27/4/01 - Biblioteca di Ceccano (FR) - Inaugurazione del Fondo Antico

Intervento di P. Giuseppe Comparelli

La sede - Dati fisiologici e incrementi - Tipologia e analisi - Biblioteca ideale e biblioteca essenziale

La Biblioteca di S. Maria di Corniano nel cammino storico delle biblioteche passioniste del Lazio sud: '700 e '800.  P. Giuseppe Comparelli

I dati fisiologici, gli incrementi  Pagina  |  3  |  |

Il P. Silvestro Zannelli, superiore locale e provinciale, missionario, docente e scrittore, certamente dové promuovere questa attività se i giovani chierici, in continuo bisogno di carta, utilizzarono la sua corrispondenza epistolare, ora rintracciabile in un gran numero di testi rilegati. Questo particolare permette anche la datazione dell'attività per lo spazio di non meno quindici anni, fino alla forzata cessazione per le leggi degli incameramenti.
Nel 1851 la biblioteca della Badia a Ceccano non aveva ancora il suo laboratorio se il rettore P. Carlo Tavassi (1785-1853) chiamò due rilegatori da Ferentino per parecchi giorni di lavoro "necessario", dicono i documenti. Segno concreto di premura per i libri, nonostante le croniche difficoltà finanziarle.
Lo stesso P. Carlo Tavassi, celebre predicatore a suo tempo, vendette, col consenso del superiore provinciale - unico caso nei documenti - le opere sparse di Benedetto XIV per acquistare l'Opera omnia dello stesso autore, insieme ad altri volumi. Una serie ritenuta importante per una biblioteca conventuale, acquistata ancora dopo un secolo, aiuta a capire il concetto di biblioteca ideale.
In tema di incrementi accenniamo ora a quell'altro fattore di lenta crescita, più significativo, che furono gli acquisti delle comunità locali a partire dalla fine della triste parentesi francese, 1814, fino alle date che vanno dal 1866 al 1875 con cui si chiuse il periodo più felice di queste biblioteche per la intelligente continuità di accrescimento e di cura. Non sempre i documenti sono espliciti nel riferire i titoli ma è innegabile che sono stati questi a completare la tipologia confacente per queste comunità.
La biblioteca di San Sosio che nel '700 aveva fatto acquisti da Napoli, anche mediante la sede di Terracina, non dovette avere molti aiuti da Roma (colpa della distanza di allora?) se ancora nel 1837 il beato Domenico Barberi, in quella sede, si lamentava di non trovare "buoni autori scritturali". Non sappiamo quali testi occorrevano a uno scrittore famelico come lui, ma è probabile che le sue parole abbiano qualche punta di rimprovero per chi aveva gestito la distribuzione, forse non equa, dei testi, nei due decenni precedenti, a partire dal 1814. Sappiamo però che dopo pochi anni la biblioteca di San Sosio di Falvaterra porta avanti una politica di acquisti che spiega in parte la sua maggior floridezza rispetto alle altre due. Già nel 1806 ha avuto modo di fare qualche acquisto, nonostante la stagione storica, poi riceve molti volumi nel 1808 dalla Famiglia Armillei di Arce, ma anche questo poteva essere segno dell'insicurezza di quei tempi.
E' col 1818 che la biblioteca di San Sosio inizia una felice stagione di incrementi. Si acquistano i nove tomi in folio delle opere di Benedetto XIV, le opere del P. Turchi, celebre predicatore, l'Azevedo in folio (liturgia). Nel 1819 fanno ingresso le opere spirituali del card. Bona. Nel 1820 il P. Antonio Colombo da Roma, dietro qualche sollecitazione, porta i volumi riguardanti tutto sant'Agostino e altri Padri. 
Nel 1823 il provinciale P. Luca Fabi trasferisce a San Sosio, dalla biblioteca della Badia di Ceccano, un doppione delle opere esegetiche del card. Ugo. Nel 1840 il Vicario generale di Sessa Aurunca (Regno di Napoli dove da San Sosio si va per impegni missionari) dona alla biblioteca trecento volumi con vincoli di suffragio. Lo stesso anno vengono acquistati i cinquantaquattro volumi della Storia Universale del Rollin e la teologia, allora ancora ritenuta esemplare, del Tournely in sette volumi. Nel 1841 è la volta del Bossuet. Nel 1842 fanno ingresso le opere di S. Giovanni Crisostomo con dodici volumi in folio, edizione maurina, in più quelle di Origene in tre tomi e le opere minori di Benedetto XIV. Nel 1844 si completa la raccolta agiografica del Massimi. 
Nel 1846 è la volta della Collectio conciliorum maxima di Filippo Labei, diciotto volumi in folio. In questi anni è rettore a San Sosio P. Carlo Tavassi che abbiamo visto attivo anche per la biblioteca della Badia di Ceccano. Altri volumi non meglio precisati fanno ingresso tra il 1860 e il 1866, anno in cui comincia l'epoca critica per queste raccolte.

I dati fisiologici, gli incrementi  Pagina  |  1  |  2  |  3  |  4  |  5  |