La Biblioteca di S.
Maria di Corniano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del
Lazio sud: '700 e '800. P. Giuseppe
Comparelli
I dati fisiologici, gli
incrementi
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Sta di fatto che si
lasciarono gli editori romani che avevano stampato per i passionisti
biografie e testi istituzionali dalle origini fino alla metà dell'800,
come Lazzarini, Puccinelli, la Tipografia Forense, quella del Collegio
Urbano, ecc. Un mutamento che denotava un balzo di crescita locale e di
proposta autonoma tanto per l'Istituto quanto per imprenditori e
stampatori di sicuro riferimento.
Col nuovo corso
stabilitosi nel clima post-unitario queste biblioteche furono curate dal
punto di vista patrimoniale, ma gli incrementi seguirono un mutato
orizzonte culturale con opere di nuovo taglio pastorale, soprattutto, e
in edizione di modesto valore economico e librario. Con l'inizio del
'900 anche le biblioteche passioniste accolgono negli scaffali volumi
che dopo l'uso avevano bisogno della legatoria ma restavano in
biblioteca fino a che potevano. Solo qualche serie ritenuta più utile
veniva fatta rilegare. Si tenga anche conto che la maggior
accessibilità al libro come prodotto editoriale, per l'accresciuta
convenienza dei prezzi, già dalla fine dell'800, anche per il ridotto
pregio della carta nelle stampe ad alta tiratura, ridusse la venerazione
per il libro e per la biblioteca: quando il libro come manufatto
artigianale e testo raro aveva ancora qualche cultore e ricercatore in
convento.
Non ultima ragione di
un certo declino della biblioteca passionista nella prima metà del '900
è il fatto che i singoli religiosi cominciano a munirsi di scaffali
privati, prima proibiti. Alla loro morte molti di questi volumi che
hanno costituito una personalità e un'attività culturale per anni,
vengono portati in biblioteca arricchendola di titoli non sempre attuali
ma spesso di valore. Non è più il solo rettore o la comunità che
decide gli acquisti, a meno che non siano testi scolastici per i giovani.
La biblioteca è più un rifugio erudito che strumento abituale di
sapere.
Poi è la guerra che
porta i suoi danni alle biblioteche passioniste del frusinate. Quella di
Pontecorvo è quasi tutta distrutta insieme all'archivio. Quelle di S.
Maria di Pugliano, Badia di Ceccano, S. Sosio di Falvaterra e Sora non
sono interessate a grossi danni materiali, ma rimangono incustodite (qualche
ammanco è documentato) dal momento che i militari tedeschi e le
successive attività sanitarie alleate occupano gli interi fabbricati
nel tempo del fronte di Cassino, dall'ottobre 1943 al maggio-giugno
1944.
Negli anni di febbrile
ricostruzione del dopoguerra queste biblioteche subiscono tutte
ristrutturazioni radicali cambiando sito e scaffalature con un criterio
di conservazione che non sempre tiene in conto le esigenze logistiche di
un ambiente per biblioteca. I vecchi cataloghi sono quasi tutti smarriti.
Nessuna verifica guiderà poi il trasloco di migliaia di volumi. Gli
esemplari che non trovano facile collocazione, nelle scaffalature
uniformate vengono momentaneamente accantonati. E' l'inizio della fine
per più di qualche antifonario liturgico antico e per altro, stando a
testimonianze dirette.
Poi c'è la stasi degli
anni '50 e '60 in qualche caso vicina all'abbandono. La biblioteca di S.
Maria di Pugliano, ben custodita anche nella nuova sede, fino al 1958,
per il fatto che è sede dei corsi umanistici, rimane incustodita per
circa un decennio. Alla fine degli anni '60 un'abbondante infiltrazione
d'acqua, rimasta inosservata, ha tutto il tempo di danneggiare un intero
settore comprendente anche l'archivio. Circa duecento volumi del fondo
antico sono irrimediabilmente perduti, quasi tutti titoli settecenteschi.
Ma negli anni '70 c'è stato un risveglio d'interesse intorno al
patrimonio librario antico, curando e valorizzando quello che è giunto
fino a noi.
Dall'insieme delle
vicende ricordate si può tranquillamente affermare che quello che oggi
conserviamo del fondo antico, propriamente detto, in queste biblioteche
passioniste del Lazio sud, potrebbe essere il 70% di quella che fu la
reale consistenza storica. In questa valutazione non includiamo la
biblioteca della sede di Pontecorvo: i suoi pochi volumi antichi residui
sono stati recentemente associati a quelli della biblioteca di San Sosio
in Falvaterra.
I dati fisiologici, gli
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