Breve
meditazione del P. Stanislao Renzi ai membri dell’AsEAP
(Associazione Ex Alunni Passionisti), riuniti in
assemblea il 1° maggio 2003 a Calvi Risorta (CE).
c. La Passione di Cristo illumina la
sofferenza e le dà valore
La sofferenza è certamente un male contro la
naturale aspirazione dell’uomo
ad una vita sana e serena. La sofferenza non può
essere accettata e Gesù si è prodigato per
alleviare ogni dolore, addirittura con le
guarigioni e con il ridare la vita.
Tuttavia Gesù ha assunto la sofferenza, s ’è
calato fino in fondo alla situazione dell’uomo
e, accettando tutta la propria vita, e
particolarmente la croce, in obbedienza al volere
del Padre e per l’amore
smisurato per l’uomo,
ha dato un valore umanamente inspiegabile alla
stessa sofferenza: l’ha
resa strumento di vita.
Il cristiano, sull ’esempio
del Cristo, deve lottare contro la sofferenza e
contribuire a migliorare le situazioni di salute,
ma quando è torchiato dalla sofferenza, non può
limitarsi ad una rassegnazione quasi di fronte ad
un ineluttabile destino, ma deve amare la propria
sorte vedendo in essa il volere di Dio che chiama
alla croce per non far mancare alla salvezza dell’umanità
l’apporto
personale. Si tratta di offrire quello che manca
alla Passione del Cristo, ossia la propria parte
di discepolo.
Certo la sofferenza e la malattia resteranno
sempre un ostacolo che si vorrebbe eliminare ad
ogni costo: ma quando vengono, e non si riesce a
superarle con i rimedi umani, bisogna chiedere al
Signore Gesù di illuminarci e di sostenerci nell ’accettazione
amorosa della volontà del Padre per superare la
naturale riluttanza al dolore.
Il cristiano, che vuole vivere veramente la
memoria della Passione, sa farsi carico delle
situazioni di sofferenza dei propri simili e,
sentendosi solidale a chiunque, fa quanto gli è
possibile, con vera carità, per sottrarre
sofferenza e comunicare gioia.
Intanto, apprezzando sommamente la vita che
dalla croce del Cristo ha ricevuto tutta la
dignità, il cristiano sa che, se vuol vivere le
memoria della Passione, deve difendere e
apprezzare la vita ad ogni stadio, a cominciare da
quella che è ancora nel grembo della madre fino a
quella che si avvia al tramonto e perciò deve
impegnarsi a fondo perché nella società, ove
impera una cultura di morte, si rispetti
pienamente la vita, bandendo l ’aborto
e l’eutanasia.
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