Vicariato Beato
Domingos - Brasile
www.passionistas.org.br

Periodo del Viaggio: Dicembre 2002, Gennaio 2003

Prima Pagina

Indirizzi delle Comunità in Brasile
Prima parte del Viaggio:
-- Arrivo a Salvador - Bahia
-- la Chiesa di Boa Viagem
-- i Bambini dell'asilo
-- la Creche di Itabuna
-- Chiesa di S. Maria Goretti
-- Convento di Jequie
-- Itajiba, ordinazione di Marcos Souza
-- Vescovo passionista Tommaso Cascianelli
Seconda parte del Viaggio:
-- visita alle favelas di Pedras Furadas e Rio Negro
-- casa del Noviziato nella città di Colombo
-- il ritiro di Curitiba
-- la casa di Postulato nella città di Osasco
Le Foto

P. Francesco Guerra
padreguerra@tin.it

P. Francesco Guerra incontra le comunità del Vicariato: APPUNTI DI VIAGGIO

Prima parte del Viaggio: Arrivo a Salvador - Bahia; la Chiesa di Boa Viagem; i Bambini dell'asilo; la Creche di Itabuna; Chiesa di S. Maria Goretti; Convento di Jequie;  Itajiba, ordinazione di Marcos Souza; Vescovo passionista Tommaso Cascianelli.

29 Dicembre 2002

Auguri dalla Bahia

Arrivare in un aeroporto straniero trovare due volti amici: Alexandro e Darlan, due giovani color cioccolata con una maglietta con su stampato il segno passionista: il cuore e la croce in bella evidenza.
Un saluto confidenziale anche se non ci si conosceva personalmente, ma ci lega tutti quel cuore con la scritta: la Passione di Gesù. I nostri studenti brasiliani portano con molta disinvoltura e orgoglio le t-shirt con il segno e le scritte più significative: Passionisti: passione per la vita; la Passione di Gesù è l’opera più stupenda dell’amore di Dio; Missioni Passioniste? Sì, l’accoglienza fraterna, il sorriso, l’ospitalità sono le prime impressioni favorevoli che affascinano e ti fanno sentire a casa.

Così siamo arrivati a Salvador di Bahia quasi a mezzanotte del 9 dicembre nel bel mezzo del caldo brasiliano. Un piccolo spuntino ed un buon letto per ritemprarsi dalle quasi 13 ore di viaggio.
E il mattino dopo conosciamo il resto della comunità: i due missionari italiani: l’anziano e saggio P. Mario ed il vivace parroco della comunità parrocchiale della Madonna di Boa Viagem, P. Hugo, più bahiano dei Bahiani; il giovane e dolce superiore P. Robson e gli altri quattro seminaristi di filosofia e teologia. Una comunità composita, ma armoniosa.

La nostra chiesa di Boa Viagem è fra le più antiche di Salvador e del Brasile, conserva delle interessanti raffigurazioni in maiolica azzurra del 1700 in stile portoghese e si affaccia sulla baia di tutti i santi, nella parte bassa della città, al suo fianco su un piccolo colle sorge il forte di Monte Serrat, una delle costruzioni a difesa di questa antica capitale del Brasile.

Incontro atteso è stato quello con i bambini dell’asilo: la signora Edmea, direttrice e anima di questa opera, ha già preparato tutto con cura e gli ospiti italiani sono accolti con calorosa fraternità: i bimbi ci cantano le canzoncine di benvenuto e ci mostrano i loro lavori, cartelloni, disegni, ornamenti che danno colore e allegria. La sensazione è che ci troviamo in un luogo dove c’è amore, calore e ordine. I bambini sono accompagnati con intelligente programma pedagogico, che sviluppa la loro spontaneità e creatività, sono gioiosi ed educati nello stesso tempo. Vengono accolti dalle 7 del mattino fino alle 18 di sera, ricevono due merende e due pasti quotidiani, due docce giornaliere, la loro biancheria viene qui lavata e vestono le divise pulite dell’asilo. Settimanalmente sono visitati e curati da un medico volontario.

