Un giorno da non
dimenticare
O
Cuore, Cuore mio, perché non ti accendi tutto?
Perché non ti
consumi tutto nelle fiamme di Gesù? (Santa Gemma)
«O Gesù, io vorrei... io
vorrei che la mia voce arrivasse ai confini di tutto il
mondo... chiamerei tutti i peccatori e gli direi che
entrassero tutti nel tuo cuore». Era questo il più ardente
desiderio della «povera Gemma», per cui consumò la sua vita
terrena offrendosi in olocausto con la Vittima del Calvario;
desiderio che Dio Padre accolse ed esaudì. Lo abbiamo
constato particolarmente l'11 aprile scorso, giorno in cui si
è celebrato il primo centenario della morte della Santa.
Abbiamo visto con quanta potenza il Signore operi attraverso
chi si lascia interamente plasmare dal suo Spirito d'amore.
Con noi durante tutti i preparativi per questa solenne
giornata; il suo cuore ci ha accompagnato, non solo con la
presenza della sua Reliquia, ma soprattutto con la forza del
suo amore che ci ha guidate ed ha attirato a sé un gran
numero di pellegrini, accorsi a venerare quel cuore che si è
consumato nell'ardente passione per Cristo Crocifisso. La
presenza del cuore di Gemma ha sensibilizzato specialmente i
lucchesi che hanno avvertito il desiderio di approfondire
meglio la conoscenza della loro Santa.
Gemma, per molti e in
particolare per i giovani è come la scoperta di un tesoro
prezioso: un tesoro di grazia e di gloria. I giorni precedenti
la celebrazione centenaria, di intenso lavoro, ma carichi di
preghiera e di sereno raccoglimento, il Santuario quasi sempre
affollato e le molte persone in attesa ai confessionali hanno
mostrato l'intensità della grazia che aleggiava; e la sera,
alle 20.30, liberi da impegni lavorativi, i fedeli accorrevano
numerosi al Triduo di preparazione al grande giorno.
Con essi,
noi pure abbiamo pregato il santo Rosario, meditandone i
misteri con pensieri tratti dagli scritti o dalle estasi di
santa Gemma, che suscitano stupore e commozione per la
profondità dei concetti e specialmente per la spontaneità e
la confidenza con cui Gemma trattava con Gesù. Subito dopo,
la santa Messa, presieduta da Mons. Fausto Tardelli,
Provicario Generale della Diocesi; all'omelia egli ha parlato
con profonda conoscenza della vita di Gemma, della sua
spiritualità, del suo cammino di santificazione, della sua
specifica missione di intercedere per i peccatori. La sera
della vigilia, alle 21, il cantautore, prof. Massimo Puccini,
ha reso omaggio a santa Gemma, con il dono di un suo concerto
in Santuario.
Ci ha colpito il suo devoto inchino alla Santa e
la soavità e la potenza della sua voce, la dolcezza e
l'appassionato calore dei canti e dei commenti musicali hanno
fatto gustare ai presenti la bellezza della musica, quale
preludio dell'armonia dei cori angelici. In questo centenario
non potevano mancare tra noi le Suore della Congregazione di
Santa Gemma, di Dodoma (Tanzania), in Italia da qualche anno
per motivi di studio e, a varie riprese, nostre ospiti. E con
gioia abbiamo accolto la loro Madre Generale ed altre sei
Sorelle felici di poter sostare per qualche giorno accanto
alle spoglie di Santa Gemma, la loro Patrona e modello di
vita.
In un clima denso di spiritualità galganiana, siamo
giunte al giorno da non dimenticare: 1' 11 aprile 2003.
Alle prime luci dell'alba, cantando insieme le lodi al Signore
le nostre anime si elevavano a Lui con gratitudine, per il Suo
trionfo di amore nel cuore e nella vita della sua Serva; quali
meraviglie Dio compie nella sua creatura che si abbandona
completamente al suo Amore! Poi, gli immediati preparativi ci
hanno assorbite, ma la presenza del Signore e la «compagnia»
di Gemma hanno creato tra noi un clima di fraterna
collaborazione e di reciproco aiuto.
Qualche inconveniente non
è mancato: due volte il grande arazzo con l'immagine di Santa
Gemma, appeso sulla facciata del Santuario, è caduto, per la
forza del vento proprio quando i fedeli accorrevano ad una
delle Messe celebrate in mattinata. Il Signore ha fatto sì
che tutto potesse risolversi senza danno ad alcuno. Alle
10.30, circa 600 paracadutisti, dei quali santa Gemma è
«Compatrona» con san Michele Arcangelo, sono giunti al
Santuario per partecipare alla santa Messa, e per adempiere al
precetto pasquale con i sacramenti della Riconciliazione e
dell'Eucaristia.
