Dati
fisiologici della Biblioteca
In una struttura conventuale la
biblioteca, logisticamente, risulta collocata sempre fuori
dall’ambiente comunitario; questo non per lo scarso interesse verso lo
scibile, ma perché il tempo dello studio fosse salvaguardato dal rumore
delle attività di gestione della quotidianità.
La biblioteca dei Pii Operai doveva essere ben fornita nel XVIII secolo
in quanto essi si dedicavano alla predicazione della parola, non solo
tra i ceti bassi ma anche tra i nobili del tempo, e anche perché tra i
membri della Congregazione c’erano diverse personalità di spicco nel
campo intellettuale e sociale della stessa città di Napoli.
Durante le varie soppressioni cui il convento fu sottoposto nel XIX
secolo, ci furono diversi ammanchi di testi pregiati e di altri andati
distrutti.
La collocazione in una sala grande sopra l’antisacrestia risultò
essere già in mano ai Pii Operai una soluzione ottimale, locali
asciutti, e mobili lignei hanno custodito il patrimonio librario fino al
1970 anno in cui un crollo disastroso rovinò l’intero lavoro e
l’antica struttura ubicata al primo piano. La struttura originaria del
1700, composta di volte con soffitti decorati in legno, andò distrutta
unitamente alle bacheche. Tutto il materiale librario fu trasferito al
terzo piano del convento dove è rimasta funzionante fino al 23 novembre
del 1980 quando il terribile terremoto che colpì tutta l’Italia
Centro-Meridionale diede il suo colpo fatale all’intera struttura
conventuale e alla sua biblioteca. Gli ammanchi e gli sfoltimenti
operati nel trasporto di migliaia di volumi per la necessità di porli
in nuove scaffalature è stato notevole. Per quasi 15 anni la biblioteca
ha vissuto un periodo di abbandono anche se la speranza e la competenza
del P. Costantino Comparelli, mio predecessore, hanno salvato tutto il
materiale di pregio che costituisce l’attuale fondo antico.
Alla fondazione di ogni casa c’era sempre, oltre ai libri che si
trovavano quando questa era già stata abitata, una provvista di testi
portati da altri conventi. Molta ricchezza della biblioteca, come tutte,
è costituita da donazioni, lasciti e dagli acquisti.
Lo studio dei timbri, delle donazioni, delle dediche, che è ancora
all’inizio, ci permette di identificare alcuni fondi. Il fondo dei Pii
Operai, proveniente dai lasciti delle famiglie nobili a cui molti dei
Pii Operai appartenevano, come il Carafa stesso, risulta essere una
piccola parte perché i Padri quando lasciarono il convento portarono
con se i testi più preziosi insieme alla Platea, libro della storia del
convento. Nel decennio che decorre dal 1870 nella casa di S. Maria ai
Monti fu ospitata una Congregazione che ha lasciato il suo segno nel
timbro ritrovato su alcuni testi con la seguente iscrizione: "Pia
Casa dei Sordo-Muti S.M.D.M.Ponti Rossi".
Il fondo segnato con: "Ex Libris Aloysii Caterini"
proveniente dalla biblioteca storica di San Sosio Martire in Falvaterra,
di cui però al momento non possediamo notizie biografiche, fu portato
nel tempo della fondazione.
Il fondo costituitosi nei primi decenni del secolo con lasciti e
donazioni ha il timbro latino utilizzato dai Passionisti: "Ex
Recessu S.ª Mariae Montium Neapoli".
Un’altra buona provvista è proveniente dall’attività di docente
del P. Gerardo Gallucci professore di teologia e filosofia dagli anni
1950-60.
La Biblioteca ebbe il suo periodo di splendore tra il 1940 ed il 1960
quando fu trasferito in questa casa lo studentato dei Chierici Teologi,
che vi rimasero fino alla fine degli anni 70. Nel corso di tale periodo
molti testi scolastici e legati alla cultura dei docenti arrivarono in
questa comunità. Tali testi furono ordinati e catalogati, ma purtroppo
degli antichi cataloghi non è rimasta traccia dopo il crollo della
struttura. indietro
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