Novena singolare quest'anno, in preparazione alla festa
liturgica di Santa Gemma, vissuta da noi in
Monastero-Santuario quasi «in punta di piedi». A differenza
degli altri anni, mancava la presenza delle venerate spoglie
di Santa Gemma, dal 4 maggio in Cattedrale, nell'Urna preziosa
che le custodisce. Si avvertiva come un vuoto, un'assenza di
qualcuno che dava significato al nostro vivere qui, intorno
all'altare sotto cui avevamo collocato, al posto dell'Urna,
una reliquia della Santa.
Una novena silenziosa, senza la consueta festosità di fedeli,
di canti, di parole da accogliere, come pascolo spirituale,
dalle omelie della sera durante la Celebrazione Eucaristica.
Sappiamo però che questa esperienza è solo una
«impressione», sia pur viva; Gemma è rimasta sempre con
noi, anche se le sue benedette spoglie hanno sostato
quest'anno accanto al Volto Santo, dove sono state richiamo a
quella santità che lei, «la povera Gemma» visse breve arco
della sua esistenza terrena: una santità fortemente segnata
dalla croce.
Per i molti che oggi vivono questa dolorosa esperienza, Gemma
è una luce di esempio per viverla in Cristo; è una luce di
speranza e di amore. Così abbiamo pregato e gioito, nella
pace e nella certezza di una Presenza che confortava noi ed
anche i pochi fratelli e sorelle che con noi hanno pregato in
Santuario davanti a Gesù Eucaristia esposto
sull'altare.
La presenza di Gemma l'avvertivamo nella stupenda realtà
della Comunione dei Santi che ci unisce tutti in Gesù, nel
suo amore, nella sua Croce, nella luce delle sue ferite
gloriose. E ci siamo sentite anche con Maria «la Madre» in
questo suo bel mese che la celebra particolarmente nei Misteri
della gioia, del dolore, della luce e della gloria. Santa
Gemma accanto al Volto Santo, e noi qui accanto a Gesù
Eucaristia; in un solo spirito e in un solo cuore, come
sempre. La vigilia della festa di Gemma viene quasi annunciata
da Maria, Madre delle Grazie, Patrona della Toscana. E con la
Madonna ci siam date da fare per preparare il ritorno delle
spoglie di Santa Gemma.
16 maggio. Nella mattinata i Paracadutisti sono
arrivati con il loro autocarro per adornarlo di tappeto e
piante verdi. Nell'andata in Cattedrale, l'Urna venne
trasportata dai Vigili del Fuoco, sul loro autocarro adornato
di fiori e piante; così, anche i «Para'» hanno voluto
riportare in Santuario la loro Patrona, meglio, Compatrona con
San Michele Arcangelo.
Di Santa Gemma custodiscono con amore l'immagine, ma
soprattutto le si affidano nel compimento delle loro difficili
missioni. Alle 18, ci siamo unite spiritualmente alle
centinaia di fedeli che gremivano la Cattedrale, raccolte
nella dolce Liturgia dei II Vespri della Santa: «Perla
nascosta fosti in terra, o Gemma, ed ora brilli di Cristo nel
diadema...». Il sole volgeva ormai al tramonto e abbiamo
acceso i lumi a tutte le finestre da cui pendevano i drappi
rossi, e sul terrazzo alle due piccole cupole che danno sulla
via.
A tratti, la brezza portava già il suono della Banda di San
Gennaro. E mentre all'andata dell'Urna in Cattedrale avevamo
ricordato con commozione l'antico Inno alla Santa:
«...O Lucca gloriosa, progenie di Santi, accogli la sposa di
Cristo tuo Rè», ora eravamo pronte, ad unirci al canto
dell'Inno Ufficiale per il Centenario, composto dal Maestro
Don Emilio Citti, su testi di Mons. Femando Tornei «Lo
sguardo e il cuore volto a Cristo in Croce, hai visto, o
Gemma, nel dolore umano un dono, prezioso a chi l'accoglie e
caro a Dio. Davvero, Gemma, Fiore di Passione, tu che
sperimentasti il dolore, la povertà, l'incomprensione, che
passasti silenziosa e schiva per le vie della tua città,
portandoti nel cuore e nelle membra un segreto d'amore per
Gesù e per i fratelli, ora stavi per arrivare tra noi, tra
canti e musiche solenni e gioiose, accompagnata da una folla
plaudente, Sacerdoti, Religiosi e laici, dalle autorità
cittadine, da piccoli e grandi e, finalmente giungevi al
«tuo» Monastero che circonda come un abbraccio il Santuario
in cui sei venerata, in cui accogli tanti segreti di
preghiera, di gioie e dolori, di gratitudine e di supplica dai
molti che, nella tua breve e tribolata esistenza terrena si
riconoscono e da te traggono coraggio per vivere una fede ed
una speranza cristiana sempre rinnovate, per confidare nel
Padre, in Gesù che sempre ci salva, nello Spirito Santo che
è Luce, Forza e Amore.
Nel frattempo abbiamo avuto la gioia di una rapida visita di
S. Eminenza il Card. José Saraiva Martins che in Cattedrale
aveva presieduto la Solenne Concelebrazione Eucaristica (ne
diamo in queste pagine l'omelia) e che doveva ripartire per
Roma. Già era venuto tra noi per il Centenario delle Stigmate
di Gemma e siamo state felici di rivederlo, di riceverne la
benedizione e la promessa che ritornerà a «Santa Gemma».
Intanto condivideva la nostra trepida attesa il nostro
Arcivescovo, Monsignor Bruno Tommasi, venuto ad accogliere
l'Urna della Santa.
