24/3/01 - Biblioteca di Paliano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento del Direttore della Biblioteca, P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Pugliano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

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Poniamo in un unico discorso le tre biblioteche passioniste di Paliano, Ceccano e Falvaterra, tenendo presente che quanto si afferma di questi fondi antichi vale anche, in qualche modo, per le antiche biblioteche degli altri due ritiri passionisti di Terracina e Monte Cavo, pure risalenti al Fondatore, e chiusi nell'800. E' frequente notare libri provenienti da queste case nelle biblioteche in esame, anzi la sede di Terracina nel '700, comodo scalo commerciale per Napoli, cura acquisti di libri anche per le altre comunità. Non includiamo per ora nel discorso, quella di Sora, per il fatto che fu aperta circa un secolo dopo, nel 1842, quando il cammino culturale della Congregazione aveva già maturato una fase significativa della sua storia. D'altra parte l'origine coeva, l'unità di indirizzo e, spesso, l'avvicendarsi periodico delle stesse persone a guida delle comunità non vieta di associarle in un unico studio, rimandando ulteriori dettagli locali alla pubblicazione dei rispettivi inventari.
Il presente studio si basa su fonti in gran parte inedite, prevalentemente documenti d'archivio dei conventi qui nominati: cronache, registri di amministrazione, annotazione sui frontespizi dei libri. In più, testimonianze orali, per le informazioni riguardanti il dopoguerra.
Queste biblioteche cominciarono a costituirsi lentamente, data anche la povertà radicale delle origini. In seguito con qualche acquisto e donazione, ancora deducibile, tra l'altro, dagli ex libris, prese consistenza il corpo del fondo antico che sarà completato solo all'inizio del secolo successivo, dopo la vicenda napoleonica che costrinse, talora, a riacquistare opere già possedute e poi disperse.
A S. Maria di Pugliano lo spazio riservato alla biblioteca fu ricavato sul portico della chiesa come nel progetto del 1765, ed è stato un sito stabile per quasi due secoli, con indubbi vantaggi. Nel 1946, con l'abbattimento della chiesa settecentesca, insufficiente ad accogliere l'accresciuta popolazione della frazione S. Maria, la biblioteca fu trasferita al lato sud-est del convento che era stato sede del noviziato, dalla metà del '700 fino al 1937. Questo trasloco, che comportò necessariamente ridefinizione degli spazi, provocò vistosi sfoltimenti. Anche le biblioteche della Badia di Ceccano e di S. Sosio di Falvaterra negli stessi anni furono traslocate in siti diversi con nuove scaffalature. Così sistemate queste tre biblioteche erano quel che rimaneva dei fondi antichi e degli altri ingressi ottocenteschi dopo le manomissioni dell'occupazione francese (1798-99 e poi 1810-14) e dopo le vicende relative alle leggi "eversive" dello Stato Unitario nel 1866 e 1873 che pure operarono qualche sfoltimento, non sappiamo con quale criterio, dal momento che, dopo l'inventariazione della Commissione Governativa del Demanio, non tutti e non sempre i volumi furono requisiti.
Per la biblioteca della Badia di Ceccano le date dei rischi accennati sono gli anni 1849, 1860, 1875. Per quella di S. Maria di Pugliano l'inutile procedura di requisizione ebbe luogo nel luglio 1873. Venne il commissario governativo Ettore Novelli con quattro addetti, cui si aggiunse da Paliano Benedetto Tucci. I religiosi, che da tempo erano sull'avviso, già avevano salvato presso case private i volumi più utili, altri ne avevano sistemati nelle stanze presso di sé, dal momento che la legge non colpiva i libri di uso personale dei religiosi. La Commissione timbrò e conteggiò volumi di storia, geografia, agiografia, la Civiltà Cattolica ed altro, senza inventariare. Per molto tempo questi libri non furono ritirati. I religiosi raccolsero in armadi distinti sia quelli timbrati sia gli altri, tutti fuori la sede reale della biblioteca. Poi si seppe dal Comune di Paliano (che fece stilare un catalogo dal Signor Giovanni Laderchi relativo ai testi requisiti) che tali volumi erano stati comprati dal Comune di Alatri. Poi i documenti sono reticenti: non si sa se furono tutti ritirati. Fino al 1879 le cose rimasero ferme, sappiamo solo che al momento i titoli osservati non suscitarono interesse. Tuttora comunque, si possono notare i timbri della Commissione Governativa su diversi volumi di vari argomenti, anche legati a discipline spirituali, forse quelle non interessanti per gli acquirenti. Da qui si può arguire che per le altre discipline citate di cui non sono rimasti timbri, i libri furono prelevati.

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