Le quattro classi di 20-25 bimbi sono divise per età e ogni classe ha una maestra e un’assistente, inoltre fanno parte del personale la cuoca e la lavandaia, aiutate da volontarie. Altri volontari completano la parte educativa con corsi di danza e teatro per i bambini e corsi di formazione igienica, pedagogica e religiosa per i genitori.
L’opera di Edmea, dei Padri e dei laici della parrocchia non si ferma fra le mura della creche, ma raggiunge le case dei bimbi, specialmente di quelli delle favelas vicine, costruendo delle casette in muratura al posto di quelle in legno e lamiera e contribuendo al sostentamento delle famiglie più povere con delle donazioni di medicine, vestiti e cibo.

Il P. Pietro Bacchiocchi, responsabile della nostra Missione, ci invita a recarci presto a Itabuna, perché sta per chiudere la creche parrocchiale, dato che stanno per iniziare le ferie estive (e sì, qui siamo nell’emisfero sud!): le scuole riapriranno i primi di febbraio. I viaggi in Brasile non si misurano in chilometri, ma in ore di omnibus.
Salvador-Itabuna adesso ha un’ottima superstrada e con i pulman diretti il viaggio è comodo e veloce, in sette ore percorriamo i 450 Km di distanza e troviamo il P. Pietro che puntualmente ci viene a prendere alla stazione centrale dei bus, che qui in Brasile praticamente corrispondono a quelle dei treni per noi.

L’accoglienza in questa comunità è altrettanto calorosa e fraterna. Oltre il P. Pietro, parroco della chiesa di S. Maria Goretti, dipinta dal nostro P. Tito Amodei, con al centro del presbiterio un grande Crocifisso di legno, si trovano il P. Vital, superiore della comunità, il diacono P. Marcos, che sarà ordinato sacerdote il 22 dicembre, e dodici seminaristi, che in maggioranza frequentano l’Università diocesana di filosofia e dei quali quattro in gennaio cominceranno il noviziato nella comunità passionista di Curitiba (Paranà).

In questi anni è sorprendente il numero delle vocazioni qui in Bahia: molti giovani si sentono attratti dal carisma passionista e in loro c’è il desiderio di coltivarlo e condividerlo con il popolo. Già fin d’ora essi sono impegnati in molte attività parrocchiali ed iniziative di evangelizzazione: quasi tutti partecipano, insieme ad alcuni padri, suore e laici, la prossima settimana alla Missione di Itagibà in preparazione all’ordinazione di P. Marcos.

Venerdì 13 dicembre è la conclusione dell’anno scolastico nell’asilo dedicato a S. Maria Goretti. Anche qui la responsabile, signora Suely, il personale e i bambini ci accolgono con grande enfasi e gioia. Il pomeriggio c’è gran festa: i canti, la torta, i dolci, gli auguri di buone feste natalizie, il sorridente saluto di arrivederci a dopo le vacanze, mentre i bambini se ne tornano a casa con i loro fratelli più grandi o con la mamma o la nonna scartando allegri il loro regalo di Natale.
Lunedì mattina prendiamo l’omnibus per Jequiè. Da Itabuna sono 170 chilometri, la strada è buona, ma questo è un bus popolare, per cui si ferma continuamente: è il mezzo più comune per viaggiare, poiché gran parte delle persone non hanno l’automobile. Il viaggio è interessante proprio perché ci permette di vivere quella che è la condizione media del Brasile, una popolazione multietnica e con situazioni di vita molto varie. Stiamo viaggiando verso il convento di Jequiè che è il più vicino al paese di Itajibà, dove P. Marcos Souza sarà ordinato sacerdote.

