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L'Eco di San Giuseppe  Mensile religioso e di cultura - Aprile 2001- SOMMARIO 

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LETTERA DELLA CHIESA di P. Antonio Rungi

LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II AI SACERDOTI PER IL GIOVEDÌ SANTO 2001

E’ stata scritta domenica 25 marzo e rivela tutto l’animo sacerdotale di Giovanni Paolo II, al quale stanno a cuore le sorti di tutti i sacerdoti del mondo, ma soprattutto di tutta la Chiesa che, proprio mediante, il ministero sacerdotale continua l’opera di Gesù Cristo per la salvezza dell’umanità. E così, il Santo Padre, come è tradizione anche quest’anno, in occasione della festa dei sacerdoti, il Giovedì santo, ha voluto inviare a tutti i ministri di Cristo una speciale Lettera di ringraziamento, ma anche di invito ad impegnarsi maggiormente nel servizio sacerdotale specie per quanto attiene il sacramento della Confessione. Ed è, infatti, integralmente dedicata a questo tema la Lettera ai sacerdoti, di cui presentiamo una sintesi.
"Questo Giovedì Santo, scrive il Papa, è il primo dopo il Grande Giubileo. L'esperienza che abbiamo fatto con le nostre comunità, nella speciale celebrazione della misericordia, a duemila anni dalla nascita di Gesù, diventa ora la spinta per un ulteriore cammino. Duc in altum! Il Signore ci invita a riprendere il largo, fidandoci della sua parola. Facciamo tesoro dell'esperienza giubilare e proseguiamo nell'impegno di testimonianza al Vangelo con l'entusiasmo che suscita in noi la contemplazione del volto di Cristo! Nella Lettera apostolica Novo Millennio ineunte ho detto che la vera eredità del Grande Giubileo è l'esperienza di un più intenso incontro con Cristo. 
Tra i tanti aspetti di questo incontro, mi piace oggi scegliere, per questa riflessione, quello della riconciliazione sacramentale:  è un aspetto, peraltro, che è stato al centro dell'Anno giubilare, anche perché intimamente connesso col dono dell'indulgenza. Il Giovedì Santo, giornata speciale della nostra vocazione, ci chiama a riflettere soprattutto sul nostro "essere", e in particolare sul nostro cammino di santità. E da questo che scaturisce, poi, anche lo slancio apostolico. Riscopriamo, dunque, la nostra vocazione come "mistero di misericordia". Chiediamo, dunque, a Cristo, in questa giornata santa, di aiutarci a riscoprire pienamente, per noi stessi, la bellezza di questo Sacramento.
Il sacerdote che fa pienamente l'esperienza gioiosa della riconciliazione sacramentale avverte poi del tutto naturale ripetere ai fratelli le parole di Paolo:  "Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo:  lasciatevi riconciliare con Dio" (2 Cor 5, 20). Se la crisi del sacramento della Riconciliazione dipende da molteplici fattori - a partire dall'attenuazione del senso del peccato fino alla scarsa percezione dell'economia sacramentale con cui Dio ci salva - forse dobbiamo riconoscere che talvolta può aver giocato a sfavore del Sacramento anche un certo indebolimento del nostro entusiasmo o della nostra disponibilità nell'esercizio di questo esigente e delicato ministero.
Occorre invece più che mai farlo riscoprire al Popolo di Dio. Bisogna dire con fermezza e convinzione che è il sacramento della Penitenza la via ordinaria per ottenere il perdono e la remissione dei peccati gravi commessi dopo il Battesimo. Bisogna celebrare il Sacramento nel migliore dei modi, nelle forme liturgicamente previste, perché esso conservi la sua piena fisionomia di celebrazione della divina Misericordia. È importante che, anche su questo versante, il ministro della riconciliazione svolga bene il suo compito. 
La sua capacità di accoglienza, di ascolto, di dialogo, la sua disponibilità mai smentita, sono elementi essenziali perché il ministero della riconciliazione possa manifestarsi in tutto il suo valore. L'annuncio fedele, mai reticente, delle esigenze radicali della parola di Dio deve sempre accompagnarsi a una grande comprensione e delicatezza, ad imitazione dello stile di Gesù verso i peccatori. Resta il fondamentale problema di una catechesi sul senso morale e sul peccato, che faccia prendere più chiara coscienza delle esigenze evangeliche nella loro radicalità. 
C'è purtroppo una tendenza minimalistica, che impedisce al Sacramento di portare tutti i frutti auspicabili. Per molti fedeli la percezione del peccato non è misurata sul Vangelo, ma sui "luoghi comuni", sulla "normalità" sociologica, che fa pensare di non essere particolarmente responsabili di cose che "fanno tutti", tanto più se sono civilmente legalizzate. L'evangelizzazione del terzo millennio deve fare i conti con l'urgenza di una presentazione viva, completa, esigente del messaggio evangelico".
Intanto, anche la Chiesa sessana e soprattutto i sacerdoti si ritroveranno tutti insieme intorno al Vescovo, Giovedì prossimo, per la celebrazione della Messa crismale nella mattina di Giovedì Santo. Poi nella serata la celebrazione della Messa in Coena Domini in tutte le comunità parrocchiali durante la quale sarà ricordata l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio. Un appuntamento annuale per festeggiare il dono dell’Eucaristia e tutti i sacerdoti.

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