23/12/00 - Biblioteca dei Passionisti di Napoli - Inaugurazione della nuova sede

Intervento di P. Michele Iodice (direttore della Biblioteca)

Premessa - Dati fisiologici - Analisi - Prospettive

P. Michele Iodice (Direttore della Biblioteca)Prospettive
L’impegno culturale non ha mai avuto prevalenza programmatica nell’Istituto, per il passato, anche se si sono avute stagioni coscienti e talvolta produttive in tal senso. Per la povertà dell’Istituto, nella politica degli acquisti si è cercato sempre di assicurarsi l’essenziale.
Oggi un rinnovato interesse per la conservazione di ciò che è memoria, nonostante gli sconfinamenti mediali, prima impensabili, ci ha invitati a guardare con accresciuta venerazione a un fondo antico.
Dal 1996, con l’abnegazione di generosi collaboratori, si è lavorato per salvare il fondo antico da un altro sisma di pari entità dei precedenti, quello dei lavori di consolidamento delle strutture che si vanno svolgendo nella sede dell’antico convento.
Nel novembre del 1998 avendo avuta la possibilità di utilizzare nuovi spazi dall’ente proprietario "La Provincia dell’Addolorata dei Padri Passionisti", e con il contributo e l’interessamento della Regione Campania, stiamo lavorando per ridare nuovo lustro alla Biblioteca sia nella collocazione dei suoi fondi antichi che nell’ammodernamento della parte moderna.
Le cose realizzate, che fino a poco tempo fa, sembravano impossibili, ci permettono di guardare a nuove e numerose prospettive per il futuro:
1. Portare a compimento il programma di informatizzazione dei cataloghi cartacei cominciato solo in parte per il fondo antico.
2. Essere accolti nel polo Ciberg per le biblioteche ecclesiastiche della Campania, come da richiesta fatta
3. Diventare la banca dati di tutti i fondi storici e moderni delle biblioteche della provincia
Passionista
4. Potenziare la operatività delle strutture e dei fondi moderni perché i già numerosi docenti e studiosi che si recano nella biblioteca possano usufruire nella tranquillità e nel verde in cui siamo immersi di tutto ciò è necessario.
5. Salvaguardare il patrimonio del fondo antico attraverso il restauro.
6. Incrementare l'attività di ricerca e di collaborazione con riviste scientifiche.
Queste prospettive che oggi emergono chiare nei nostri intenti, che sono frutto di un programmato lavoro, hanno bisogno ancora di un sostanzioso contributo finanziario della Regione Campania per poter vedere la loro realizzazione, per mostrare con vanto un patrimonio che non è solo di un ente ma dell’intera comunità, patrimonio che racchiude la storia e la memoria della nostra Regione.
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