Il Movimento
Laicale nelle 6 Province Passioniste Italiane
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Dopo
la recita delle Lodi, presiedute da P. Massimiliano
Anselmi (Assistente Provinciale CORM), Franco Nicolò
tiene la relazione conclusiva, tratteggiando i punti forti
del Convegno. --->>
= Alla fine ricorda
i fratelli recentemente scomparsi: P. Fausto La Montagna e
il laico Tammaro, entrambi della Prov. Addolorata.
= Comunica che nel corso del prossimo Coordinamento
Nazionale (Roma-Scala Santa, 5 Ottobre p.v.)
verrà
discusso il progetto per " la giornata del laico
passionista" (proposta da Isabella Caponio).
= Sensibilizza i coordinatori per la compilazione, la
stampa, e la distribuzione di "NOTIZIA"
che è ancora a livello di "esperienza
editoriale".
P. Alberto
Pierangioli, nel suo saluto conclusivo, suggerisce che
ogni singolo aderente al M.L.P. legga più volte la vita di
S. Paolo della Croce e le sue lettere, per conoscerlo più
profondamente.
= Raccomanda di tenere ben presente il titolo ed il
sottotitolo di questo convegno, per dare nei gruppi
Testimonianza e fare Comunione.
= Invita a non portare divisione e se i gruppi non crescono
significa che manca qualcosa!
= Chiede ai Padri Provinciali presenti che si facciano
promotori presso gli altri superiori Provinciali e
garantiscono la loro presenza a questi nostri Convegni!
La celebrazione conclusiva è stata
presieduta da Mons. Silvano Piergiorgio Nesti –
Arcivescovo Passionista – che ha seguito il MLP fin dalla
nascita, con la seguente omelia:
E’ una gioia essere con voi alla conclusione di questo
Convegno che ha un titolo così significativo.
Vedo con molto piacere che il MLP sta crescendo: per me è
segno di gioia! Auspico che cresca ancora!
La liturgia di oggi è una liturgia di
"accoglienza":
- Eliseo è grato alla donna che lo ha accolto;
- S. Paolo ai romani ricorda che per il battesimo
siamo morti al peccato e siamo risorti a vita nuova: tutti i
cristiani devono quindi morire con Cristo per vivere con
Lui, capaci di amare, di servire, di perdonare.
-
Gesù prende sempre l’iniziativa:
per conquistare la samaritana, muore a se stesso, si fa
povero, e le và incontro. Gesù con questo atteggiamento ci
vuol dire che dobbiamo morire alla nostra superbia, al
nostro egoismo e prendendo l’iniziativa, donare amore ed
accoglienza.
- Il Vangelo ci parla dell’accoglienza della
parola, accoglienza del disegno di Dio. Se scegliamo Cristo,
scegliamo Dio Padre e così amiamo con il cuore di Gesù.
Dobbiamo impegnarci a fare come Gesù, morire a noi stessi
per vivere la santità.
- E’ il compito degli Istituti religiosi: far riflettere
sul volto degli uomini la luce della santità. Infatti nell’ultimo
documento della Sacra Congregazione per i Religiosi e la
Vita Consacrata, si evidenzia che la novità di questi
ultimi anni è la domanda da parte dei laici, di far parte
della spiritualità di alcuni ordini religiosi. Stanno
rifiorendo le aggregazioni laicali che chiedono di
condividere la spiritualità, fare comunione e partecipare
alla missione carismatica degli istituti religiosi.
Nel documento è anche scritto che "i laici devono
aiutare i sacerdoti a farsi santi". Dobbiamo quindi
tendere tutti alla santità, religiosi e laici. San Paolo
della Croce c’invita a portare la nostra croce come centro
propulsore per vivere la santità.
Vi invito a vivere una tensione forte verso la santità.
Anche il Papa scrive che la prospettiva pastorale è la
santità nel quotidiano, e poiché siamo figli nel Figlio,
dobbiamo crescere nella vita nuova.
Auguro a tutti voi che approfondiate il carisma passionista
nel quotidiano, divenendo fermento nella vita e trasmettendo
la lieta novella!
Sintesi
a cura di
FIAMMA PANTANALI
San
Giovanni Rotondo 30 giugno 2002
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