La Reliquia del cuore a
cura delle Monache Passioniste di Lucca -
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Poco prima della morte di
santa Gemma - 11 aprile 1903 - Padre Germano ed anche i membri della
famiglia Giannini e la zia paterna, Elisa, avevano pensato di procedere,
subito dopo il decesso della giovane, ad un’autopsia per vedere se nel
suo cuore si fosse trovato, come in altri santi, qualche segno
particolare o straordinario.
Al momento della morte, però, fu tale lo stordimento di tutti (parole
di P. Germano), che la cosa venne dimenticata. Si cercò allora di
rimediare con una prima esumazione e ricognizione.
Questa avvenne il 24 aprile, 13 giorni dopo la morte di Gemma, al
cimitero di S. Anna. Erano presenti due medici, tre suore Barbantini,
padre Germano, il cav. Matteo Giannini e il suo figlio maggiore,
Giuseppe; un padre cappuccino ed un addetto al cimitero.
Il cadavere venne trovato ancora sano ma con qualche indizio di
decomposizione. Scoperto il cuore e levatolo, apparve fresco, vegeto,
flessibile, rosso e pieno di sangue come fosse vivo. Aveva una forma
singolare: un po’ schiacciato sulle due facce e dilatato sui due lati,
appariva più largo che alto. Le costole apparivano rialzate e alquanto
incurvate.
Aperto il cuore, il sangue contenuto nei due ventricoli e le
orecchiette, scorse fluidissimo sul tavolo sul quale si operava, cadendo
anche a terra (E' risaputo che, subito dopo la morte, tutto il sangue
contenuto nel cuore ne esce; oppure, se il raffreddamento è rapido si
coagula e perde il suo colore).
Nell'ottobre 1909 si ebbe una seconda, breve ricognizione delle spoglie
di Gemma, in occasione della loro traslazione dalla tomba primitiva in
un «fornetto» in posto particolare, sotto gli archi superiori del
cimitero. Era presente Guido Galgani, fratello maggiore di Gemma, che
volle si aprisse la cassa e vide che intorno al cadavere vi erano ancora
i fiori messi quando morì, freschi, come posti di recente (dai
Processi: deposizione di zia Elisa). Erano pure presenti il padre
Germano, e l'avv. Giuseppe Giannini che poterono vedere la scatola di
cartone contenente il cuore. È su questa nuova sepoltura di Gemma che
venne posto il piccolo monumento che si può vedere nella sala dei
ricordi presso il santuario. L'epigrafe latina è di padre Germano.
Nel 1923 avvenne la terza ricognizione presso il monastero delle
Passioniste. Il 5 settembre, presenti l'arcivescovo di Lucca, con
monsignor Volpi e altre personalità, inoltre membri della famiglia
Giannini e la zia di Gemma, Elisa Galgani; il postulatore generale dei
Passionisti ed altri religiosi anche in rappresentanza del Superiore
Generale; i medici dott. Pietro Pfanner e il dott. Del Prete, si
procedette alla ricognizione. Sopra lo scheletro ben conservato, si
trovò la scatola di cartone, sfatta, ma nell'interno vi erano i resti
del cuore, in massa compatta, indurita, scura e fibrosa.
In seguito, concessi i resti del cuore insieme ad altre reliquie ai
Passionisti, vennero da essi posti in un reliquiario a forma di cuore,
in cristallo, e custoditi presso la loro Postulazione Generale sita
nella casa generalizia dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio in Roma. continua
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