La mostra racconta l’esperienza di una ragazza che ha
sigillato con la vita una frase che sarebbe rimasta tale se
non avesse preso sembianze e volontà di una persona:
"Amore vuole amore; fuoco vuole fuoco". È la
straordinaria quotidianità di Dio in Gemma Galgani che si
ammirerà con stupore percorrendo l’itinerario espositivo.
È il volto di Gemma che dice la bellezza e la nostalgia del
Mistero intravisto e familiarizzato, che accoglierà il
visitatore, lo accompagnerà e lo introdurrà nell’Assoluto
di Dio, che in Cristo ama, salva ogni uomo dal peccato, chiama
per un destino di vita posseduta in pienezza, perché donata
totalmente.
La
mostra celebra il I° centenario della morte di Santa Gemma.
Tutto si svolge a Lucca, nel brevissimo tempo di 25 anni
(1878-1903) e nella semplicità delle pareti familiari. La
vita di Santa Gemma è un incessante "sì" a Gesù
che la porta a condividere il Suo amore per i peccatori.
Ha portato sul suo corpo i segni del Crocifisso, ha obbedito e
seguito Gesù Cristo non fuggendo ma vivendo le circostanze
liete e tristi della vita. Gemma non ha parlato di Dio, ma ha
parlato con Dio dando del "Tu" al "Gesù
vero", con una tale immediatezza, quasi fanciullesca e
con un amore così puro che i suoi scritti e le sue estasi
stenografate hanno la forza di vincere l’orgoglio umano e di
fare amare Cristo.
Saranno esposte, oltre ad oggetti che permetteranno la
ricostruzione di una stanza della casa abitata da Gemma, varie
sue lettere e l’autobiografia autentica, che il diavolo
fece sparire per settimane e riconsegnò bruciacchiata,
perché non si conoscesse l’opera della Grazia in questa
ragazza.
Nata nel 1878 appena fuori le mura di Lucca, orfana di
padre e madre a 19 anni, stigmatizzata a 21, nel 1900 Gemma
Galgani è accolta dalla famiglia Giannini, nella cui casa per
circa tre anni il Signore la visita quotidianamente,
chiamandola a partecipare al Suo amore redentivo per i
peccatori; il sabato santo del 1903 muore "sola con Gesù
solo" con un desiderio: "Vorrei che quando sarò
morta, tutti dicessero: "Gemma è stata vittima di amore
ed è morta solo vittima di amore", acciocché tutti
amassero Gesù".
La mostra vuole portare quindi alla conoscenza del grande
pubblico questa affascinante figura femminile che, vissuta
nel tempo orgoglioso in cui i "pensatori" e gli
"intellettuali" dichiaravano estinto il senso
religioso nel cuore umano e moribonda la Chiesa, insegna che l’uomo,
e con lui il mondo, si salva vivendo "dal di dentro"
l’esperienza del "Cristo totale".