Il
futuro delle biblioteche ecclesiastiche
Oggi la Campania è l'unica Regione ad
avere avviato già da due anni il progetto SIBERG per la catalogazione
informatica. E' un progetto a cui per adesso stanno lavorando 11
biblioteche solo ecclesiastiche alle quali se ne aggiungeranno un'altra
ventina che hanno presentato richiesta, ed è l'unico progetto
sponsorizzato totalmente dalla Regione Campania. Unico progetto
costituito solo da biblioteche ecclesiastiche, in altre Regioni hanno
aderito biblioteche ecclesiastiche e biblioteche locali.
Stiamo quindi portando avanti questo grosso progetto e anche questa
biblioteca ne farà parte e tra non molto saremo in grado di conoscere
almeno in parte il patrimonio regionale. Ma forse prima di arrivare a
questa conclusione della informatizzazione di quasi tutte le biblioteche
ecclesiastiche è opportuno che ogni ordine pensi un po’ a portare
avanti il progetto "la conoscenza del proprio patrimonio".
Questo già sarebbe una cosa molto molto importante.
Diciamo che per ottenere dei risultati abbiamo bisogno anche di
personale qualificato, personale che deve essere aggiornato, personale
che deve seguire dei corsi e questa biblioteca ha mandato tre
collaboratori a seguire un corso organizzato dalla ABEI. Collaboratori
che nella maggior parte dei casi sono dei volontari. Il volontariato
nelle nostre biblioteche è una mano santa, però è sempre una mano un
po’ tremolante perché si tratta di giovani che vengono a fare
volontariato nella speranza di essere assunti.
Ma quando questa speranza non si realizza, allora rimaniamo molto spesso
senza neanche il sorriso di chi ci ha aiutato fino ad oggi. Ecco perché
questo è un problema molto serio che va affrontato ad alti livelli e
speriamo che con l'ampliamento dell'art. 12 del concordato qualche cosa
di buono si riesca a fare.
Una proposta che mi sono permesso di fare due anni fa ad un nostro
convegno ABEI è quella di creare presso strutture come questa dei
sistemi integrati: biblioteche, archivi, musei. Questa potrebbe essere
l'unica via alla soluzione di alcuni problemi, anche economici. Noi
abbiamo la Regione che ci viene in aiuto e la Conferenza Episcopale
Italiana, che attraverso l'analisi delle richieste riesce a dare qualche
contributo alle biblioteche ecclesiastiche.
Però è chiaro che chi viene in biblioteca non deve pagare, chi viene a
consultare l'archivio non deve pagare, altrimenti ce li sogniamo gli
utenti. Soprattutto qui da noi che per andare a vedere una partita di
calcio spendiamo anche 100.000 lire per il biglietto, ma se dobbiamo
dare 10.000 lire per avere un tesserino per entrare in biblioteca o in
archivio, non lo facciamo. Allora il sistema integrato potrebbe
risolvere in parte questo problema perché per il museo si potrebbe
stabilire un biglietto di accesso; per la biblioteca e per l'archivio
no. Quindi, questo dovrebbe essere un po' secondo me il futuro dei
nostri complessi intesi sempre come archivi, biblioteche e musei.
Impostati in questi termini io credo che anche la funzione della
biblioteca ecclesiastica intesa come centro di promozione culturale e di
educazione permanente è resa efficiente da una gestione oculata e
incisiva e ad essa va riconosciuta una collocazione di pubblica
biblioteca molto più forte di quanto fino ad ora non sia avvenuto.
La necessità di un intervento pubblico per quanto attiene la gestione e
la fruizione dei beni culturali nelle biblioteche ecclesiastiche
scaturisce dalla funzione che le biblioteche ecclesiastiche assumono non
solo in rapporto ai fini essenziali che la chiesa istituzionalmente
persegue ma anche in rapporto alla comunità civile nell'ambito della
quale la chiesa stessa opera. Indietro
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