Il «silenzio» militare al momento della
Consacrazione è un richiamo alla solennità del momento, che
colpisce e commuove. Siamo rimaste ammirate dello zelo e
dell'impegno con cui il Reverendo padre Cappellano militare ha
saputo coinvolgere i giovani Para nell'animazione corale
della santa Messa e per implorare con il canto la pace nel
mondo: grido vibrante che si è unito alla preghiera del Papa
e di tutti i cristiani. Erano presenti nelle prime file gli
alti Ufficiali dell'Arma, e al termine della Messa è sempre
con commozione che in silenzio si ascolta la «preghiera del
Paracadutista».
Più tardi i Superiori hanno condiviso con i
nostri padri e con i Novizi Passionisti, venuti per
l'occasione, un'agape fraterna e hanno espresso la loro devozione e la loro
fiducia in Colei che seppe fare della sua vita un immenso atto
d'amore a Dio. In ricordo di questo incontro, il Comandante
Colonnello ha voluto rendere omaggio alla nostra Madre
presidente con il dono di una targa che reca il simbolo
dell'Arma e il Generale ha donato un piatto in ceramica con lo
stemma dei paracadutisti, auspicando che questo momento sia
l'inizio di una amicizia costruita nel Cuore di Dio, nel nome
di Santa Gemma e alimentata dalla fede e dalla preghiera.
Verso le 13.45, abbiamo ricordato, insieme a numerosi fedeli,
il piissimo Transito di santa Gemma; cento anni orsono a
quest'ora, Gemma, crocifissa con Cristo, e mentre era già
suonato l'alleluia pasquale, spirava in pace: la sua anima
benedetta spiccava il volo verso l'eternità, verso la gioia
senza fine. Aveva tanto sofferto in vita amando con un amore
che le aveva dilatato il cuore; ora, finalmente era tra le
braccia di Colui che in vita aveva desiderato più di ogni
altro bene. Il Rosario meditato
con i «pensieri» della
Santa, ha concluso la commemorazione, lasciando spazio al
silenzio meditativo e alla semplice invocazione: «Santa
Gemma», prega per noi. G
ià prima delle ore 16 i pellegrini e
i devoti della Santa, hanno cominciato ad affluire al
Santuario in attesa della solenne concelebrazione Eucaristica
delle ore 18. Ed è stata continua la preghiera, mentre i
sacerdoti non hanno lasciato i confessionali, disponibili
alle molte richieste per le confessioni. Alle 17.45 il nostro
Arcivescovo, Mons. Bruno Tommasi si è recato a dare il
benvenuto a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Rè,
Prefetto della Congregazione dei Vescovi. Sul pronao del
Santuario vi erano ad attenderlo alcuni Vescovi della Toscana,
il Presidente della Provincia di Lucca, un rappresentate del
sindaco, il sindaco di Capannori e molti fedeli.
Il Santuario,
gremito al massimo ha reso necessaria l'installazione di
altoparlanti all'esterno, per dare la possibilità ai molti che
non potevano entrare, di seguire la celebrazione dal pronao ed
oltre. Nel nostro coro monastico abbiamo accolto le religiose
della diocesi e, in via eccezionale, anche i novizi
Passionisti venuti dall'Argentario. Alle 18, inizio della
Messa. Accanto a Sua Eminenza che presiede, il nostro
Arcivescovo e il Vescovo di Livorno, Mons. Coletti, il vescovo
di Volterra, Mons. Bianchi con il Vescovo emerito, Mons.
Bertelli e molti sacerdoti e religiosi: cinquantuno
concelebranti.
Il nostro Arcivescovo ha salutato sua Eminenza
con parole di gioioso benvenuto, lo ha ringraziato, anche a
nome delle Autorità e di tutti i presenti della sua venuta
tra noi, per celebrare l'Eucaristia ed onorare Santa Gemma in
questo centenario del suo piissimo transito. Ci siamo sentiti
tutti uniti intorno all'altare sotto cui riposano le spoglie
mortali della «povera Gemma», ora Gemma di luce in Paradiso.
La corale di Massa-Montignoso ha accolto la processione
d'ingresso dei concelebranti, e la partecipazione
dell'assemblea, al Gloria e ad altri momenti della Messa ha
fatto sì che un coro potente di voci lodasse il Signore.
