1. Genitori che
gettano la spugna
- Siamo di fronte a una società non più cristiana
- Non pochi genitori rinunziano al loro ruolo di educatori
perché hanno l’impressione di essere indeboliti e svalutati
dalle idee e dalle immagini circolanti nella società
- In altri casi i genitori preferiscono essere amici dei figli
senza entrare nel merito della proposta e del confronto
educativi
- Altri permangono nella convinzione che si educa per quello
che si è più che per quello che si dice
- Solo un’adeguata politica di sostegno e di promozione
della famiglia garantisce ai genitori di svolgere il loro
originario diritto all’educazione
2. Il ministero di
evangelizzazione dei genitori
- Il sacramento del matrimonio ripropone il compito di
difendere e diffondere la fede, veri missionari dell’amore e
della vita
- Il rapporto genitori-figli è il luogo teologico della
evangelizzazione più profonda
- Sono diversi gli ambiti missionari nella famiglia
- L’annuncio del vangelo della carità trova nella famiglia
il "primo" luogo nel quale si espande l’amore
coniugale e familiare in una società che smarrisce queste
certezze
- Vivere le fasi dell’età evolutiva dei figli con la forza
trascinatrice dell’esempio, l’influsso discreto e
prudente, sempre rispettoso della personalità e della
libertà dei figli
3. Educatori alla
socialità
- I coniugi hanno una originale soggettività sociale da
conoscere ed esercitare
- Testimoniano la verità dell’amore con la procreazione, l’educazione,
e la convivenza pacifica all’insegna della gratuità
- Essere presenti nei luoghi educativi: scuola, lavoro, mass
media
- Sostenere il ruolo della madre e specialmente del padre
perché recuperi la convinzione che il suo posto è di
importanza unica e insostituibile
- Essere protagonisti delle politiche familiari e partecipare
alle associazioni familiari.
4. Educatori alla vita
cristiana
- Sposi e sacerdoti edificano la Chiesa, devono riconoscere di
essere complementari
- Sostenere che la famiglia è soggetto ecclesiale e agente
pastorale esige che sia rivisto il concetto della comunità
parrocchiale
- I genitori sostengono i figli per i sacramenti della
iniziazione cristiana
- Ripropongono le catechesi parrocchiali
- Si rendono disponibili a formare fidanzati e animare gruppi
familiari
- Promuovono forme di servizio di carità verso le altre
famiglie e gli anziani.
5. Alla ricerca del
volto di Dio
- I figli sono portatori dell’immagine di Dio, ma devono
anche imparare a riconoscere l’immagine di Dio.
Evangelizzano e sono evangelizzati. L’immagine di Dio nel
figlio con l’handicap
- L’immagine di Dio è "dono dall’alto", ogni
cattiva esperienza di paternità e maternità rischia di
oscurare l’immagine paterna e materna di Dio
- Una educazione relazionale nell’età evolutiva fa entrare
nella comunione con Dio:
- La prima infanzia:
il figlio si affida perché si fida. I genitori danno la
fiducia che sperimentano con Dio. Generano fiducia e stima di
sé. Questa scelta fondamentale rimane anche nei momenti di
sfiducia. Se i genitori sono insicuri la comunità deve
aiutarli.
- La fanciullezza: nessun genitore esaurisce la
genitorialità e nascono il padrino e la madrina, vi è poi l’impatto
con altri educatori. Il confronto con diverse figure
genitoriali fa scoprire i vari sentieri della vita. Dare
maggiore credibilità alla produttività intuitiva e
conoscitiva con cooperazione affettuosa. L’icona di Gesù
dodicenne che ascolta e interroga nel Tempio.
- L’adolescenza:
stupisce l’autonomia. Imparare ad accogliere le
trasformazioni senza acconsentire all’impressione di essere
considerati avversari o antagonisti. L’adolescenza è una
"seconda nascita" anche per quanto riguarda la fede.
Indicare esperienze di "sana trasgressione" e
presentare alcune pagine del Vangelo. Introdurlo ulteriormente
al mistero trascendente con l’esperienza della Parola
spiegata e meditata che parli alla sua vita.
- La giovinezza:
è il momento della scelta di vita. Camminare da soli e non
più portati in braccio. Gli educatori presentano il volto di
Dio adeguato alle sfide culturali contemporanee. Sperimentare
la profonda comunione con il Dio di Gesù Cristo, raccogliendo
l’appello alla radicalità evangelica per uscire allo
scoperto e trascendere i propri bisogni individuali con una
partecipazione attiva alla missione della Chiesa. L’approfondimento
di relazioni significative con adulti cristiani maturi lo fa
diventare protagonista del suo cammino.