Breve
meditazione del P. Stanislao Renzi ai membri dell’AsEAP
(Associazione Ex Alunni Passionisti), riuniti in
assemblea il 1° maggio 2003 a Calvi Risorta (CE).
d. Il volto sofferente di Cristo sul volto
di chi soffre
La contemplazione del volto sofferente di
Cristo non può limitarsi a fissare l’immagine
del Crocifisso, come di un’icona
che ci raffigura colui che quasi duemila anni
addietro è stato confitto in croce, e che ora
può semplicemente suscitare in chi lo guarda
sentimenti di pietà; essa ci porta a
identificarlo nel volto dei sofferenti, nei quali
c’è
l’attesa,
spesso tacita, di un nostro gesto di compassione.
La compassione non è solo un sentimento
passeggero dell ’animo,
ma un atteggiamento profondo di condivisione della
sofferenza del proprio simile: una specie di
empatia, per cui si patisce in stesso ciò che
fisicamente, psicologicamente o moralmente aggrava
l’altro
e gli altri. Purtroppo la nostra società, tutta
dedita alla tecnologia, alla telematica, che
caratterizzata dalla globalizzazione, non ha cuore
per percepire il volto di Cristo nei mille volti
dolenti dei nostri giorni. Sono i poveri, di cui
Gesù dice che li avremo sempre con noi.
Nella memoria della Passione, che contiene il
nucleo dell ’evangelizzazione,
il cristiano trova l’incentivo
ad annunziare il vangelo non solo verbalmente, ma
con i gesti dell’amore
cristiano, della solidarietà e del servizio. In
questa nostra società ce n’è
veramente bisogno, perché quotidianamente balzano
ai nostri occhi fenomeni di intolleranza, di
sfruttamento, di oppressione: c’è
necessità di rendere più umane le strutture. Chi
vuol rendere vivo il ricordo della Passione, non
può disattendere questo personale impegno a farsi
carico prossimo di chi ha il volto disfatto ed è
bisognoso di aiuto.
In conclusione ogni
membro dell ’AsEAP
non può contentarsi di un’appartenenza
ad un Istituto solo a ricordo degli anni vissuti
in seminario, ma deve vivere concretamente la
memoria della Passione e lasciarsene sempre più
compenetrare. |