I
bravi cantori della Corale hanno animato la liturgia anche con
brani scelti e, al termine della Messa, con il canto dell'inno
ufficiale del Centenario, composto dal M°. Don Emilio Citti, su testi del Prof. Don
Fernando Tornei. L'inno
interpreta felicemente la figura di Santa Gemma e il suo
particolare carisma, e l'implorazione finale ad ogni
ritornello: «le nostre croci siano ala che ci eleva a Dio»
esprime ciò che per Gemma e per tutti noi dev'essere la
realtà, dura ma santificante, della croce. All'omelia il
Cardinale ha risposto fraternamente alla calorosa accoglienza
della diocesi lucchese, e di tutti i presenti; ha espresso la
gioia di essere fra noi e la sua
personale riscoperta di una Santa che, fin da bambino sua
madre gli aveva insegnato ad amare.
Il tono confidenziale del
Cardinale ha creato un clima di famiglia, come ci conoscessimo
da tempo, uniti dall'amore di Cristo e figli dell'unico Padre
Celeste. Egli ha continuato l'omelia riferendosi agli aspetti
più salienti della spiritualità gemmiana: l'estrema
semplicità e sincerità di Gemma; il suo amore per Gesù,
l'amore alla croce, non per se stessa, ma perché strumento
di redenzione, la sua offerta nel dolore fisico e spirituale,
per la conversione dei peccatori... l'esempio di vita eroica
nelle virtù cristiane, il suo amore filiale alla Vergine
Addolorata. All'offertorio, le sorelle africane, avvolte dai
loro drappi raffiguranti santa Gemma, hanno portato i doni
all'altare: i frutti della loro terra, recati con canti e con
la danza.
Dopo la benedizione finale, il Cardinale ha
salutato noi e le altre religiose ancora presenti nel nostro
coro: un saluto paterno e sorridente ed ancora una benedizione
particolare ed una richiesta di preghiera per il suo
ministero. L'abbiamo pregato di dire al Papa la nostra
filiale devozione e fedeltà. Dopo la Messa, per le 20.45 era
prevista la fiaccolata, dal Santuario alla cameretta di Via
della Rosa per lasciarvi un mazzo di gigli, come offerta al
puro «Giglio del Crocifisso», ma i rovesci di pioggia e il
forte vento scoraggiavano molti. Nel frattempo si iniziò la
recita del Rosario. A un certo punto, tra i presenti si
alzò una voce: «Io vado, chi vuoi venire... andiamo!».
Allora si accesero le candele, si aprirono gli ombrelli che però non tutti avevano e
pregando si
avviò la processione verso il «piccolo santuario del Transito» in Via della Rosa.
Precedeva la fiaccolata un signore che, oltre la sua
candela, reggeva un quadretto antico con l'immagine di Santa Gemma, trovato casualmente in casa dentro una cassa in modo
impensato. Nessuna fiammella si spense, nonostante il
vento! Ed oltre ottanta coraggiosi poterono salire alla
cameretta in cui Gemma lasciava questa terra per il cielo. Una
breve sosta di preghiera, di fiducia e di ringraziamento al
Signore per il dono di Gemma, «Santa del mistero pasquale».
Anche il Santuario era
illuminato dai lumini posti alle finestre li avevamo accesi a
simboleggiare la luce di Cristo Signore, luce che Gemma
irradiò nel mondo: «Gemma, vergine saggia, sposa di Cristo,
regna gloriosa in Cielo e risplende tra gli
Angeli in eterno, alleluia». (Antifona ai Vespri).
Santa Gemma, prega per noi e richiamaci sempre all'unico, vero e sommo Bene: Gesù!
Il 23 aprile alle 4.30 il
folto pellegrinaggio diocesano con 5 pullman si è recato a Roma all'udienza
del santo Padre in piazza San Pietro
portando doni al Papa in ricordo del primo Centenario del Transito di
Santa Gemma. Si sono recati nella parrocchia di Santa Gemma eretta dai padri passionisti e
lì hanno trovato ancora la reliquia del cuore di Santa Gemma
che sta attraversando la nostra Italia.
Vogliamo dire anche da queste pagine un grazie particolare ai Volontari che con tanta
disponibilità e certo con sacrificio, hanno aiutato, in
molti modi, in Santuario e per altre occorrenze, affinché tutto
potesse svolgersi con ordine e decoro.
Gemma li ricompensi con la generosità dei Santi!
|