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Le origini della chiesa -
La Chiesa di S. Maria a Fiume è di antica origine; essa fu
edificata a spese del cardinale Giordano, che prima di salire alla
porpora era stato monaco di Fossanova. Il cardinale più che innalzare
un nuovo tempio, dovette solo restaurare e rendere più bello quello
già esistente, giacché nel luogo ove sorge S. Maria a Fiume vi era da
secoli un tempio cristiano, sorto in sostituzione di quello che Antonino
Pio aveva eretto in onore della moglie Faustina Seniore.
Gli studiosi sono tutti d'accordo nel ritenere che il 1196 è
l'inizio di un nuovo periodo nella storia del Santuario già esistente
prima. Il ritrovamento di lapidi ed epigrafi nel sito lungo la riva a
sinistra del fiume Sacco, ove sorge il Santuario, ci conferma la
presenza di vestigia romane. Tra le lapidi due sembrano dare
informazioni sulle origini del Santuario, anche se confermano tesi
diverse.
La prima (ora posta nella parete laterale del transetto) parla di un
edificio che secondo il Garrucci e il Mommsen dovette ospitare le
antiche terme della FABRATERIA VETUS.
L'altra lapide è quella rinvenuta nei pressi della Chiesa riportata
dal Grutero che specificò la provenienza: "CECCANI IN RIPA FLUMINE
AD PONTEM", e commentata dal Mommsen e dal Bianchini. Il Bianchini
commentando l'iscrizione su detta lapide la fa provenire dal già
menzionato tempio pagano eretto da Antonino Pio. Il Sindici afferma che
su tale tempio i primi cristiani di Fabrateria avrebbero innalzato una
Chiesa in onore della Madonna e che, dopo varie vicissitudini, sarebbe
sorta l'abbazia di S. Maria a Fiume.
La Cronaca di Fossanova riporta che l'antico tempio di Ceccano venne
incendiato per ben due volte nel 1113 e nel 1149, senza però essere
distrutto completamente, perché nel 1158 ancora vi presiedeva l'abate
Ruggiero.
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Struttura architettonica
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L'edificio della chiesa di S. Maria a Fiume è di origine
molto remota. Fu ricostruito nel finire del XII secolo per munificenza
del cardinale Giordano di Ceccano e solennemente consacrata il 25 luglio
1196.
La chiesa presenta tre navate suddivise in campate, un coro ed un
transetto costituito da due campate comunicanti con il coro e con le
navate laterali. I due bracci del transetto non risalgono al 1196, epoca
della consacrazione, ma furono aggiunti posteriormente dal Cardinale
Annibaldo.
Nell'interno, gli archi sono lisci, semplici e acuti; i pilastri
cruciformi hanno imposte a gola e basi superiormente arrotondate e di
poca sporgenza. Le navate laterali hanno volte a crociera romanica.
Anche la navata maggiore ha tre volte dello stesso stile ma
originariamente la copertura era a campate di legno che ostruivano le
finestre superiori.
Il transetto, ma soprattutto le due cappelle laterali coperte a colta, hanno elementi propriamente
gotici, essendo stati aggiunti in un
secondo momento.
Il campanile ha la forma di torre quadrata, poggiante sul muro perimetrale e su
due grandi pilastri corrispondenti all'antica cappella terminale Nord.
La copertura è a cuspide ottagonale intonacata.
La sua posizione rispecchia ancora la tradizione romanica italiana,
in quanto risulta addossato alla chiesa, ma non staccato, e comunicante
con l'interno.
La facciata di S. Maria a Fiume, modellata sulla sezione trasversale dei
tempio,
presenta in corrispondenza della navata centrale un alzato relativamente
piccolo e stretto, con due ampi spioventi laterali che poggiano su un
livello che corrisponde alla metà del rosone, che sormonta
maestosamente il portale.
Il portale, che per le sue caratteristiche si può datare al 1126, è costituito
da elementi molto semplici: una porta architravata, una lunetta a tutto
sesto e centro rialzato, come l'arco sorretto da due colonnine sottili e
snelle, le mensole dell'architrave sono appena incavate, e portano
scolpiti, con poca sporgenza, elementi interessanti: foglie di palma, di
quercia ed altri ornati vegetali quella di sinistra, i quattro
evangelisti raffigurati con le ali e con la testa di bue, leone, aquila
ed agnello quella di destra.
Vi è anche un'altra porta, posta sul fianco destro della chiesa,
piccola, disadorna, ma d'aspetto solido.
Il transetto, come già detto, è posteriore al 1196 e, come propone
l'Enlart, si
può datare intorno alla metà del XII secolo. Esso è formato da due
grandi cappelle quadrate sporgenti lateralmente dal perimetro della
chiesa la quale riceve così la forma di una croce commissa.
Il pulpito (o ambone) è un altro elemento risalente al secondo periodo
costruttivo della chiesa, nel XIII secolo. Il tipo è a balaustra,
rarissimo sia nel Lazio che in Italia.
Le sue dimensioni sono di mt. 1,80 x 1,80 ed alto mt. 3,50; si
presenta sorretto da quattro colonne in pietra e marmo, che poggiano su
basi di sicura provenienza romana e presentano capitelli di pregevole
fattura. Le colonnine superiori che, formano la balaustra sono quindici,
di cui alcune lisce, altre scanalate a spirale, altre ancora ottagonali.
Il corrimano di chiusura si prolunga all'esterno con due leggii, uno
ornato da un giglio e due rosette (il CORNUS EPISTOLAE), l'altro da una
testa umana coronata ed imberbe, con bocca semiaperte ed occhi a
mandorla (CORNUS EVANGELII). Sotto le colonnine angolari frontali si
trovano due sculture in pietra rappresentanti due leoni accovacciati,
che stringono tra le zampe piccole teste umane; queste sculture
provengono sicuramente dal portale romanico della primitiva chiesa.
L'acquasantiera, situata nella prima colonna di destra entrando, sicuramente
proviene dalla primitiva chiesa. E' del tipo esagonale e originariamente
era poggiata su di una colonna.
La statua della Madonna sarebbe esistita già prima del 1196. Si ignora però
quando sia stata realizzata e chi ne sia l'autore. Con sicurezza si può
affermare che fa parte di un gruppo di sculture in legno dell'Italia
centrale create tra il secolo XII e la fine del XIII.
La statua, scolpita in legno di "cedro del Libano", ritrae
un'immagine in grandezza, quasi naturale. La Madonna seduta tiene sul
braccio sinistro il bambino Gesù. Il suo volto ha un'aria dì maestà
che non intimidisce ma ispira fiducia. L'impostazione gotica si evidenze
nella forma stessa della statua, racchiudibile in una piramide.
Fino al 1945 la statua è stata decorata ed avvolta da una veste e
un manto in seta bianca. Il vestito, ora conservato sotto quadro (in
sacrestia), fu messo nel 1866 dalla contessa Vittoria Antonelli; nello
stesso anno fu fatto anche il trono in legno, ricoperto di velluto e
ornamenti in metallo che racchiudono e incorniciano molto bene la
statua.
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