Croce Ricordo sul
Lungomare di Casamicciola (1903) |
Veduta del Convento dal
mare
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Facciata della Chiesa
(particolare)
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Casamicciola
Terme, maggio 2003. Ricordi
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Senza
il sacerdote, infatti, la nostra Chiesa, come tutte le chiese del mondo,
sarebbe solo luogo di ritrovo, le varie croci solo memoria del passato.
L'umanità stessa sarebbe immersa nel groviglio di tanti problemi
socio-spirituali senza chi si adopera per elevarla, per condurla a Dio,
per implorare Dio in suo nome ed in suo vantaggio.
Senza il Sacerdote non avremmo nelle nostre chiese la presenza reale di
un Uomo-Dio,che per amore si è voluto nascondere sotto i veli
eucaristici per darci gioia, forza, pace, felicità. L'uomo, poi, in
balia di tante burrasche umane, non avrebbe più l'ineffabile
consolazione di sentirsi dire, nei momenti travagliati del suo spirito,
in nome di Dio, le belle parole del perdono: Va, i tuoi peccati ti sono
perdonati. Gesù stesso, calandosi nella realtà umana, come unico
mediatore tra Dio e gli uomini, ha voluto istituirlo, affinché fragili
creature perpetuassero tra gli uomini, in modo visibile, la sua opera di
mediazione, di salvezza, di santificazione.
Gli uomini spesso non focalizzano la figura del Sacerdote in
quest'ottica divino-umana, ma, fissando solo il loro sguardo
sull'umano e facendo leva su presunte debolezze inerenti alla nostra
natura, non sanno cogliere il dato spirituale di cui queste fragili
creature sono state investite. Il Sacerdote resta e resterà sempre un
uomo fattibile, capace di errare, ma ciò non toglie che egli sia l'Unto
del Signore, segnato in eterno col Suo Sigillo, avente il potere di
consacrare il Corpo di Cristo, di amministrare i Sacramenti, di parlare
in nome di Dio.
Nella luce della Fede il cristiano deve avere la forza di elevarsi al di
sopra del fattore umano ed, in questa luce, aprire il suo cuore alla
riconoscenza, innanzitutto verso Gesù, che ha istituito il sacerdozio,
e poi verso coloro, che per volere divino, ne adempiono la sublime
mansione. In questo scenario divino-umano si staglia la figura
sacerdotale-religiosa del nostro Padre Carmine. Da piccolo ha accolto
nel suo cuore l'invito di Gesù: "Vieni e Seguimi".
Con slancio seppe lasciare, casa, genitori, fratelli, amici e sotto
l'onda della grazia, incominciò a salire il monte della perfezione
ascetica, spirituale, didattica. Edotto dalle parole di Gesù: "Se
il chicco di frumento non cade a terra e vi muore, resta solo; se invece
muore, porta molto frutto" e ancora: "Chi ama la sua vita la
perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita
eterna", ( Giov. 12, 24, 25 ) si è sforzato di attuarle nella sua
persona.
Con immenso amore e piena libertà ha gettato il suo seme nell'aiuola
dell'amore infinito di Dio, e, sotto l'azione feconda dello spirito, si
è movimentato di produrre frutti ubertosi nel campo Sacerdotale,
missionario e personale. Spiritualmente si è distaccato dai falsi
miraggi terreni e morendo a se stesso per vivere solo in Cristo e per
Cristo Crocifisso, con l'unico intento di portare l'uomo a Dio e Dio
agli uomini. Continua
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