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VITA DEL MONASTERO-SANTUARIO di una Claustrale Passionista

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 SFOGLIA LA RIVISTA S. Gemma 

Rivista S. Gemma N.5
Maggio 2003
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Casa natale di Gemma

 


Cameretta dove Gemma mori' 

 

Un giorno da non dimenticare
O Cuore, Cuore mio, perché non ti accendi tutto? 
Perché non ti consumi tutto nelle fiamme di Gesù? (Santa Gemma)

«O Gesù, io vorrei... io vorrei che la mia voce arrivasse ai confini di tutto il mondo... chiamerei tutti i peccatori e gli direi che entrassero tutti nel tuo cuore». Era questo il più ardente desiderio della «povera Gemma», per cui consumò la sua vita terrena offrendosi in olocausto con la Vittima del Calvario; desiderio che Dio Padre accolse ed esaudì. Lo abbiamo constato particolarmente l'11 aprile scorso, giorno in cui si è celebrato il primo centenario della morte della Santa. 
Abbiamo visto con quanta potenza il Signore operi attraverso chi si lascia interamente plasmare dal suo Spirito d'amore. Con noi durante tutti i preparativi per questa solenne giornata; il suo cuore ci ha accompagnato, non solo con la presenza della sua Reliquia, ma soprattutto con la forza del suo amore che ci ha guidate ed ha attirato a sé un gran numero di pellegrini, accorsi a venerare quel cuore che si è consumato nell'ardente passione per Cristo Crocifisso. La presenza del cuore di Gemma ha sensibilizzato specialmente i lucchesi che hanno avvertito il desiderio di approfondire meglio la conoscenza della loro Santa. 
Gemma, per molti e in particolare per i giovani è come la scoperta di un tesoro prezioso: un tesoro di grazia e di gloria. I giorni precedenti la celebrazione centenaria, di intenso lavoro, ma carichi di preghiera e di sereno raccoglimento, il Santuario quasi sempre affollato e le molte persone in attesa ai confessionali hanno mostrato l'intensità della grazia che aleggiava; e la sera, alle 20.30, liberi da impegni lavorativi, i fedeli accorrevano numerosi al Triduo di preparazione al grande giorno. 
Con essi, noi pure abbiamo pregato il santo Rosario, meditandone i misteri con pensieri tratti dagli scritti o dalle estasi di santa Gemma, che suscitano stupore e commozione per la profondità dei concetti e specialmente per la spontaneità e la confidenza con cui Gemma trattava con Gesù. Subito dopo, la santa Messa, presieduta da Mons. Fausto Tardelli, Provicario Generale della Diocesi; all'omelia egli ha parlato con profonda conoscenza della vita di Gemma, della sua spiritualità, del suo cammino di santificazione, della sua specifica missione di intercedere per i peccatori. La sera della vigilia, alle 21, il cantautore, prof. Massimo Puccini, ha reso omaggio a santa Gemma, con il dono di un suo concerto in Santuario. 
Ci ha colpito il suo devoto inchino alla Santa e la soavità e la potenza della sua voce, la dolcezza e l'appassionato calore dei canti e dei commenti musicali hanno fatto gustare ai presenti la bellezza della musica, quale preludio dell'armonia dei cori angelici. In questo centenario non potevano mancare tra noi le Suore della Congregazione di Santa Gemma, di Dodoma (Tanzania), in Italia da qualche anno per motivi di studio e, a varie riprese, nostre ospiti. E con gioia abbiamo accolto la loro Madre Generale ed altre sei Sorelle felici di poter sostare per qualche giorno accanto alle spoglie di Santa Gemma, la loro Patrona e modello di vita. 
In un clima denso di spiritualità galganiana, siamo giunte al giorno da non dimenticare: 1' 11 aprile 2003.
Alle prime luci dell'alba, cantando insieme le lodi al Signore le nostre anime si elevavano a Lui con gratitudine, per il Suo trionfo di amore nel cuore e nella vita della sua Serva; quali meraviglie Dio compie nella sua creatura che si abbandona completamente al suo Amore! Poi, gli immediati preparativi ci hanno assorbite, ma la presenza del Signore e la «compagnia» di Gemma hanno creato tra noi un clima di fraterna collaborazione e di reciproco aiuto. 
