23/12/00 - Biblioteca dei Passionisti di Napoli - Inaugurazione della nuova sede

Intervento di P. Michele Iodice (direttore della Biblioteca)

Premessa - Dati fisiologici - Analisi - Prospettive

P. Michele Iodice (Direttore della Biblioteca)Analisi
Uno dei declini della biblioteca passionista nella prima metà del 1900 è dato dal fatto che i singoli religiosi cominciano a munirsi di scaffali privati, prima proibiti, e la biblioteca è più un rifugio erudito che strumento abituale di sapere.
Certamente quello che noi oggi conserviamo come fondo antico propriamente detto costituisce il 40% di quella che fu la reale consistenza storica.
La biblioteca contiene oggi circa 18.000 volumi, 105 testate di riviste di cui 32 ancora in corso e numerosi manoscritti.
Ci sono le serie scritturistiche con Calmet, Depineda, Sacy, Alapide. Presenti, con vistoso formato, le opere dei padri, interessanti per l’Antichità e per la veste tipografica. I Padri latini in buona rappresentanza, un po’ meno i Padri greci. Presenti gli autori che trattano questioni d’indirizzo teologico-morale fino a S. Alfonoso dei Liguori.
Per quanto riguarda la teologia e la filosofia i Passionisti avevano come suggerimento di regola fin dal 1753, di attenersi alla dottrina di S. Tommaso, e numerosi sono i manuali sistematici di teologia ispirati a S. Tommaso. Tra questi s’impose il Billuart, ma ciò non toglie la presenza di testi di Scoto, Rosmini Gioberti, Genovesi, affiancati da coloro che prepararono la rinascita tomista come Sanseverino, Signoriello, Liberatore.
Per la filosofia troviamo nomi come il Rosselli anch’egli domenicano che garantiva la fedeltà alla linea tomistica.
Singolare la vicenda del P. Sperati che nel 1877 a Napoli in seguito alle sollecitazioni provenienti dall’idealismo e dal positivismo, pubblicò un volume d’indirizzo neotomista: Nuovo saggio intorno all’azione di Dio sulla libertà dell’uomo, siamo prima della fondazione dei passionisti a Napoli, questo libro fu messo all’indice in seguito alla recensione del Liberatore su la Civiltà Cattolica per distinzioni oggi ritenute influenti.
Ben rappresentati sono i testi di autori latini: Cesare, Virgilio, Orazio, Livio, Nepote.
Riguardo alla letteratura italiana, i titoli non sembrano abbondanti perché è stato un settore sfoltito dal consumo interno e da attenzioni esterne, ma ricco risulta il settore in lingua napoletana che costituiscono una sezione a se stante.
Ricchi di curiosità sono quei titoli extra rispetto alle discipline umanistico ecclesiastiche, che hanno tanto fascino per noi oggi: floricoltura, medicina, astrologia, ecc.
Molta importanza sia per numero che per significato, hanno quei titoli di spiritualità e quelli legati alla vasta produzione che allora si qualificava come I Predicabili in quanto erano funzionali alla predicazione che il passionista faceva. Si tratta di autori che illustravano e commentavano le verità cristiane, i cicli liturgici, i temi quaresimali, i precetti morali ecc. in una parola quello che era attività dei missionari popolari, dei direttori di spirito, conferenzieri per categorie. Per queste attività la biblioteca aveva un gran numero di autori italiani e moderni. Per le tematiche riguardanti le verità cristiane si faceva ampio ricorso alla Scrittura, ai padri della Chiesa, che erano presenti, insieme ai testi di commento di autori come il Segneri, Calino, Turchi nomi di grande successo nel 600 e nel 700.
Notevoli sono i manoscritti conservati, che testimoniano il lavoro di revisione del linguaggio che il passionista operava in vista della comunicazione al popolo, il manoscritto era una vera e propria esperienza d’inculturazione.
Nella parte moderna, grande rilevanza hanno quei titoli riguardanti la teologia delle Croce che a partire dagli anni settanta ha avuto un forte impulso nella Chiesa e nella Congregazione, sotto l’aspetto teologico, letterario, filosofico, artistico.  
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