Meditazione della
Passione secondo S. Paolo della Croce
I - ECCELLENZA DELLA MEDITAZIONE DELLA PASSIONE
prima parte,
pubblicata
da P. Alberto Pierangioli sul Mensile " AMICI di Gesù Crocifisso" -
febbraio
2002
INTRODUZIONE:
Da
tempo avevamo annunziato la pubblicazione dello studio del
passionista tedesco, P. Martin Bialas, sulla "Meditazione
della Passione secondo S. Paolo della Croce",
pubblicato sulla rivista "La Sapienza della Croce",
settembre 1990. Questo articolo e i prossimi che seguiranno, più
che una pubblicazione del testo del P. Bialas è un adattamento,
integrato da nostre ricerche e da studi di altri passionisti, in
particolare del P. Fabiano Giorgini.
Perché lo studio fosse
accessibile alla media dei nostri lettori e risultasse meno
pesante, abbiamo spesso omesso la citazione delle fonti, non
facilmente accessibili ai nostri lettori e abbiamo modificato
parole troppo difficili, digressioni e citazioni poco utili per
il nostro scopo. Per rendere più facile la lettura delle
citazioni delle Lettere di san Paolo della Croce, correggiamo in
un italiano corrente alcune parole ed espressioni antiquate.
P. Alberto Pierangioli
La
meditazione della Passione
S.
Paolo della Croce incoraggiava tutti, religiosi, sacerdoti e
laici, alla meditazione della Passione di Gesù, per portarli ad
una grande santità. L’aspetto più originale e più forte del
suo apostolato e di quello della sua congregazione era quello di
meditare la passione di Gesù con la gente ed insegnare a tutti
a meditarla personalmente. Paolo infatti era convinto "che
se gli uomini avessero pensato al gran beneficio della
Redenzione, non avrebbero offeso Dio ed in conseguenza si
sarebbero salvati, sembrando a lui impossibile pensare
seriamente ai benefici del Signore e non amarlo".
La meditazione è vista dal fondatore come il mezzo più
efficace per comprendere il mistero della croce di Cristo e
della propria croce. Nel primo capitolo della regola lo afferma
categoricamente: bisogna guidare le persone alla conversione e
all’unione intima con Dio, meditando ed insegnando a meditare
i misteri della vita, passione e morte di Gesù, "per
esser mezzo efficacissimo per distruggere il vizio e condurre in
poco tempo le anime ad una grande perfezione".
Meditare
e insegnare a meditare
Questo
principio fondamentale dell’apporto pastorale proprio della
congregazione, viene sviluppato quando tratta del modo di
adempiere il voto di promuovere la grata memoria della
passione di Gesù: coloro che sono abilitati alla predicazione
"dovranno meditare ai popoli la Passione santissima di
Gesù Cristo; daranno anche qualche breve istruzione
per meditarla, facendo un’efficace esortazione a questa
santissima devozione".
E
ancora:
"Nelle
missioni ed altri esercizi, non solo diano le meditazioni
della Passione di Cristo, ma procurino anche d’insegnare con
ogni semplicità possibile il modo di esercitarsi in essa,
facendo vedere gl’inganni di coloro che dicono essere la
meditazione adatta solo ai religiosi ed ecclesiastici. Dio
darà i modi più facili perché ogni sorta di persone s’eserciti
in questa meditazione, mezzo tanto potente, ed efficace per
estirpare il peccato, ed avanzare le anime nella
santità".
Non
si deve escludere nessuno da questo beneficio:
"Alla
povera gente di campagna, che non può fare lunghe
meditazioni, insegneranno il modo di fare durante il giorno
brevi affetti, come giaculatorie, verso Gesù appassionato,
secondo le occasioni, suggerendo un metodo semplice, facile e
devoto, animando a fare e patire tutto quello che fanno e
patiscono per amore ed in memoria di quello che ha fatto e
patito Gesù per nostro amore, facendo conoscere il merito e
utilità grande che deriverà da un così santo e devoto
esercizio, dando queste istruzioni con parole semplici, ma
efficaci e affettuose per tutti i giorni della Missione".
Importanza
e validità della meditazione
Questo
fa comprendere l’importanza che Paolo dava a questa forma di
ministero per la conversione, la perseveranza nel bene e per
imprimere nel cuore dei fedeli la vera devozione alla passione
di Gesù. Egli si premura di dare altri avvertimenti su questo
tema anche ai confessori e ai catechisti: "Dovranno
promuovere questa santa devozione anche dai confessionali,
istruendo i penitenti secondo la loro capacità e condizione
con modi facili e brevi, perché si diano con facilità a
questo santo esercizio; dovranno animarli a farlo, assicurando
che se non lasceranno la meditazione della Passione di Gesù
Cristo, giungeranno in breve a grande perfezione secondo il
loro stato".
