I
Servizi offerti dalle biblioteche ecclesiastiche
Un bilancio relativo alle biblioteche ecclesiastiche nel
nostro paese deve partire da dati quantitativi ed è
indispensabile comprendere quali tipi di biblioteche
ecclesiastiche caratterizzano il panorama culturale
italiano. Dell'annuario ne parlerà dopo sua Ecc. Mons.
Ciriaco Scanzillo presidente del nostro annuario che è
già alla seconda edizione con dati molto significativi.
Il panorama di queste biblioteche è molto
frastagliato e bisognerebbe conoscere esattamente la
natura giuridica nel loro costituirsi storico e nel loro
aprirsi al pubblico. In base alle loro tipologie e alle
loro caratteristiche intrinseche si intuiscono la natura
dei loro depositi, gli ambienti in cui sono stati
collocati, la qualità dei fondi posseduti ma soprattutto
la pratica di socializzazione adottata, ossia il bacino
di utenza verso cui è diretta l'informazione culturale.
Vista la complessità di una più articolata divisione
tipologica delle biblioteche ecclesiastiche in base ai
dati censiti, bisogna ritenere ancora validi il
raggruppamento in tre grossi profili; per cui per ogni
biblioteca ecclesiastica vanno parallelamente
caratterizzate delle indagini sotto il profilo giuridico, storico e funzionale.
Dei dati statistici ne parleremo dopo, vediamo ora
quale è l'importanza delle biblioteche ecclesiastiche
sul territorio e quali servizi possono offrire. La quantificazione del
patrimonio e dei servizi impone innanzitutto una scelta
piuttosto radicale tra due possibili opzioni. Bisogna
continuare a tenere una biblioteca generica o tendere
alla specializzazione?
La prima impostazione è senza dubbio di rilevante valore
ideale, direi politico, perché nella misura in cui
incide sulla realtà culturale nel territorio in cui
insiste la biblioteca, suona come denuncia alle locali
organizzazioni del sapere a cui di norma si deve
contestare la scarsa attenzione per le questioni
culturali collegate al discorso religioso. L'esempio di
Napoli mi consente di esplicitare ciò che intendo.
Napoli come tante città manca di una organica rete di
biblioteche decentrate alla portata di tutti. La
biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III e le poche
altre pubbliche, tutte concentrate nel nucleo storico
urbano, sono tuttavia di difficile raggiungimento. In
alternativa le biblioteche ecclesiastiche, diffuse in
maniera abbastanza capillare sul territorio, rivestono un'importanza strategica per il discorso culturale di
base. Certo si potrà obiettare che le biblioteche
ecclesiastiche hanno connotazione marcatamente religiosa
mancando spesso di quelle caratteristiche che
teoricamente possono essere solo di biblioteche di
quartiere.
Tuttavia la destinazione a pubblica fruibilità e
l'aggiornamento mirato, partendo da una sensibilità sociale e
pastorale, possono rendere prezioso quel luogo di primo
servizio culturale oltre che di approfondimento in alcuni
settori specialistici del sapere.
Le biblioteche ecclesiastiche sono quasi sempre
agganciate agli studi sacri per tradizione e per
situazione giuridica logistica nonché per motivi non
irrilevanti per scelta cosciente. Ma gli studi
ecclesiastici hanno una matrice di base geneticamente
umanistica grazie alla quale molte biblioteche
ecclesiastiche sono ricche di preziosi strumenti di
lavoro anche di primo avvio. La sala di consultazione,
qui ne abbiamo un esempio, deve contare necessariamente
sugli scaffali dizionari, enciclopedie, manuali,
repertori bibliografici di scienza umana e simili. Tutti
questi elementi fanno della biblioteca ecclesiastica un
centro culturale alla portata di un vasto pubblico specie
della generazione studentesca. Indietro
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