Betlemme è una città della Cisgiordania palestinese, a breve distanza da Gerusalemme. È famosa soprattutto per essere il luogo di nascita di Gesù Cristo; a ricordo di tale evento vi sorge la Basilica della Natività.
Si trova a circa 10 km a sud di Gerusalemme, ad un altezza di 765 m sul livello del mare. Il suo agglomerato urbano comprende anche le cittadine di Beit Jala e Beit
Sahour.
A Betlemme nacque anche Davide, secondo re di Israele; essa è quindi menzionata spesso nella Bibbia come "la città di Davide". Secondo una profezia biblica
(cfr. Mi 5,1), il Messia doveva essere suo discendente e nascere nella sua città. Secondo i Vangeli, la nascita di Gesù adempì questa profezia. Betlemme
("Bayt Lahem") significa "Città del pane" (che deriva dall'ebraico, dove
"Lekhem" = "Pane"), ma "Bayt Lahem" potrebbe anche significare "Casa della carne" se viene tradotta dall'arabo
("Lahem" = "Carne"), ma non mancano altre etimologie che fanno riferimento a un antico santuario
(bayt) di una divinità femminile siriaca (Lehem). La stella di Betlemme viene chiamata comunemente stella cometa.
Questa voce di architettura non è ancora formattata secondo gli standard: contribuisci a migliorarla seguendo le convenzioni di
Wikipedia.
Segnalata: luglio 2006 Aeternus8 10:41, 14 lug 2006 (CEST)
Sopra la grotta dove nacque Gesù, l’imperatore Adriano nel 135 fece piantare un boschetto consacrato al dio Adone. Nel 326, Sant’Elena – “per ordine del figlio Costantino” –, rimosso il terrapieno e il boschetto, fece costruire una basilica: originariamente aveva un vasto cortile immetteva in un atrio terminante di fronte alla chiesa con colonne di un gradino più alte, una sorta di propilei.
La basilica (misura m 53,90 di lunghezza e m 26,20 di larghezza nella navata. Nel transetto la larghezza è di m 35,82) era a cinque navate, e sul suo lato orientale sorgeva una costruzione ottagonale, soprelevata di tre gradini. Al centro dell’ottagono, altri tre gradini portavano ad una balaustra che circondava un’ampia apertura circolare, nella quale, attraverso un foro aperto nella volta in pietra della grotta, i visitatori potevano guardare dentro la caverna dove, secondo la tradizione, era avvenuta la nascita di Cristo.
La pianta dell’edificio permette d’individuare la diversa funzione delle sue parti principali. L’immenso cortile antistante doveva servire come luogo di sosta per i pellegrini, e piccolo mercato per le loro necessità. Anche l’atrio era abbastanza ampio, ma di contro, le navate erano piuttosto piccole (appena un quarto rispetto a quelle della basilica
lateranense).
Poiché, per tutto il IV secolo, la comunità cristiana della Palestina fu molto piccola e anche i pellegrini non erano molto numerosi, nello spazio relativamente piccolo delle navate sia la comunità cristiana che i pellegrini potevano quindi trovare agevolmente posto, mentre l’altare doveva trovarsi nella navata centrale, a qualche distanza dai gradini che conducevano all’ottagono, cioè al martyrium vero e proprio. Quindi, come in San Pietro a Roma, martyrium e basilica erano legati l’uno all’altra, pur rimanendo distinti sia nella pianta che nella funzione.
Rovinata dalla rivolta dei Samaritani, nel 529, la basilica fu restaurata e trasformata alquanto nella sua pianta originale nel 540 al tempo dell’imperatore Giustiniano. Fu aggiunto all’atrio un nartece e il pavimento fu rialzato di circa 80 cm. La costruzione sopra la grotta, che – già detto – aveva forma ottagonale, fu anch’essa modificata con un vasto transetto a due absidi, più un’abside principale in fondo. La basilica si salvò dalla distruzione persiana nel 614 per il fatto che sul prospetto del Tempio erano raffigurati i Magi nel costume nazionale persiano., ed è giunta così pressoché intatta fino ad oggi.
Dell’antica basilica di Sant’Elena s’ammirano oggi stupendi tratti del pavimento musivo, riportato alla luce, mentre i mosaici e le pitture in stile bizantino sono dovuti ai Crociati.
La facciata – mascherata oggi da massicci contrafforti, costruiti per difesa contro eventuali assalti – aveva tre porte, di cui due sono ora murate ed una è ridotta a stretto e basso passaggio, per impedire che i non cristiani vi entrassero con asini e cavalli.
Alla Grotta della Natività s’accede attraverso due scale fiancheggianti l’abside centrale della basilica. Ha forma quasi rettangolare: lunga m 12,30 e larga m 3,5. è divisa in due zone: il luogo dove la tradizione ricorda la nascita di
Gesù, segnato da una stella d’argento con scritto in latino: “Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo
Gesù"; e di fronte il luogo della mangiatoia, dove Maria pose Gesù Bambino dopo “averlo avvolto in fasce”.
I diritti dei Cattolici latini sono stati qui strenuamente difesi, a costo anche di martirio e di sangue, dai Padri Francescani, che hanno la proprietà esclusiva della parte della grotta detta della “mangiatoia”, o del “presepio”, mentre il luogo della natività – salvo alcuni piccoli diritti (la stella con scritta in latino e quattro lampade) – come anche tutta la basilica sovrastante – eccetto un angolo riservato agli Armeni – sono d’esclusiva proprietà dei Greci ortodossi.
Fonte:
la rete
|