LA
DIVINA NATIVITÀ
di
P. Alberto Pierangioli assistente
spirituale nazionale
Alla
vigilia del primo Natale del nuovo millennio, desidero raccogliere
l’invito del San Padre a contemplare con fede e amore il volto di Gesù,
“volto del Figlio di Dio fatto
uomo”, "volto dolente
del Crocifisso", "volto
luminoso del Risorto".
San Paolo della Croce, il grande contemplativo del Crocifisso, era anche
un innamorato del volto del Figlio di Dio incarnato. Nel tempo
dell’Avvento e del Natale, il suo cuore si struggeva d’amore nel
contemplare il Dio Bambino. Ma la grotta di Betlemme era per lui già
l’inizio del Calvario. Amava contemplare il Bambino adagiato su di una
croce: in Lui contemplava il Verbo che nasce privo di ogni conforto,
“venuto a soffrire e a morire”.
Scriveva:
“Molti
anni or sono io avevo un bel Bambino dipinto sopra una carta di
Germania, che se ne dormiva placidamente sopra una croce. Oh, quanto mi
piaceva quel simbolo! Lo diedi ad una persona crocifissa. Io volevo che
quell'anima fosse bambina per purità e semplicità, dormisse sopra la
Croce del dolce Gesù. Dunque lei nel santo Natale, quando avrà il
Bambino nel suo cuore, tutta trasformata in esso per amore, dorma con
Lui nella culla della Croce, e alla divina canzonetta che canterà Maria
santissima, lei si addormenti col divin Bambinello, ma fatta un solo
cuore con esso. La canzonetta di Maria santissima sarà: “Sia
fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. L'altra
strofetta sarà: “Operare, patire e tacere!”. La terza strofetta sarà: “Non
ti giustificare, non ti lamentare, non ti risentire!”. Che ve ne
pare di questa canzonetta? Imparatela bene, cantatela bene, dormendo
sulla Croce e praticatela con fedeltà, che vi assicuro vi farete
santa” (L. III, 604).
Far nascere in sé il celeste Bambino voleva dire, per Paolo, farsi
piccolo, povero, semplice e mite come Lui, per essere accolto nel seno
del Padre, perdersi tra le braccia del suo amore infinito, accettando la
sua volontà, anche quando questo significava dormire sulla croce: «Siate
dunque vera vittima, sacrificata per sempre nel fuoco della divina carità
al Sommo Bene, ma siate vittima bambina, perché il sacrificio resti più
presto incenerito dal fuoco sacro” (L I, 308).
Esclamava: “Che stupore
vedere un Dio fatto Uomo! Un Dio fasciato con povere fasce! Un Dio sopra
un po' di fieno fra due giumenti! Chi non sarà umile? Chi non si
assoggetterà ad ogni creatura per amore di Dio? Chi ardirà di
lamentarsi? Chi non starà in silenzio dentro e fuori nel suo patire?”
(LII, 280).
Da questo duplice amore a Gesù
Bambino e a Gesù Crocifisso, Paolo derivò le tappe fondamentali della
spiritualità passionista, compendiate nella “morte mistica” e “divina
natività”. Quando invita le anime sul Calvario, per unirsi a Gesù
Crocifisso, addita il cammino della “morte
mistica”, come partecipazione alla passione e morte di Gesù.
Quando le invita a contemplare Gesù Bambino, addita la meta di una “divina natività”: l’una è riferimento necessario
all’altra.
Alla signora Maria Giovanna Venturi in Grazi inviava questi
auguri di Natale: “Nell'avvicinarsi la Sacrosanta dolcissima Solennità Natalizia, è
preciso mio obbligo… augurargliela ricolma d'ogni felicità e di
grazie e doni celesti… acciò rinasca il suo spirito ad una vita
deifica e tutta santa. Gesù la faccia tanto santa quanto desidero e le
accresca sempre più quel santo raccoglimento interiore che tanto le ho
raccomandato sempre, affinché il suo spirito, riposando come una
bambina nel Seno Divino del Celeste Padre, possa rinascere ogni momento
più nel Divin Verbo Cristo Gesù; e in tal forma si celebrerà sempre
nel tempio interiore il Santissimo Natale, e così sia. Amen”.
Mentre intorno a noi tutto congiura per portarci alla sfiducia, alla
paura, al pessimismo, il ricordo del Figlio di Dio che “viene ad
abitare in mezzo a noi”, che si fa nostro fratello, ci deve infondere
tanto coraggio. Come “passionisti”, che contempliamo e cerchiamo di
comprendere l’amore infinito del Figlio di Dio per noi, dal presepio
al Calvario, vogliamo essere portatori di fiducia e di speranza.
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