga solo l'esempio del P. von Storchenau che fu affiancato agli autori domenicani di filosofia per le sue stimatissime Institutiones logicae et metaphysicae. E così il Calino, il Croiset, il Cattaneo ecc. Non che si ignorassero questi nomi più legati alle tematiche pastorali, ma un massiccio ingresso di autori in varie discipline, con un. taglio e un metodo allora moderno e rigoroso, certamente giovò agli studi e alla cultura dei soggetti.
Di tutt'altra qualità fu l'altro considerevole ingresso di titoli, questa volta esclusivamente nelle biblioteche passioniste del Lazio sud, e avvenne nel 1866 in seguito alla chiusura della sede passionista dell'Aquila, ex Regno di Napoli, con l'applicazione delle leggi piemontesi sull'incameramento dei beni ecclesiastici.
La sede, già monastero degli Olivetani, era stata offerta ai passionisti nel 1830. Era dotata di ricca biblioteca con testi e codici antichi. I volumi rimasti sono tuttora riconoscibili dal timbro con cui i Passionisti segnarono e inventariarono. Un registro è giunto fino a noi con la data del 1848. Prima di abbandonare forzatamente il monastero i religiosi avevano provveduto per tempo a porre in salvo casse con incunaboli, cinquecentine ed altri ottimi esemplari di varie discipline. Oggi non tutto è fruibile di questo fondo che fu smembrato per più case, quelle appunto che erano nel sud dello Stato Pontificio, non ancora occupato, ma si ha motivo per affermare che la biblioteca di S. Maria di Pugliano ebbe la parte più consistente e pregiata.
Il caso della biblioteca dell'Aquila è indicativo di tutto un sistema congeniale alla pratica della condivisione nella vita religiosa, con cui si programmava la circolazione del libro. Era prassi che l'apertura di una nuova sede fosse accompagnata da un minimo di provvista di libri, almeno quelli indispensabili all'alimentazione spirituale e culturale della propria identità. Questo successe per la stessa sede dell'Aquila nel 1830 e successe per quella di Caserta, presso il Palazzo Reale, nel 1855, come pure per altre che ebbero rapporto di giurisdizione territoriale con le sedi del Lazio sud: Aversa, Isola del Gran Sasso, Moricone, ecc. Ci soffermiamo su quella di Caserta per qualche significativo particolare documentato. Qui fu lo stesso Superiore generale P. Antonio Testa a stilare la lista dei volumi che poi spedì in una cassa da Roma: Billuart, RoseIli, Rodriguez, Navarra, Alfonso de Liguori, ecc. pregando i confratelli di far acquisti a Napoli per la maggior convenienza dei prezzi rispetto a Roma (Lettera del 6 febbraio 1855). 
Gli stessi religiosi che formarono quella prima comunità portarono con sé volumi dalle biblioteche dei Lazio sud, soprattutto il superiore P. Gabriele Abisati, uomo di cultura noto a suo tempo: parteciperà come teologo al Concilio Vaticano I nel 1869-1870. Lo stesso tenente Garzia, incaricato dal re a preparare la sede per i religiosi ebbe l'ordine di provvedere per una biblioteca e raccogliere titoli dietro suggerimento degli interessati. Nel frattempo Ferdinando II pregò i religiosi di servirsi della biblioteca reale finché non fosse allestita quella, conventuale. Tutto finì disperso nel 1866 con l'occupazione piemontese e l'applicazione delle leggi anticlericali.
Questa circolazione del libro, conseguente a scelte e tempi di povertà, guida a comprendere innanzitutto una certa qualità patrimoniale del libro come lettura e reazione collettiva, ma anche come possibile rapporto complementare delle biblioteche in questione. I timbri che spesso si affiancano sui frontespizi sono documenti di viaggi di fondazioni, di espulsioni, di salvataggi... quasi una cronistoria.
Accennando ora al tema d'ella conservazione ricordiamo che i volumi provenienti dall'Aquila avevano segni recenti di restauro e di rilegature con pergamene di codici mutili. Questo può spiegare perché in quegli anni si avviarono, o si continuarono, laboratori di rilegatura e restauro in questi conventi. Si curarono - e talvolta si integrarono con scrittura a mano - testi slegati e inutili, collane acquistate in Veste economica ecc. Il religioso più attivo in questo lavoro fu il fratello laico Angelo Maceroni (1869) che diresse le operazioni sicuramente alla sede di Paliano e in parte anche a Falvaterra e Ceccano.

I dati fisiologici, gli incrementi  |  1  |  2  |  3  |  4  |  5  |