Alle 20.35, ecco le prime staffette della Polizia a fermare il
passaggio delle macchine davanti al Santuario e poco dopo ecco
il carro dei Para. Quasi sollevassero un lieve peso, i giovani
portano la pesante Urna sulla base fiorita che l'aveva accolta
in Cattedrale.
Un volo di candide colombe, di tortorelle, e di palloncini
bianchi e rossi, l'irrompere dell'Inno del Centenario, il
suono festoso delle campane del Santuario e della vicina
parrocchia, tanti petali di fiori gettati dalle finestre del
Monastero e un grande applauso. Due colombe, dopo un breve
volo nell'aria della prima sera, si son posate sull'Urna
piccolo «segno» delle «Colombe del Crocifisso» (come San
Paolo della Croce soleva chiamare le Passioniste), tra le
quali tu, Gemma, avresti voluto vivere la tua vita di croce e
di amore!
E nel sollevarsi rapido dei palloncini, come non pensare ai
colori che la Sposa dei Cantici vede nell'Amato!: «Il mio
Diletto è bianco e vermiglio», bianco nella purezza, rosso
nella Passione... La folla ha riempito presto il Santuario
seguendo l'Urna mentre dalla cupola scendeva una pioggia di
cuori, portanti un messaggio di Santa Gemma. Dopo il nostro
Arcivescovo ha iniziato la preghiera del Padre Nostro che ci
ha fatti sentire tutti una cosa sola nel Signore, e poi ha
dato l'ultima benedizione all'Urna e ai presenti.
Nessuno in Santuario sembrava voler partire. I fedeli
pregavano accanto all'Urna di Gemma. Abbiamo potuto salutare
il nostro Arcivescovo, il nostro Padre Provinciale, Padre
Adolfo Lippi; il Sindaco di Lucca, Dott. Pietro Pazzi; il
Generale Bertolini e il Colonnello Fioravanti, dei
Paracadutisti; il Maresciallo dei Carabinieri, i tanti
volontari in particolare abbiamo riveduto con gioia i parenti
di Santa Gemma: Gemma e Mario, con la mamma, signora Bianca,
nipoti di Angelina, sorella della Santa. La sera avanzava e,
pian piano, il Santuario è tornato silenzioso si son chiuse
le porte. Noi pure allora abbiamo potuto andare all'Urna di
Santa Gemma. Venivano spontanee alla mente le Parole del
Salmo: «Esulteranno le ossa umiliate». E la presenza
silenziosa di Padre Germano e di Monsignor Volpi?
E' stato come l'avvertissimo lì, accanto alla creatura
stupenda che Gesù aveva loro affidata, affinchè la
coltivassero, come un fiore di Passione, per lo Sposo, per la
Chiesa, per il mondo. Abbiamo ricordato anche i membri della
Famiglia Giannini: Cecilia che visse con Gemma i momenti più
drammatici degli ultimi mesi, delle ultime settimane della sua
protetta. E gli altri, specialmente i Genitori e l'Avv.
Giuseppe, testimone anche nelle varie ricognizioni delle
spoglie mortali di S. Gemma, e l'Eufemia, Fondatrice
dell'Istituto Missionario delle Sorelle di Santa Gemma.
E Suore di altri Istituti che a Gemma si ispirano: Suore di
Santa Gemma Galgani, di Dodoma (Tanzania) da tempo nostre
ospiti, ed altri pure; e il Movimento Laicale Passionista che
della "laicita' sofferta" di Gemma prende motivo per
invocarla come loro Patrona. Vorremmo davvero ricordare tutti
in queste pagine. I membri del Cenacolo di Santa Gemma, che il
primo giovedì di ogni mese alle 21 si riuniscono in
Santuario, per una veglia orante con noi: ed altri, vicini e
lontani che con noi si sentono uniti tramite Santa Gemma:
particolarmente i collaboratori alla nostra rivista e tutti
coloro che ricevono queste pagine e ci esprimono il loro
incoraggiamento.
Soprattutto i sofferenti e quanti sperimentano la Passione di
Gesù e che traggono luce e conforto dall'esempio di Gemma.
Gemma si consegnò all'Amore Crocifisso, affidandosi e amando,
e l'amore ha reso feconda di Grazia la sua vita, e darà senso
e preziosità alla vita di chi, come Gemma vorrà accettare di
soffrire amando, per la salvezza del mondo, con Gesù.
Domenica 18 maggio. Abbiamo avuto la graditissima
visita del Superiore Generale dei Passionisti, il Rev.mo Padre
Ottaviano D'Egidio che ha presieduto la Concelebrazione
Eucaristica delle 10,30. Concelebranti, il Rev. Padre Luigi
Vaninetti, 1° Consultore Generale Passionista, e Padre Tito
Zecca, Segretario del Comitato per il Centenario di Santa
Gemma e Padre Giambattista Scarinci.
Erano presenti in Santuario i Laici del Movimento
Passionista e i partecipanti ad un pellegrinaggio. Il Padre
Generale ama molto Santa Gemma; all'omelia ne ha parlato con
profondità di concetti, mostrando di conoscere bene la Santa
e la sua spiritualità di Mistica della Passione; ha pure
ricordato la figura di Padre Germano, Passionista, il «Buon
babbo» di Gemma, di cui la Chiesa ha già riconosciuto le
virtù eroiche, dichiarandolo Venerabile.
Il Padre Generale si è poi trattenuto paternamente con noi e
il suo desiderio è che i Monasteri Passionisti possano
crescere soprattutto in santità di vita. Vari pellegrinaggi
si sono susseguiti, nel pomeriggio e siamo liete che sia
richiesto molto il Sacramento della Riconciliazione.
Vogliamo terminare queste brevi note con le parole che la
Chiesa rivolge a Gemma nella Liturgia dei Vespri: «Gemma,
vergine saggia».