P. Marcos lo abbiamo già conosciuto di persona nella comunità di Itabuna: è calmo, sorridente, la sua figura alta e pacata, il suo atteggiamento saggio lo fanno sembrare più anziano dei suoi 28 anni.
Mi accompagna la signora Gianna Saviano, che in questi ultimi cinque anni è stata la madrina di sacerdozio di questo nostro passionista, aiutandolo spiritualmente con la preghiera quotidiana e contribuendo alle spese per gli studi universitari, e ora finalmente si sta realizzando il sogno di vederlo presbitero per la Chiesa, per il suo popolo, per la congregazione.
Jequiè la vediamo da una collinetta immersa in una vallata attraversata dal Rio das Contas, è una cittadina che ci appare ordinata, non caotica, con strade sufficientemente ampie, non ha costruzioni grandiose, né favelas miserabili, anche i quartieri poveri, dei quali il nostro convento per una parte è circondato, hanno una loro dignità. Alla fondazione di questa città hanno contribuito anche molti italiani nei decenni passati.

I religiosi passionisti qui sono tutti italiani, il parroco P. Stefano, che ci viene a prendere alla stazione dei bus, il P. Luigi, superiore della comunità, che hanno alle spalle 15-20 anni di lavoro missionario in queste regioni e i due veterani P. Angelo e P. Ilario, ormai novantenni, giunti qui nel 1948 e 49, agli inizi di questa Missione nella Bahia.
Ci ha positivamente sorpreso la serenità di questi Padri, la loro dedizione all’apostolato e la buona organizzazione pastorale della parrocchia da noi retta, con una popolazione di circa diecimila abitanti. Il P. Angelo è responsabile della chiesa e della pastorale del convento, coadiuvato da P. Ilario che si dedica al ministero della confessione: arrivano da ogni parte ed in ogni ora per ricevere il perdono di Dio. P. Stefano e P. Luigi coordinano il lavoro parrocchiale, che oltre la chiesa matrice comprende altre cinque cappelle in città e tre nella campagna. 
Un lavoro apostolico che apparirebbe immane se non ci fosse la collaborazione dei laici in ognuna di queste comunità riunite intorno alla cappella. Qui i laici cristiani sono responsabilizzati e lavorano più che in Italia. Quasi ogni piccola comunità ha il consiglio pastorale ed economico, il gruppo liturgico, quello del canto e della catechesi, vari gruppi che si dedicano alla preghiera, all’evangelizzazione e alle opere sociali. Senza i laici la Chiesa brasiliana non sarebbe così viva.

Questa settimana che precede l’ordinazione è molto movimentata: passano nel convento alcuni degli animatori della Missione parrocchiale che si sta svolgendo a Itajibà, il P. Mario e fratel Antonio di Salvador, alcuni seminaristi passionisti e collaboratori laici. Sabato giunge anche il vescovo consacrante, il passionista Tommaso Cascianelli, da due anni nella diocesi di Irecê, a 500 Km da Salvador.

La Liturgia dell’ordinazione sacerdotale si svolge nella palestra della scuola locale (è la struttura più ampia esistente). La spiritualità e il carisma passionista emergono subito sia nei cartelloni, nelle scritte e nei segni liturgici. Fra gli altri segni, la grande tela centrale mostrava il sangue di Cristo che dalla croce salva tutte le situazioni di povertà materiali e morali dell’America latina, per mezzo del lavoro apostolico della famiglia passionista.

I nostri seminaristi sono stati molto bravi nell’organizzare la celebrazione, cosicché essa risulta partecipata, gioiosa e nello stesso tempo contenuta nelle forme (almeno per le liturgie brasiliane), con alcune danze espressive nell’accogliere la Parola di Dio, all’offertorio e alla comunione. 
Quattro omnibus sono giunti da Itabuna e due da Jequiè, così il supporto dei fedeli è stato intenso e numeroso. Particolarmente sentita la proclamazione del vangelo cantato solennemente dal P. Mario Tomassetti. Il bacio delle mani consacrate e il saluto fraterno al neosacerdote hanno concluso con gioia una celebrazione che significa speranza per questa Chiesa brasiliana che guarda al futuro con fiducia.

Dalla terra di Bahia a voi tutti un caro saluto e auguri di felice anno nuovo.

P. Francesco Guerra e Gianna Saviano

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