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Le Relazioni di P. Fernando Taccone:
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- Abstract Lezione 3
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Le Relazioni di P. Costante Brovetto
Articolo su "Avvenire"
Annotazioni sulla morte di P. Costante
Biografia di P. Costante

 Il Centro Interdisciplinare Lateranense in collaborazione con il Pontificio Istituto Pastorale "Redemptor Hominis" e la Congregazione dei Passionisti organizza il 
Terzo Corso Estivo MISSIONARI INSIEME

25 - 30 Giugno 2001, Casa Maria Immacolata, Giulianova (Teramo)
Via A. Gramsci, 59 - Tel./Fax 085.8003315

Biografia di P. COSTANTE, a cura di P. Diego Menoncin

 

14 luglio 2001

P. Costante Brovetto è tornato alla casa del Padre

P. Diego Menoncin lo ricorda così ...
  1. Quando andai a Basella, nel settembre 1945, vi era ancora un vivo ricordo di Franco Brovetto che era andato al Noviziato. Dicevano che era stato lui ad aiutare in modo determinante P. Geremia Pesce a scrivere il libro "La scelta della Vocazione", non solo come abile in dattilografia, ma anche come contributo di pensiero.
  2. Non era con il gruppo di P. Livio, Lino, Sergio e Damiano nel periodo dello Studentato di teologia a Cameri, perciò deve avere avuto un corso particolare di studi.
  3. Quando venne a Caravate, neolaureato, aiutai anch’io a scaricare pacchi e pacchi di libri e soprattutto di SCHEDE riguardanti la Spiritualità di San Paolo della Croce e mi procurò grande stima del nostro Fondatore.
  4. Lo ebbi mio Professore di Teologia dogmatica due anni nello studentato di Caravate (1955-1956 ). In quel periodo collaborai anch’io alla Rivista Fonti vive, con alcuni articoli sugli Uffici della Passione. Allora P. Costante e P. Pierluigi Torresin dirigevano con entusiasmo quella Rivista.
  5. Sono stato Segretario provinciale con lui, per un periodo di pochi mesi, nel 1976. Nel maggio di quell’anno, mentre eravamo alla missione di Savigliano, proprio mentre stavamo vedendo in TV le immagini del terremoto nel Friuli, mi nominò rettore della Comunità delle Rocche. Da segretario compresi che vi era in lui tanta sofferenza per la lentezza nostra a comprendere e accettare le sue direttive. Non ci trovava duttili alle sue vedute e prospettive, pur avendo la consapevolezza che stava guidando giusto. Sentiva crescere una incomprensione che lo rendeva triste e preoccupato. Io gli dissi una volta : "Padre, per me lei soffre tanto perché vede le cose almeno con due anni di anticipo su noi. Lei ha una visione di prospettive più lontane delle nostre."
    Il discorso non continuò ma questa è stata ed è ancora la mia convinzione. 
    P. Costante aveva una superiorità di visione del divenire, mentre noi lo frenavamo al quotidiano.
  6. La Fondazione di Castellazzo fu certamente uno scoglio tremendo.
    Il 31 maggio 1977, alla sera, P. Giovanni Pesenti venne al Santuario di N.S. delle Rocche con un gruppo di Castellazzesi a chiudere il mese di maggio e ad aprire l’epoca Castellazzo.
    L’anno precedente, Mons. Almici, Vescovo di Alessandria aveva convocato me (allora Rettore delle Rocche) e la Sig. Francesca Costa, delle Volontarie della Passione alla custodia della Casa di S. Paolo della Croce in Ovada, per proporci di iniziare una qualche attività in Castellazzo Bormida. Il luogo che egli intendeva affidarci era la " Casa dell’Orfano " che P. Gaetano Colli (Rettore del Santuario della Madonnina dei Centauri in Castellazzo) aveva fatto erigere accanto al Santuario stesso. Il Vescovo ci proponeva un Centro di Spiritualità, ma noi gli abbiamo risposto che eravamo assolutamente incapaci di un tale compito. Gli abbiamo detto di rivolgersi al P. Provinciale e soprattutto a P. Costante Brovetto che era Consigliere e vero competente. Prima di uscire dall’episcopio, ci fermò il Vicario Generale, Mons. Giuseppe Capra, che in quel periodo era anche Parroco di S. Maria in Castellazzo.
