27/4/01 - Biblioteca di Ceccano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento di P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Corniano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

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Abbiamo seguito la nascita dei fondi di queste biblioteche: doni e acquisti. Poi qualcosa di informe ha cominciato a personalizzarsi con esigenze formative e operative di un Istituto in crescita. Le case aperte da pochi decenni avevano bisogno di libri per il rifornimento dei corsi istituzionali interni e per quel consumo quotidiano connesso alle letture private e pubbliche prescritte. Già la seconda metà del '700 registra acquisti per le biblioteche in ordine a corsi interni e provviste di titoli agiografici e ascetici. 
Successivamente nel programma di rifornimento e di ripartizione dei testi, i superiori seguirono criteri minuziosi calcolando doppioni, richieste specifiche, necessità delle sedi di formazione dei giovani ecc. I PP. Paolo Luigi Pighi, Luca Fabi, Antonio Colombo si distinsero in questa opera benemerita dopo il 1814 e cioè dopo il periodo repubblicano e l'occupazione francese.
E' il concetto di biblioteca ideale che guida incrementi e recuperi in quest'epoca. Prova ne è il fatto che si annotava con orgoglio, finanche nelle cronache, l'arrivo o l'acquisto da Roma o da Napoli, di una nuova opera dei Padri in folio. Dati i tempi era come un segnale di speranza, oltre che arricchimento culturale. Anzi il P. Antonio Colombo, il più attivo in quest'opera, spesso lasciava il suo nome sui nuovi acquisti, sicuro di sottoscrivere un avvenimento.
Negli anni successivi sono le stesse comunità locali a curare gli incrementi orientando il volto più maturo dell'Istituto ai mutati contesti socio-culturali. Un'intensa attività missionaria diede notorietà ai passionisti e provocò una decisa espansione della loro presenza in Italia e all'estero. E' il periodo che va dalla restaurazione alla soppressione anticlericale. Alla metà dell'800 quello che noi conosciamo come fondo antico delle biblioteche passioniste sud-laziali è pressoché completo.
C'erano le serie scritturistiche con Calmet, De Pineda, Sacy, A Lapide ecc. Presenti, con vistoso formato, le opere dei Padri, interessanti anche per l'antichità e la veste tipografica: i Padri latini in buona rappresentanza, un po' meno i Padri greci. C'erano le serie di diritto canonico, immancabile il Bullarium di Benedetto XIV con le più antiche "Decretali" di Gregorio IX. Ugualmente presenti quegli autori che trattavano insieme questioni di morale e di diritto come il Ferraris, il Reiffenstuel, soppiantati poi da autori di più deciso indirizzo teologico morale, come Cuniliati, domenicano e Antoine, gesuita, ritenuti sicuri per il loro rigore, al punto che il capitolo generale del 1778 li adottò ufficialmente. 
Ma non mancava l'Alexandre, di indirizzo più benigno, ed altri. Finché non si impose in questa disciplina sant'Alfonso de Liguori che sarà presente in tutte le biblioteche passioniste. Le opere di storia avevano Muratori in testa, ma anche il Baronio, il Rollin per la storia romana e la storia "universale" e poi Orsi, Rinaldi, Ladvocat, Crevier, ecc.
Per quanto riguarda la teologia e la filosofia i passionisti avevano il suggerimento di regola già dal 1753 di attenersi alla dottrina di san Tommaso i cui volumi (anche in edizioni cinquecentine) erano in biblioteca. Manuali sistematici di teologia ispirati a san Tommaso erano utilizzati nei corsi istituzionali. Tra questi si impose il Billuart, come testo fedele ed ufficiale, dopo l'iniziale, incerta adozione di P. Annat e del discusso L. Habert. Nel 1769, anno in cui la linea culturale passò nella regola approvata da Clemente XIV, questi ritiri annotano nei registri le spese per il Billuart.
Per la filosofia all'Inizio troviamo nomi come Goudin, Gonet e poi Roselli ('700). Ma col tempo si impose il Roselli, domenicano come il Billuart, nomi tali da garantire per i corsi la fedeltà alla linea tomistica. Non per sempre però questi testi potevano durare al passo coi tempi. Subito dopo il periodo napoleonico si pensò ad aggiornare quegli autori per iniziativa e per consumo interno dei passionisti. Il lavoro fu portato a termine dal P. Gaetano Angelini per il Roselli e il Billuart nel 1834 e nel 1837 presso l'editore Puccinelli di Roma. 
In seguito le sollecitazioni culturali provenienti dall'idealismo e dal positivismo suggerirono nuovi confronti e nuove sintesi che furono affrontate da P. Silvestro Zannelli, con i suoi cinque grossi volumi di filosofia neotomista, stampati a Montecassino nel 1875, e da P. Giacomo Sperati con i suoi ricchi contributi nel 1877 e 1882. Ambedue erano nativi del frusinate. Il P. Sperati ebbe l'amara esperienza di vedere il suo volume: Nuovo saggio intorno all'azione di Dio sulla libertà dell'uomo (Napoli 1877) messo all'indice in seguito ad una recensione del Liberatore su Civiltà Cattolica per distinzioni oggi ritenute ininfluenti. L'enciclica di Leone XIII Aeterni Patris del 1879 per la promozione del tomismo - che provocò una vasta risposta da Napoli a Lovanio con validi contributi - trovò un terreno già pronto negli studi passionisti.

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