Carissimi
confratelli,
con l'aiuto del Signore
riprendiamo l'attività missionaria in questo autunno 2001.
Siamo sempre più coscienti della necessità di un forte
annunzio e di una evangelizzazione di base da mettere in atto in
una società diventata arida di valori cristiani.
Lo stile di vita e una forte professionalità devono essere il
fondamento per ognuno di noi in ogni approccio pastorale, e la
necessità di renderci più idonei perché la Parola che
salva dal nostro cuore e dalle nostre labbra passi ai
fratelli e diventi grazia di salvezza.
Dobbiamo
essere all'altezza del ruolo che la Chiesa, all'inizio di questo
terzo millennio, ci rinnova.
La lettera apostolica "Novo millennio inuente" di Papa
Giovanni Paolo II e il documento "Come annunciare il Vangelo in
un mondo che cambia", contenente gli orientamenti pastorali
dell'evangelizzazione della chiesa italiana per il primo decennio del
duemila, devono trovarci carichi di coraggio e di impegno vivo per
annunziare Cristo Risorto e presente tra noi.
Non possiamo essere, alla luce del carisma apostolico del nostro S.
Padre e Fondatore, "operai generici", ma dei "veri
professionisti". La fiducia che i pastori di anime, vescovi e
parroci, ripongono in noi, non possiamo e né dobbiamo deluderla,
coscienti di ciò che facciamo è opera di Dio.
Nonostante le forze non troppo forti per numero, con l'aiuto dell'Alto e
la preghiera di chi ci accompagna nel cammino pastorale, dobbiamo
sentirci pronti ad operare senza paura con l'ansia soltanto di salvare
le anime.
- Ricordo sempre a tutti:
- comunicare
a questo Centro Apostolato gli impegni di predicazione che
superano i cinque giorni;
- di non
prendere "impegni personali" e poi
nell'impossibilità di mantenerli, (a volte se ne prendono
troppi), si dice ai parroci di fare riferimento al
consultore APO, il quale, purtroppo, non ha la bacchetta
magica per soluzioni immediate;
- di inviare
entro dicembre, le schede diario delle predicazioni fatte
da ogni religioso nel corso dell'anno a questo centro.
Un grazie sentito
e fraterno a tutti i confratelli: ai religiosi impegnati nella
predicazione, ai parroci, agli insegnanti, a quelli che nelle
comunità, portando il peso del quotidiano, danno possibilità ai
confratelli di operare pastoralmente, e in particolare ai
confratelli ammalati.
un caro saluto,
P. Pierluigi Mirra
Consultore APO
Calvi Risorta
4/09/2001
|