a. …Colui che, chiamato a diventare “pescatore di
uomini”, ha lasciato tutto e ha seguito il Maestro.
Pietro sin dal primo incontro con
Gesù si fida della sua Parola e non esita a sperare contro ogni speranza.
Per questo è premiato con una pesca prodigiosa, ma soprattutto dal
comportamento del Maestro che, invece di allontanarsi da lui, gli chiede
di condividere la sua missione (cfr. Lc 5,1-11).
Anche noi, chiamati col Battesimo a
lasciare le sponde delle nostre sicurezze per avventurarci dietro il
Messia lungo un cammino di sequela, siamo invitati a liberarci da quanto
ci impedisce di prendere il largo: legami e ancoraggi a riva, paura
di lasciare le sicurezze, immobilismo nel nostro quieto vivere…
Quanti invece hanno avuto questo coraggio
della fede!
Basti pensare ai grandi esempi dell’ultimo
secolo: al giovane Piergiorgio Frassati, ai coniugi Beltrame-Quattrocchi,
a Madre Teresa di Calcutta, a Massimiliano Maria Kolbe e agli innumerevoli
santi della quotidianità nascosti agli occhi degli uomini, ma presenti e
preziosi a quelli di Dio.
Il
Papa, con la sua venuta ci esorta a rispondere prontamente alla chiamata
sempre attuale del Maestro: “Vieni e vedi” confermò a Parigi 1997, “Il
Verbo si è fatto carne” asserì a Roma 2000 e “Voi siete il sale…la luce
del mondo” dirà a Toronto nel prossimo Luglio 2002.
b.
…Colui sul quale Gesù fonda la sua
Chiesa.
Di fronte alle
mutevoli opinioni della folla Gesù rimane insoddisfatto delle risposte
generiche della gente ed interroga i discepoli su cosa pensino di Lui.
Pietro con entusiasmo proclama la sua fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio
del Dio vivente” (Mt 16,16).
Al nostro
mondo continuamente viene chiesto in chi porre la propria fede, in chi
credere (un'antica etimologia fa derivare credere da "cor- dare”, dare il
cuore; è ancora Pietro a farsi interprete della Chiesa e a gridare la sua
fede nel Cristo.
Ogni giorno ci
viene proposto di inserirci come pietre vive in questo edificio spirituale
perché, fondati sulla fede apostolica, possiamo proclamare le opere
meravigliose di Lui che con il sacrificio della croce e la sua
risurrezione ci ha chiamato dalle tenebre del peccato alla sua ammirabile
luce (cfr. 1Pt 2,9).
Questa luce
risplendente negli occhi di Giovanni Paolo II ha attirato, durante tutto
il suo pontificato, milioni di persone intorno a Pietro perché
parlasse loro del Maestro e li indirizzasse nel cammino della fede.
c. …Colui dinanzi al quale Gesù si
trasfigura.
Constatato lo
scoraggiamento degli apostoli per l’annunzio della sua imminente morte,
Gesù decide di anticipare a Pietro, Giacomo e Giovanni la gloria che lo
attenderà. Ma alla provocatoria proposta di Pietro “Maestro, è bello stare
qui, facciamo tre tende…” il Maestro ordina di scendere dal monte (cfr. Mt
17,1-8).
Anche oggi ai cristiani del
terzo millennio Gesù chiede di portare nella società la luce del suo
volto, di testimoniare con la vita la straordinaria esperienza del suo
amore.
Nella sua ultima lettera
apostolica il Santo Padre si fa contemplazione del volto di Cristo ed
esorta gli uomini e le donne del nostro tempo a lasciarsi irradiare dalla
sua luce incontrandoLo nel volto dell’ammalato, sofferente, provato…tutti
tabernacoli viventi di Gesù.
d. …Colui che dopo aver rinnegato Gesù è chiamato ad
assicurargli per tre volte il suo amore.
Dopo la sua risurrezione il Signore Gesù,
coprendo le debolezze di Pietro gli chiede di mostragli un amore più
grande di quello degli altri e per ben tre volte lo interroga: “Mi ami
tu?” (cfr. Gv 21,15-19). È in forza di questo amore “più grande” che il
Cristo affida al pescatore di Galilea il suo gregge.
Qual’è la nostra storia d’amore con Gesù?
…al di là della nostra condizione Egli ci ama immensamente. Da questa
certezza siamo invitati dal Papa a ripartire sempre daccapo; la sua
presenza in mezzo a noi vorrà incoraggiarci a non temere di
innamorarci di Lui, di costruire con Lui la nostra storia e di fondare su
Gesù Cristo la nostra speranza per il domani.
e. …Colui che nel suo successore viene a visitare la
nostra chiesa locale. Egli dovrà confermare nella fede i suoi
fratelli.
Per la prima
volta, in quasi duemila anni di cristianesimo, un successore di Pietro
porrà piede nella nostra isola. Questo non vorrà essere un momento
folkloristico, di turismo o di mondanità, ma l’apice della esperienza
cristiana di una piccola diocesi che però conserva nel suo cuore l’ardore
della fede e la devozione più sincera per il Sommo Pontefice.
Cosa porremo, fratelli, nelle mani del
Papa?
Gli esempi di
santità che la nostra comunità ha saputo esprimere uniti allo sforzo
nostro di imitarli: S. Giovangiuseppe della Croce, il Parroco Giuseppe
Morgera e tanti altri uomini e donne;
le nostre comunità parrocchiali dove
si vive, si soffre, si prega, si svolge l’apostolato;
le diverse realtà ecclesiali che in
molteplici modi rispondono ai suggerimenti dello Spirito;
la bellezza del cielo, della terra e
del mare, riflesso della divina bellezza;
un amore tanto accogliente da farlo
sentire a casa;
le gioie,
le speranze, le attese e i dolori della nostra società.
Sono questi i sentimenti che condivido con voi nell’attendere la
visita del Santo Padre, e, mentre ci auguriamo una efficace preparazione a
tale evento, invoco su tutti voi la benedizione di Dio per intercessione
di Maria “nostra castellana d’Ischia” e dei nostri santi
Patroni.
Tutti benedico nel Signore Gesù che ci ricolma di grazie e benefici
durante quest’anno 2002.
Ischia, Giovedì Santo 2002