23/12/00 - Biblioteca dei Passionisti di Napoli - Inaugurazione della nuova sede

Intervento di P. Michele Iodice (direttore della Biblioteca)

Premessa - Dati fisiologici - Analisi - Prospettive

P. Michele Iodice (Direttore della Biblioteca)Dati fisiologici della Biblioteca
In una struttura conventuale la biblioteca, logisticamente, risulta collocata sempre fuori dall’ambiente comunitario; questo non per lo scarso interesse verso lo scibile, ma perché il tempo dello studio fosse salvaguardato dal rumore delle attività di gestione della quotidianità.
La biblioteca dei Pii Operai doveva essere ben fornita nel XVIII secolo in quanto essi si dedicavano alla predicazione della parola, non solo tra i ceti bassi ma anche tra i nobili del tempo, e anche perché tra i membri della Congregazione c’erano diverse personalità di spicco nel campo intellettuale e sociale della stessa città di Napoli.
Durante le varie soppressioni cui il convento fu sottoposto nel XIX secolo, ci furono diversi ammanchi di testi pregiati e di altri andati distrutti.
La collocazione in una sala grande sopra l’antisacrestia risultò essere già in mano ai Pii Operai una soluzione ottimale, locali asciutti, e mobili lignei hanno custodito il patrimonio librario fino al 1970 anno in cui un crollo disastroso rovinò l’intero lavoro e l’antica struttura ubicata al primo piano. La struttura originaria del 1700, composta di volte con soffitti decorati in legno, andò distrutta unitamente alle bacheche. Tutto il materiale librario fu trasferito al terzo piano del convento dove è rimasta funzionante fino al 23 novembre del 1980 quando il terribile terremoto che colpì tutta l’Italia Centro-Meridionale diede il suo colpo fatale all’intera struttura conventuale e alla sua biblioteca. Gli ammanchi e gli sfoltimenti operati nel trasporto di migliaia di volumi per la necessità di porli in nuove scaffalature è stato notevole. Per quasi 15 anni la biblioteca ha vissuto un periodo di abbandono anche se la speranza e la competenza del P. Costantino Comparelli, mio predecessore, hanno salvato tutto il materiale di pregio che costituisce l’attuale fondo antico.
Alla fondazione di ogni casa c’era sempre, oltre ai libri che si trovavano quando questa era già stata abitata, una provvista di testi portati da altri conventi. Molta ricchezza della biblioteca, come tutte, è costituita da donazioni, lasciti e dagli acquisti.
Lo studio dei timbri, delle donazioni, delle dediche, che è ancora all’inizio, ci permette di identificare alcuni fondi. Il fondo dei Pii Operai, proveniente dai lasciti delle famiglie nobili a cui molti dei Pii Operai appartenevano, come il Carafa stesso, risulta essere una piccola parte perché i Padri quando lasciarono il convento portarono con se i testi più preziosi insieme alla Platea, libro della storia del convento. Nel decennio che decorre dal 1870 nella casa di S. Maria ai Monti fu ospitata una Congregazione che ha lasciato il suo segno nel timbro ritrovato su alcuni testi con la seguente iscrizione: "Pia Casa dei Sordo-Muti S.M.D.M.Ponti Rossi".
Il fondo segnato con: "Ex Libris Aloysii Caterini" proveniente dalla biblioteca storica di San Sosio Martire in Falvaterra, di cui però al momento non possediamo notizie biografiche, fu portato nel tempo della fondazione.
Il fondo costituitosi nei primi decenni del secolo con lasciti e donazioni ha il timbro latino utilizzato dai Passionisti: "
Ex Recessu S.ª Mariae Montium Neapoli".
Un’altra buona provvista è proveniente dall’attività di docente del P. Gerardo Gallucci professore di teologia e filosofia dagli anni 1950-60.
La Biblioteca ebbe il suo periodo di splendore tra il 1940 ed il 1960 quando fu trasferito in questa casa lo studentato dei Chierici Teologi, che vi rimasero fino alla fine degli anni 70. Nel corso di tale periodo molti testi scolastici e legati alla cultura dei docenti arrivarono in questa comunità. Tali testi furono ordinati e catalogati, ma purtroppo degli antichi cataloghi non è rimasta traccia dopo il crollo della struttura.      indietro -
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