L’esperienza
personale e quella dei suoi religiosi confermava la validità
di questo servizio apostolico. Paolo ricordava "ho
toccato con mano che quelli che si davano veramente a questa
meditazione, mutavano vita, o fossero banditi, o fossero
persone di vita rilassata. Ho trovato, qualche tempo dopo,
quelli ai quali avevo insinuato questa santa devozione,
avendoli sentiti nella confessione, in alcuni non ho trovato
neppure materia per dare l’assoluzione".
Il
"carismatico della Croce" approfittava di ogni
occasione che gli si offriva per incoraggiare gli uomini alla
meditazione della passione di Cristo. Egli stesso era
profondamente e interamente ripieno e preso dal mistero
dell'amore di Dio che si manifesta nella Croce. Il suo sforzo
era tutto intento nel portare gli uomini ad una grande
santità. Egli vede nella meditazione della Passione del
Signore la via più eccellente per giungervi. Cosi egli scrive
a un devoto: "Ma sopra tutto prego il dolce Gesù che
imprima nel suo cuore la continua, tenera e devota memoria
della sua santissima Passione, che è il mezzo più efficace
per essere santo nel suo stato. Per questo supplico il Signore
che le conceda la grazia di non lasciar passare giorno senza
meditare qualche mistero della santissima Passione per
mezz'ora o almeno un quarto, poiché l’assicuro che così
conserverà l'anima sua monda da ogni peccato e ricca di
virtù, tanto più se accompagnerà la meditazione con la
devota frequenza dei Sacramenti e la lettura dei sacri
libri" (L. IV, 140).
Così
incoraggia una marchesa perché non lasci il "pio
esercizio" dell'orazione: "Mi dice che non sa
fare alcuna orazione che sopra la Santissima Vita, Passione, e
Morte del Salvatore. Seguiti pure questa, con la benedizione
del Signore, che in questa santissima scuola s'impara la vera
sapienza: qui è dove hanno imparato i Santi" (L. I,
43).
Attualità
delle meditazione della Passione
L'immergersi
nell'infinito amore di Dio, come appare nella passione del
Signore, rimane sempre il mezzo principale per raggiungere la
più grande unione con Dio. In ogni grado del "cammino di
santità", la meditazione della passione conserva la sua
attualità e mai può dirsi "superata" e superflua.
A Tommaso Fossi, padre di famiglia e uomo d’affari,
desideroso di raccoglimento spirituale, consiglia: "Quando
lei parla di orazione, insinui la meditazione della Passione
Santissima di Gesù e l'imitazione delle sue sante virtù.
Tale memoria della Passione di Gesù, con l'imitazione delle
sue sante virtù, non si deve lasciare, anche se vi fosse il
più alto dono d'orazione, anzi questa è la porta che conduce
l'anima all'intima unione con Dio, al raccoglimento interiore
e alla più sublime contemplazione" (L. I, 582).
Il
Santo non perdeva occasione per raccomandare questa forma di
orazione a tutte le persone, di qualsiasi stato di vita. Da
molte lettere appare chiaro come esigesse anche dalle persone
che vivevano in famiglia la meditazione della Passione di
Cristo. Alla Signora Agata Frattini, che apparteneva ad una
nobile famiglia di Roma, molto amica del Santo, scrive: "Il
poverello che scrive brama che in codesta piissima casa vi
resti ben radicata la devozione alla Passione e che non passi
giorno che non se ne mediti un mistero almeno per un quarto e
tal mistero lo portino tutto il giorno nell'interno oratorio
del cuore" (L. IV, 135). Spesso raccomanda ai
genitori di preparare anche i figli a questo "santo
esercizio", ma aggiunge che avvenga "con
parole semplici" e senza lungaggini, per non
annoiarli.
La
meditazione della passione di Gesù sarà di grande utilità
per tutti anche oggi; i frutti indicati da san Paolo della
Croce per questo esercizio, possono essere ancora attuali ed
efficaci. Siamo portati istintivamente a evitare il dolore e a
uscire dal cammino della Croce; tuttavia, anche nell’era del
benessere, dei grandi progressi della scienza e della
medicina, il dolore è sempre in agguato: la meditazione della
passione di Gesù e dell’infinito amore di Dio per noi ci
aiuta a superare le prove, a crescere nella fede, nella
pazienza e nell’abbandono in Dio.
L'incontro
con il Signore crocifisso ci sarà di aiuto anche per rendere
più attuale e concreto il nostro amore verso Dio e verso il
prossimo, per affinare il nostro sguardo sul dolore che esiste
nel mondo, per diventare più sensibili e solidali con i "crocifissi"
di oggi, con gli uomini che vivono al margine della società
senza diritti e valori, vittime di tante ingiustizie; potremo
così aiutare maggiormente i sofferenti a comprendere l’amore
di Dio e accettare con fede e serenità la loro croce.
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