Qualche inconveniente non è mancato: due volte il grande arazzo con l'immagine di Santa Gemma, appeso sulla facciata del Santuario, è caduto, per la forza del vento proprio quando i fedeli accorrevano ad una delle Messe celebrate in mattinata. Il Signore ha fatto sì che tutto potesse risolversi senza danno ad alcuno. Alle 10.30, circa 600 paracadutisti, dei quali santa Gemma è «Compatrona» con san Michele Arcangelo, sono giunti al Santuario per partecipare alla santa Messa, e per adempiere al precetto pasquale con i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia. 
Il «silenzio» militare al momento della Consacrazione è un richiamo alla solennità del momento, che colpisce e commuove. Siamo rimaste ammirate dello zelo e dell'impegno con cui il Reverendo padre Cappellano militare ha saputo coinvolgere i giovani Para nell'animazione corale della santa Messa e per implorare con il canto la pace nel mondo: grido vibrante che si è unito alla preghiera del Papa e di tutti i cristiani. Erano presenti nelle prime file gli alti Ufficiali dell'Arma, e al termine della Messa è sempre con commozione che in silenzio si ascolta la «preghiera del Paracadutista». 
Più tardi i Superiori hanno condiviso con i nostri padri e con i Novizi Passionisti, venuti per l'occasione, un'agape fraterna e hanno espresso la loro devozione e la loro fiducia in Colei che seppe fare della sua vita un immenso atto d'amore a Dio. In ricordo di questo incontro, il Comandante Colonnello ha voluto rendere omaggio alla nostra Madre presidente con il dono di una targa che reca il simbolo dell'Arma e il Generale ha donato un piatto in ceramica con lo stemma dei paracadutisti, auspicando che questo momento sia l'inizio di una amicizia costruita nel Cuore di Dio, nel nome di Santa Gemma e alimentata dalla fede e dalla preghiera. 
Verso le 13.45, abbiamo ricordato, insieme a numerosi fedeli, il piissimo Transito di santa Gemma; cento anni orsono a quest'ora, Gemma, crocifissa con Cristo, e mentre era già suonato l'alleluia pasquale, spirava in pace: la sua anima benedetta spiccava il volo verso l'eternità, verso la gioia senza fine. Aveva tanto sofferto in vita amando con un amore che le aveva dilatato il cuore; ora, finalmente era tra le braccia di Colui che in vita aveva desiderato più di ogni altro bene. Il Rosario meditato
con i «pensieri» della Santa, ha concluso la commemorazione, lasciando spazio al silenzio meditativo e alla semplice invocazione: «Santa Gemma», prega per noi. G
ià prima delle ore 16 i pellegrini e i devoti della Santa, hanno cominciato ad affluire al Santuario in attesa della solenne concelebrazione Eucaristica delle ore 18. Ed è stata continua la preghiera, mentre i sacerdoti non hanno lasciato i confessionali, disponibili alle molte richieste per le confessioni. Alle 17.45 il nostro Arcivescovo, Mons. Bruno Tommasi si è recato a dare il benvenuto a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Rè, Prefetto della Congregazione dei Vescovi. Sul pronao del Santuario vi erano ad attenderlo alcuni Vescovi della Toscana, il Presidente della Provincia di Lucca, un rappresentate del sindaco, il sindaco di Capannori e molti fedeli. 
Il Santuario, gremito al massimo ha reso necessaria l'installazione di altoparlanti all'esterno, per dare la possibilità ai molti che non potevano entrare, di seguire la celebrazione dal pronao ed oltre. Nel nostro coro monastico abbiamo accolto le religiose della diocesi e, in via eccezionale, anche i novizi Passionisti venuti dall'Argentario. Alle 18, inizio della Messa. Accanto a Sua Eminenza che presiede, il nostro Arcivescovo e il Vescovo di Livorno, Mons. Coletti, il vescovo di Volterra, Mons. Bianchi con il Vescovo emerito, Mons. Bertelli e molti sacerdoti e religiosi: cinquantuno concelebranti.
Il nostro Arcivescovo ha salutato sua Eminenza con parole di gioioso benvenuto, lo ha ringraziato, anche a nome delle Autorità e di tutti i presenti della sua venuta tra noi, per celebrare l'Eucaristia ed onorare Santa Gemma in questo centenario del suo piissimo transito. Ci siamo sentiti tutti uniti intorno all'altare sotto cui riposano le spoglie mortali della «povera Gemma», ora Gemma di luce in Paradiso. La corale di Massa-Montignoso ha accolto la processione d'ingresso dei concelebranti, e la partecipazione dell'assemblea, al Gloria e ad altri momenti della Messa ha fatto sì che un coro potente di voci lodasse il Signore. 
