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Santa Gemma Galgani: festa liturgica del 16 maggio 2003.

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Articolo pubblicato sul quotidiano AVVENIRE di mercoledì 14/5/03
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Gemma Galgani, una mistica per l'oggi

Era il 14 maggio 1933 quando Pio XI proclamava Gemma Galgani beata. Fu Pio XII, invece, 7 anni dopo, a canonizzarla il 2 maggio 1940. Tra le sante del XX secolo certamente Gemma Galgani è quella che maggiormente ha lasciato un segno di «mistica al femminile», che ancora oggi attrae tante giovani sulla sua scia.
Chi è Gemma Galgani? 
Sicuramente è una mistica del Crocifisso e una martire per amore del vero Amore. La carta di identità di Gemma sta in tutto il suo cammino spirituale di amore intenso ed immenso a Gesù Crocifisso che l'ha portata alla santità.
Era nata a Borgonuovo, una frazione di Capannori (Lucca) il 12 marzo 1878, quintogenita del dottor Enrico Galgani e di Aurelia Landi. 
Fu battezzata nella parrocchia di Camigliano il giorno seguente e fu chiamata Gemma Umberta Pia. Dopo circa un mese la famiglia si trasferì a Lucca. L'arcivescovo Nicola Ghilardi il 26 maggio 1855 le conferì la Cresima. I primi anni li trascorse in famiglia. Risalgono alla fanciullezza i primi lutti che portano tanta sofferenza nella famiglia Galgani. 
La mamma moriva nel 1886, il fratello Gino nel 1894 ed il papà nel 1896. Prove difficili per una ragazza, nonostante la sua fede profonda già manifesta nei suoi comportamenti davanti alla sofferenza, appresa alla scuola delle Zitine, dove si preparò per ricevere la Prima Comunione. Il suo Amore vero fu subito Gesù e Gesù Crocifisso. Dalla sofferenza interiore a quella esterna e fisica il passo fu breve. Già nel 1896 aveva subito un'operazione al piede per una carie ossea. La tormentò prima un ascesso ai reni e poi un altro alla testa! Solo un miracolo la salvò dalla difficile situazione di malattia. 
Nel cuore di Gemma, dopo la miracolosa guarigione, batte più forte che mai il desiderio di consacrarsi a Dio in convento, tra le claustrali fondate da San Paolo della Croce, le monache passioniste. Nel frattempo nell'avventura spirituale di Gemma, dopo monsignor Volpi, era apparso padre Germano Ruoppolo, un santo religioso passionista, che con pazienza, fiducia e filiale affetto cesellerà la santità di Gemma. La santa iniziò ad assaporare esperienze mistiche misteriose, che al «profano osservatore sembravano isterismi». Ma la sofferenza più grande per Gemma fu quella di non essere capita neppure da coloro che le stavano più vicini o che l'avevano presa per mano.
Tanti i titoli con i quali si fissa il suo itinerario spirituale verso la santità e con i quali si invita oggi a riscoprire il messaggio di Santa Gemma Galgani in occasione del Centenario della sua morte, in pieno svolgimento nei luoghi della sua memoria storica, ma anche in altri luoghi del mondo, dove i passionisti e le suore che si rifanno al carisma di San Paolo della Croce o alla spiritualità di Gemma hanno promosso il culto tra i fedeli.
«Ho pregato Gesù, che mi facesse morire in una grande solennità. Che bello morire in una solennità! ...» aveva scritto. Era mezzogiorno dell'11 aprile 1903, mentre la Chiesa si apprestava a celebrare la Veglia Pasquale. Gemma celebrava il suo transito ad appena 24 anni.

Padre Antonio Rungi, passionista

 
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