La Biblioteca di S.
Maria di Pugliano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del
Lazio sud: '700 e '800.
P. Giuseppe
Comparelli
Tipologia e analisi
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Ma se ci sono campi di
sapere e di studio in cui più si registrano movimento e rinnovamento
sono quelli connessi all'attività dei soggetti in un Istituto di
dichiarata fisionomia missionaria e pastorale in genere. Sono i titoli
di spiritualità e quelli legati alla vasta produzione che allora si
qualificava come "predicabile". Si tratta di autori che
illustravano e commentavano le verità cristiane, i cicli liturgici, i
temi quaresimali, i precetti morali ecc. in una parola quello che era
attività dei missionari popolari, dei direttori di spirito,
conferenzieri per categorie, monasteri, seminari. Per queste attività
la biblioteca aveva pronti temi e autori italiani ed esteri che
soccorrevano con grande ricchezza per argomenti di ascetica e mistica.
Poi anche quei libri di vita devota che nell'800 pure faranno capolino
nelle biblioteche passioniste senza definire per altro la fisionomia di
un Istituto piuttosto restio a perdere la propria austerità in questo
senso.
Per le tematiche
riguardanti le verità cristiane si faceva ampio ricorso alla Scrittura,
ai Padri della Chiesa che pure erano ben presenti in biblioteca (con
splendide cinquecentine, tra l'altro) e ai testi di commento di autori
collaudati sul campo: Segneri, Calino, Turchi, nomi di grande successo
nel '600 e nel '700 ed altri che allora costituivano il mondo
dell'oratoria sacra. I passionisti erano diffidati dal ricorrere al
linguaggio forbito degli autori barocchi. Questo spiega il lavoro di
controllo di tutto un genere di comunicazione con cui il passionista del
'700 e '800 deve farsi ascoltare senza confondere l'efficacia spirituale
con quella oratoria. La mole di manoscritti, che si conservano ancora,
testimonia di questo grande lavoro, diversificando temi e linguaggio
quando ci si proponeva al popolo oppure a categorie scelte.
Diverso era il tema di
spiritualità che veniva tracciato e pronunziato con più ricorso alla
biblioteca perché spaziava dall'antropologia alla mistica in un sapere
ricco di sottili articolazioni, tutto per descrivere e guidare la vita
dello spirito. Qui la ricchezza dei nomi permetteva ampio rifornimento
di temi di autorità: Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Tauler,
Francesco di Sales, Rodriguez, Scaramelli, Scupoli ecc. Un mondo di
meditazioni e comunicazioni che si mostrò più creativo e vario sul
campo rispetto alla riflessione più propriamente teologica e pastorale,
nonostante la "querelle" quietista. Tanto è vero che nell'800
la riflessione passionista produrrà opere spirituali, non teologiche.
A questo settore,
andrebbe aggiunta quella letteratura destinata a sussidiare la
meditazione e l'orazione mentale, molto cara alla spiritualità
passionista, che si concretizzò per lungo tempo nei testi di Gaetano da
Bergamo, Navarra, Nepveu, Croiset, Da Ponte (Puente), A. Spinola. I
primi due erano considerati ufficiali nell'Istituto per i momenti di
meditazione comunitaria.
Allo spazio della
spiritualità potremmo far accedere anche la serie delle agiografie,
anch'essa ben nutrita accogliendo collane e volumi singoli, relativi a
biografie di santi, secondo il cielo liturgico, oppure con criterio
monografico, quasi sempre destinati alla lettura in comune. Spesso in
questo settore si incontrano testi splendidi per la veste tipografica,
le calcografie interne e la rilegatura in pelle con impressioni in oro.
Questi erano i reparti
più nutriti. C'erano però altri argomenti con pochi titoli ma spesso
di pregio e ancora oggi rari e stimati, legati a monografie locali, come
il Cecconi, il Petrini, il Cayro nella biblioteca di S. Maria di
Pugliano.
Un'altra voce abbiamo
trascurato per brevità in questa rassegna ed è quella legata ai grandi
editori e stampatori antichi. Queste biblioteche, particolarmente quella
di S. Maria di Pugliano, hanno nomi che sono nelle.prime pagine
della storia della stampa.e del libro: Schweynheim e Pannartz, N. Jenson,
A. Manuzio, Gioliti, Paganini, O. Scoto, Giunti ecc. Perciò meraviglia
non poco che una sede collocata in una zona boschiva aveva, a
disposizione per la propria meditazione gli stessi libri dei principi
colti e dei grandi ecclesiastici.
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