I bravi cantori della Corale hanno animato la liturgia anche con brani scelti e, al termine della Messa, con il canto dell'inno ufficiale del Centenario, composto dal M°. Don Emilio Citti, su testi del Prof. Don Fernando Tornei. L'inno interpreta felicemente la figura di Santa Gemma e il suo particolare carisma, e l'implorazione finale ad ogni ritornello: «le nostre croci siano ala che ci eleva a Dio» esprime ciò che per Gemma e per tutti noi dev'essere la realtà, dura ma santificante, della croce. All'omelia il Cardinale ha risposto fraternamente alla calorosa accoglienza della diocesi lucchese, e di tutti i presenti; ha espresso la gioia di essere fra noi e la sua personale riscoperta di una Santa che, fin da bambino sua madre gli aveva insegnato ad amare. 
Il tono confidenziale del Cardinale ha creato un clima di famiglia, come ci conoscessimo da tempo, uniti dall'amore di Cristo e figli dell'unico Padre Celeste. Egli ha continuato l'omelia riferendosi agli aspetti più salienti della spiritualità gemmiana: l'estrema semplicità e sincerità di Gemma; il suo amore per Gesù, l'amore alla croce, non per se stessa, ma perché strumento di redenzione, la sua offerta nel dolore fisico e spirituale, per la conversione dei peccatori... l'esempio di vita eroica nelle virtù cristiane, il suo amore filiale alla Vergine Addolorata. All'offertorio, le sorelle africane, avvolte dai loro drappi raffiguranti santa Gemma, hanno portato i doni all'altare: i frutti della loro terra, recati con canti e con la danza. 
Dopo la benedizione finale, il Cardinale ha salutato noi e le altre religiose ancora presenti nel nostro coro: un saluto paterno e sorridente ed ancora una benedizione particolare ed una richiesta di preghiera per il suo ministero. L'abbiamo pregato di dire al Papa la nostra filiale devozione e fedeltà. Dopo la Messa, per le 20.45 era prevista la fiaccolata, dal Santuario alla cameretta di Via della Rosa per lasciarvi un mazzo di gigli, come offerta al puro «Giglio del Crocifisso», ma i rovesci di pioggia e il forte vento scoraggiavano molti. Nel frattempo si iniziò la recita del Rosario. A un certo punto, tra i presenti si alzò una voce: «Io vado, chi vuoi venire... andiamo!». 
Allora si accesero le candele, si aprirono gli ombrelli che però non tutti avevano e pregando si avviò la processione verso il «piccolo santuario del Transito» in Via della Rosa. Precedeva la fiaccolata un signore che, oltre la sua candela, reggeva un quadretto antico con l'immagine di Santa Gemma, trovato casualmente in casa dentro una cassa in modo impensato. Nessuna fiammella si spense, nonostante il vento! Ed oltre ottanta coraggiosi poterono salire alla cameretta in cui Gemma lasciava questa terra per il cielo. Una breve sosta di preghiera, di fiducia e di ringraziamento al Signore per il dono di Gemma, «Santa del mistero pasquale». 
Anche il Santuario era illuminato dai lumini posti alle finestre li avevamo accesi a simboleggiare la luce di Cristo Signore, luce che Gemma irradiò nel mondo: «Gemma, vergine saggia, sposa di Cristo, regna gloriosa in Cielo e risplende tra gli Angeli in eterno, alleluia». (Antifona ai Vespri).
Santa Gemma, prega per noi e richiamaci sempre all'unico, vero e sommo Bene: Gesù!
Il 23 aprile alle 4.30 il folto pellegrinaggio diocesano con 5 pullman si è recato a Roma all'udienza del santo Padre in piazza San Pietro portando doni al Papa in ricordo del primo Centenario del Transito di Santa Gemma. Si sono recati nella parrocchia di Santa Gemma eretta dai padri passionisti e lì hanno trovato ancora la reliquia del cuore di Santa Gemma che sta attraversando la nostra Italia.
Vogliamo dire anche da queste pagine un grazie particolare ai Volontari che con tanta disponibilità e certo con sacrificio, hanno aiutato, in molti modi, in Santuario e per altre occorrenze, affinché tutto potesse svolgersi con ordine e decoro.
Gemma li ricompensi con la generosità dei Santi!

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