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sul quotidiano Avvenire
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Manifestazioni
per il Centenario
della morte di S. Gemma Galgani
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IL
FATTO
Al santuario della Galgani arrivano circa 200 mila fedeli ogni anno. In
crescita gli «under 30»
Gemma,
una mistica per i giovani
Il Passionista Tito Zecca: la
sofferenza non la abbatté nella via di adesione alla Croce
di Gianni
Santamaria
A
cento anni dalla morte Gemma Galgani da Lucca continua ad attirare fedeli,
soprattutto delle nuove generazioni. Sono circa 200mila, infatti, le persone che
ogni anno si recano al santuario lucchese a lei dedicato. Negli ultimi anni sono
aumentati i giovani.
Perché? Chi è Gemma? «È una ragazza giovane, bella,
libera, che sceglie la verginità come strada diretta per il perseguimento
della perfezione evangelica. Aveva un carattere forte, ma è stata molto
provata dalla vita, dalle malattie, dal crollo economico della famiglia, che le
ha portato degli enormi scompensi. Un'altra si sarebbe disperata e buttata chissà
dove.
Invece lei ha trovato in queste strettoie della vita il conseguimento di un
amore a Cristo Crocifisso», attualizza così la vicenda di questa santa
il padre passionista Tito Zecca, segretario del comitato per il centenario e
docente di Pastorale e spiritualità della Croce alla Lateranense.
Ed è proprio nel filone della grande mistica, dei suoi linguaggi e della
sua simbolica, che si può comprendere al meglio la vicenda della santa
lucchese: padre Zecca cita il filo rosso che unisce Giuliana di Norwich,
Maddalena dei Pazzi, Caterina da Genova, Caterina da Siena, Teresa d'Avila,
Teresa di Lisieux, fino alla francese Marthe Robin, che ha vissuto 50 anni di
sola eucaristia come la bavarese Teresa Neumann. O padre Pio di Pietrelcina,
stimmatizzato e incompreso come Gemma.
Oppure i martiri del nazismo Edith Stein e Massimiliano Kolbe. «Questi sono
morti nei campi di concentramento. Per Gemma la stimmatizzazione è stata
come una sorta di martirio, procurato non dagli uomini, ma da Dio stesso».
Lo stato di salute di Gemma e le manifestazioni apparse sul suo corpo sono
state, però, anche fonte di incomprensioni, riguardanti una diagnosi di
presunta isteria. Tutto è iniziato con la visita fatta dal dottor
Pfanner l'8 settembre del 1899. Costui, trovando Gemma sanguinante, prese
una pezzuola per asciugarla. «Quando si avvicinò scomparvero i segni -
spiega Zecca -. Pfanner, allora, disse "è un fatto di isteria".
Poi vide in terra delle spille, o aghi, e disse che le ferite se le era fatte
lei stessa. Ma qui c'è una contraddizione: se davvero fosse così,
le graffiature sarebbero rimaste».
Padre Zecca invita, invece, a leggere quanto affermato dal sacerdote,
psicologo e medico Giuseppe Antonelli nel processo canonico pisano: «Questi
indica tutti i caratteri di un'isterica, che è esibizionista, narcisista,
sensuale, ha un senso morale molto basso». Gemma, al contrario, «era la
ragazza più semplice e disarmante di questo mondo, tanto che qualcuno la
vuole promuovere a Dottore della semplicità evangelica. Inoltre, con
tutta tranquillità scriveva lei stessa "dicono che sono
un'isterica". Un'isterica, invece, avrebbe reagito».
Infine, «lei era determinata a vivere la sua verginità. Non era un
specie di sublimazione. Infatti, ha vissuto un'irruzione del soprannaturale che
lei stessa non voleva e di cui si sentiva "preda"». Insomma, è
«un'autentica testimone del soprannaturale» come la definì un filosofo,
non un visionario: Cornelio Fabro.
I
lutti, le visioni, le stimmate.
Ecco la biografia della santa
Gemma Galgani nacque a Borgonuovo di Camigliano (Lucca) il 12 marzo
1878. La prima prova per Gemma fu la morte della mamma Aurelia, quando aveva
otto anni. Seguirono nel 1894 la morte del fratello Gino, seminarista, e nel
1897 quella del padre Enrico. E la rovina economica.
Ad essa avrebbe potuto riparare con un matrimonio, che le venne proposto. Ma
rifiutò per consacrarsi alla verginità. Anche se la volontà
di Dio non si perfezionò e la giovane non riuscì a divenire
claustrale passionista, padre Tito Zecca, comunque, vede in lei una sorta di
anticipazione dell'impegno di tanti laici negli istituti secolari.
Nel 1896 Gemma aveva subito una dolorosa operazione e nel 1898 era scampata
miracolosamente a una tabe spinale. L'8 giugno del 1899 ricevette le stimmate.
L'8 settembre ci fu la visita le dottor Pfanner: «Questi era un buon cattolico
e poi a Pisa si è ricreduto. Fu invitato da monsignor Volpi a visitare
Gemma. Ma lei, preavvertita dal Signore senza che nessuno le avesse detto nulla,
mandò un biglietto, "se vuole venire lei, venga, ma Gesù ha
detto di non far venire nessun altro, altrimenti non vedrà nulla".
Poi cadde in estasi e iniziò la serie di fenomeni mistici straordinari: la
coronazione di spine, la flagellazione, la riapertura delle stimmate, che a lei
si aprivano il giovedì per richiudersi il sabato», racconta padre Zecca.
Visse gli ultimi tre anni presso la famiglia Giannini, che ne assecondò
la vocazione contemplativa. Ammalatasi, fu trasferita a casa di una zia. Morì
25enne, l'11 aprile del 1903. Nello stesso anno Pio X firmò il decreto di
fondazione del monastero passionista a Lucca. Pio XI la beatificò nel
1933, Pio XI la canonizzò nel 1940. Ha lasciato molti scritti, tra cui i
«Colloqui estatici».
Centenario:
Celebrazioni, mostre e convegni
È
fitto il calendario di celebrazioni per il centenario dalla morte di santa Gemma
Galgani che cade l'11 aprile. Proprio ieri una Messa nella giornata del malato
ha radunato nel santuario lucchese un centinaio di infermi.
L'11 aprile celebrerà la Messa il prefetto della Congregazione per i
vescovi, cardinale Giovanni Battista Re. Nelle date salienti della vita di Gemma
celebreranno altri due porporati: il prefetto della Congregazione per le cause
dei santi, José Saraiva Martins, e l'arcivescovo di Madrid Antonio Rouco Varela.
In estate e in ottobre sono previste mostre e convegni a Lucca, Rimini e Roma.
Da aprile a maggio ci sarà una «peregrinatio» delle reliquie in Toscana
e altre regioni.
(Per informazioni: www.santagemma.it)
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