27/4/01 - Biblioteca di Ceccano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento di P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Corniano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

La biblioteca passionista: alternanza tra biblioteca ideale e biblioteca essenziale
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Come abbiamo visto, l'alternarsi di eventi, ma anche di scelte culturali in funzione della propria fisionomia carismatica e operativa ha prodotto nella biblioteca passionista risonanze corrispettive, deboli in verità, rispetto ad una continuità di indirizzi nella propria tipologia. L'impegno culturale non ha mai avuto prevalenza programmatica nell'Istituto, anche se si sono avute stagioni coscienti e talvolta produttive in tal senso. Così la biblioteca ha rispecchiato la tendenza ambivalente: contemplativa e operativa, dei passionisti del '700 e dell'800, senza per questo perdere la propria unità funzionale. Del resto, per voler essere il più possibile vicina ad un ideale di completezza, non sempre una biblioteca può essere il documento fermo e fedele di una comunità come gruppo evolutivo.
Talvolta, infatti, queste biblioteche sono state tentate di modellarsi sulle grandi provviste monastiche e talvolta, successivamente, sulle biblioteche agili, pluridisciplinari, di ampia intelligenza sussidiaria, come quelle degli ordini post-tridentini. In realtà non hanno raggiunto la ricchezza dei modelli, ma hanno realizzato un proprio patrimonio sintesi sempre pensato come contenitore stabile di un sapere fondamentale per tutti, quasi asettico e trascendente.
Qui non siamo in quell'ordine dei libri di R. Chartier (1992) con le sue geniali osservazioni sul rapporto non automatico di libro-stampa-contenuto che autorizza anche a generare quella che fu la grande operazione Bibliothèque bleue e cioè qualcosa che riguarda il libro per creare la lettura. Questa idealità che trattiamo è un po' inversa: operare con i libri per un sapere che trascende il libro, senza poterne fare a meno come cifrario sociale, anche simbolico, per realizzare una reazione comunitaria, semmai anche inalterata nel tempo.
Quest'ultimo impossibile obiettivo, forse sarà stato ipotizzato in qualche epoca passata e potrebbe collegarsi a quel difficile discorso sul "canone" dei libri, aperto recentemente da H. Bloom, D. Denby ed altri, secondo cui alcuni libri - si parla della cultura occidentale - debbano essere riferimento necessario per la lettura storico-sociale, come reazione di identità e interpretazione collettiva. Ma questo potrebbe condurre a liste ideologiche ed altro da cultura egemone connessa a prevalenza politiche in campo squisitamente laico. Anche in ambito ecclesiastico, si sono avuti rigori orientativi, ma più connessi all'integrità dottrinale che alla venerazione di un testo che non sia la Bibbia. 
Nel mondo ecclesiastico moderno è proprio la continuità temporale della reazione che ha ceduto, in forza di una coscienza storica che propone una rilettura anche con l'aiuto della formula-libro. Non si crederebbe, laicamente parlando, a questo processo irreversibile che ha toccato ogni lettura, mai ferma, dalla Bibbia ai Padri, ai mistici, ai teologi, ai documenti conciliari ultimi. Chi non è dentro questo cammino (che partì dalla Lectio divina) può vedere una ingannevole e inerte identità.
Tornando alle nostre biblioteche, il desiderio di un sapere compiuto ha comportato, anche per la povertà dell'Istituto, di assicurarsi l'essenziale, visto e desiderato sia come connotativo di completezza ideale, sia come forzato criterio selettivo. Altre volte gli incrementi hanno obbedito ad una logica difensiva, ma anche valutativa: non si trattava di una recinzione che voilesse irrigidire la sicurezza di una linea culturale, ma una logica di necessità, che da un comune possedimento precomprensivo marcasse l'essenziale e l'accessorio, come fa ogni gruppo, del resto, che ha un obiettivo che non è raccogliere libri, ma piegarli a un fine vitale. Da qui la stabilità di un livello che sa attendere la qualità e il tempo degli incrementi, come successe agli inizi dell'800, mantenendo il patrimonio costituitosi nel '700, non solo per gli sconvolgimenti storici, ma anche per un certo giudizio su una produzione nata in un periodo di emergenza.

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La biblioteca passionista: alternanza tra biblioteca ideale e biblioteca essenziale
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