24/3/01 - Biblioteca di Paliano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento del Direttore della Biblioteca, P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Pugliano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

I dati fisiologici, gli incrementi  |  1  |  2  |  3  |  4  |  5  |

Sta di fatto che si lasciarono gli editori romani che avevano stampato per i passionisti biografie e testi istituzionali dalle origini fino alla metà dell'800, come Lazzarini, Puccinelli, la Tipografia Forense, quella del Collegio Urbano, ecc. Un mutamento che denotava un balzo di crescita locale e di proposta autonoma tanto per l'Istituto quanto per imprenditori e stampatori di sicuro riferimento.
Col nuovo corso stabilitosi nel clima post-unitario queste biblioteche furono curate dal punto di vista patrimoniale, ma gli incrementi seguirono un mutato orizzonte culturale con opere di nuovo taglio pastorale, soprattutto, e in edizione di modesto valore economico e librario. Con l'inizio del '900 anche le biblioteche passioniste accolgono negli scaffali volumi che dopo l'uso avevano bisogno della legatoria ma restavano in biblioteca fino a che potevano. Solo qualche serie ritenuta più utile veniva fatta rilegare. Si tenga anche conto che la maggior accessibilità al libro come prodotto editoriale, per l'accresciuta convenienza dei prezzi, già dalla fine dell'800, anche per il ridotto pregio della carta nelle stampe ad alta tiratura, ridusse la venerazione per il libro e per la biblioteca: quando il libro come manufatto artigianale e testo raro aveva ancora qualche cultore e ricercatore in convento.
Non ultima ragione di un certo declino della biblioteca passionista nella prima metà del '900 è il fatto che i singoli religiosi cominciano a munirsi di scaffali privati, prima proibiti. Alla loro morte molti di questi volumi che hanno costituito una personalità e un'attività culturale per anni, vengono portati in biblioteca arricchendola di titoli non sempre attuali ma spesso di valore. Non è più il solo rettore o la comunità che decide gli acquisti, a meno che non siano testi scolastici per i giovani. La biblioteca è più un rifugio erudito che strumento abituale di sapere.
Poi è la guerra che porta i suoi danni alle biblioteche passioniste del frusinate. Quella di Pontecorvo è quasi tutta distrutta insieme all'archivio. Quelle di S. Maria di Pugliano, Badia di Ceccano, S. Sosio di Falvaterra e Sora non sono interessate a grossi danni materiali, ma rimangono incustodite (qualche ammanco è documentato) dal momento che i militari tedeschi e le successive attività sanitarie alleate occupano gli interi fabbricati nel tempo del fronte di Cassino, dall'ottobre 1943 al maggio-giugno 1944.
Negli anni di febbrile ricostruzione del dopoguerra queste biblioteche subiscono tutte ristrutturazioni radicali cambiando sito e scaffalature con un criterio di conservazione che non sempre tiene in conto le esigenze logistiche di un ambiente per biblioteca. I vecchi cataloghi sono quasi tutti smarriti. Nessuna verifica guiderà poi il trasloco di migliaia di volumi. Gli esemplari che non trovano facile collocazione, nelle scaffalature uniformate vengono momentaneamente accantonati. E' l'inizio della fine per più di qualche antifonario liturgico antico e per altro, stando a testimonianze dirette.
Poi c'è la stasi degli anni '50 e '60 in qualche caso vicina all'abbandono. La biblioteca di S. Maria di Pugliano, ben custodita anche nella nuova sede, fino al 1958, per il fatto che è sede dei corsi umanistici, rimane incustodita per circa un decennio. Alla fine degli anni '60 un'abbondante infiltrazione d'acqua, rimasta inosservata, ha tutto il tempo di danneggiare un intero settore comprendente anche l'archivio. Circa duecento volumi del fondo antico sono irrimediabilmente perduti, quasi tutti titoli settecenteschi. Ma negli anni '70 c'è stato un risveglio d'interesse intorno al patrimonio librario antico, curando e valorizzando quello che è giunto fino a noi.
Dall'insieme delle vicende ricordate si può tranquillamente affermare che quello che oggi conserviamo del fondo antico, propriamente detto, in queste biblioteche passioniste del Lazio sud, potrebbe essere il 70% di quella che fu la reale consistenza storica. In questa valutazione non includiamo la biblioteca della sede di Pontecorvo: i suoi pochi volumi antichi residui sono stati recentemente associati a quelli della biblioteca di San Sosio in Falvaterra.

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