vai alla Home Pagele Lettere smarrite e quelle piu' significative

(Brano tratto dal Libro)

Vai alla copertina del libroEnrico Zoffoli pensa che Paolo scrisse non meno di 32.500 lettere (e. zoffoli, op. cit., II, 212). Attualmente ne abbiamo circa 2.000.
Molte lettere sono andate perdute perché i destinatari le hanno distrutte non volendo che fossero conosciuti i loro problemi o stati di animo. Tra queste persone vi sono Rosa Calabresi che dovette bruciare un 500 lettere, e M. Crocifissa Costantini in una malattia bruciò quasi tutte le lettere perché, affermò, se mai fossi morta, non volevo che si sapessero i fatti miei
(e. zoffoli, op. cit., II, 212.).

Riguardo alle lettere ai passionisti si deve notare che ne mancano moltissime come si puo' costatare leggendo le lettere al p. Fulgenzio Pastorelli, al p. Gianmaria Cioni, al p. Giuseppe Giacinto Ruberi il quale affermava di aver ricevuto centinaia di lettere, ma che <alla fine di ogni triennio, per non accrescere la mole delle carte, le bruciavo>.
Delle lettere dirette al p. Marcoaurelio Pastorelli ne rimane una sola.
Più dolorosa riesce la perdita delle lettere dirette al p. Tommaso Struzzieri quando si occupava delle fondazioni al sud di Roma e poi, come Procuratore, rappresentava la Congregazione nella opposizione giudiziale promossa dagli Ordini Mendicanti, trattava con la S. Congregazione di Propaganda Fide l'affidamento di una Missione fuori Italia ai passionisti, e coadiuvava Paolo per la richiesta dei voti solenni, ecc.

Struzzieri andò in Corsica come teologo del Visitatore apostolico e poi come suo successore, ricevendo la consacrazione episcopale, vi rimase 10 anni (1760-1770) e prima di tornare a Roma <per non portare tante carte, diede alle fiamme le lettere, che aveva del nostro padre, come confessò esso medesimo>1.
A noi desta meraviglia come questi due eminenti passionisti, Struzzieri e Giacinto, abbiano con facilità bruciato lettere del fondatore. Non erano poi montagne di carte!

Questo volume raccoglie le lettere a singoli passionisti e le circolari dirette alle comunità, o ai promotori di vocazioni. Viene anche presentato il cosiddetto diario spirituale del ritiro di 40 giorni fatto al Castellazzo subito dopo la vestizione. Tale documento era diretto al Vescovo che glie lo fece scrivere per poter concludere il discernimento sullo spirito di Paolo, ma è prezioso per chi vuole conoscere la sua esperienza e la spiritualità che ha insegnato poi nelle lettere di direzione.
Viene riportata pure la introduzione che lui premise al testo della regola per spiegare il cammino che Dio gli fece compiere per illuminarlo circa la fondazione della Congregazione passionista.

Quanto pubblicato sono le lettere e quindi la corrispondenza che suppone problemi o quesiti che le persone fanno a Paolo o che lui pone ai corrispondenti. Quindi non si trovano in questo volume le prediche, i diplomi di nomina dei religiosi a incarichi, o le lettere di presentazione dei religiosi ai vescovi per le ordinazioni sacre, o lettere di "obbedienza" ai religiosi per il trasferimento da un ritiro all'altro. Questi ultimi documenti inoltre sono stati conservati assai poco o per niente".

Tra le lettere ai passionisti spiccano, mi sembra, quelle dirette al p. Fulgenzio Pastorelli, compagno della prima ora dal 1735: vi si nota la fiducia, la stima e la gioia di vederlo camminare da santo e attento al buon andamento della comunità e del noviziato.
In tutte le lettere dirette ai religiosi si nota la stima per loro, la speranza di vederli rispondere alle attese di Dio, la trepidazione quando si accorge che sono in crisi, la gioia quando li vede impegnati nel conformarsi a Gesù crocifisso e zelanti per l’attività apostolica.

Piu' di una volta e' stato detto che Paolo sembra aprirsi più con le persone esterne che dirige che con i passionisti. Leggendo le lettere ai passionisti radunate insieme, si avrà più facilmente presente che egli inculca a loro i grandi principi spirituali e mistici che insegna alle altre persone dirette.
Se con le altre persone a volte si dilunga di più, penso che ciò debba attribuirsi al fatto che ai passionisti egli parlava quando stava in ritiro, nelle visite e quindi molto insegnamento lo trasmetteva loro a viva voce direttamente o per mezzo anche dei superiori e dei maestri dei novizi.

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1
GIAMMARIA CIONI di s.Ignazio m.,cp., Annali della Congregazione... con annotazioni del P. Gaetano dell'Addolorata C.P., Roma 1967, n. 325. Per M. Crocifissa cf I Processi, II, 517; per P. G. Giacinto cf AGCP, Processi Apostolici Roma, f. 1728.