    Abilmente si informò del colloquio nostro con il Vescovo e ci propose di tornare da lui e tenerlo informato.
    Nel ritorno da Alessandria, con la Sig.na Francesca , ci siamo portati a Castellazzo per vedere l’edificio sul posto.
    P. Gaetano si accorse di noi e ci venne vicino. Gli riferimmo candidamente dell’incontro con il Vescovo ed egli ci fece capire la sua opposizione: " Oh sì, questo è proprietà dei Cappuccini, non del Vescovo ! "Comprendemmo allora che vi era del contenzioso.
    In Comunità riferii ai Confratelli su questo incontro e, tempo dopo, andai con P. Arcangelo Sangiorgio per incontrare il Vicario Generale e sentire cosa volesse da noi.
    Comprendemmo che vi erano dissonanze tra lui e il Vescovo, ma che erano argomenti che non ci riguardavano.
    Al Vicario Generale, in quanto Parroco, potemmo proporre esclusivamente, a nostro carico, giornate di ritiro : P. Arcangelo per i ragazzi e io per gli adulti. Ma l’invito non arrivò mai.
  7. La Fondazione di Castellazzo, fu certamente la vicenda più dolorosa per P. Costante, perché mentre lui aveva previsto tempi più ragionevoli per la sua attuazione, altre vicende, estranee alla sua volontà, provocarono una accelerazione non voluta, ma subìta.
    P. Costante aveva incaricato P. Giovanni Pesenti di entrare in S. Martino per un anno (al posto di Don Ugo Barzizza che si era ritirato consenziente con il Vescovo) per sondare la fattibilità di questa fondazione, ma a far precipitare gli eventi fu appunto il Vicario Generale, che si ritirò improvvisamente con il suo Coadiutore Don Gianni Cossai, ai primi di luglio 1977, provocando una reazione fortissima della popolazione e costringendo i nostri a subentrare anche in S. Maria e poi in S. Carlo.
    Una critica che ho sentito da più Confratelli e che merita di essere vagliata è che egli si è portato troppo poco a visitare i Religiosi di Castellazzo, pur conoscendo le gravi difficoltà iniziali. Anche negli anni successivi (es. dal 1984 al 1995 in cui ero anch’io di Comunità) lo abbiamo visto solo in occasioni dovute. Venne con un gruppo di Religiosi e Suore per la stesura in loco del " Progetto Castellazzo " e qualche altra volta, in transito, ma non per sostare un poco con noi. Qualcuno avrebbe anche voluto che vi venisse di casa, ma questo ritengo sia una richiesta eccessiva. 
    P. Costante aveva una profonda conoscenza della spiritualità di S. Paolo della Croce e lo amava profondamente, ma ebbe tali contrarietà per aver voluto la presenza effettiva dei Passionisti a Castellazzo, che non osò più mettersi in prima linea, lasciando alla Provvidenza il corso degli eventi. Il suo ultimo intervento alla Assemblea del maggio 2001 esprime l’intima sofferenza al vedere messa in discussione una realtà di cui la nostra Provincia dovrebbe invece ringraziare il Signore. Esprimo ancora la mia grande stima ed affetto per P. Costante, anche se lui gli affetti non li esprimeva.

Castellazzo, 17 settembre 2001

P. Diego Menoncin
Comunità Passionista
Via XI Febbraio, 6
15073 Castellazzo Bormida(AL)
Tel. 0131.275198
Fax 0131.449639

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