Saluto l’arcivescovo di Gaeta, mons. Pier Luigi Mazzoni, che ho
incontrato questa mattina e tutta l’arcidiocesi.
Saluto i miei confratelli della Civita, i padri Renato, Cherubino,
Daniele e Gennaro.
Saluto i collaboratori del Santuario qui presenti questa sera alla
celebrazione eucaristica.
Saluto tutti i radioascoltatori di Radio Civica.
Oggi noi passionisti siamo in festa per due motivi: la
solennità della passione di Gesù Cristo e la festa di San
Gabriele dell’Addolorata, che sull’esempio di San Paolo della Croce,
fondatore della Congregazione della Passione, ha raggiunto alti gradi di
santità.
Al centro della nostra spiritualità sta il mistero di Cristo
Crocifisso, sulla cui scia si sono posti Paolo della Croce e Gabriele
Possenti. I Passionisti infatti, alla cui guida spirituale è
affidato il santuario della Madonna della Civita, da cui vi parlo, fanno
grata memoria della Passione di Gesù Cristo sia nella
contemplazione che nella missione.
Anche San Gabriele ha colto nel carisma di San Paolo della Croce una
concreta possibilità per raggiungere le alte mete della
santità.
E in effetti ci è riuscito in pieno. Nato nel 1838, dopo
appena 24 anni di vita, moriva nel 1862. Nel corso della sua breve
esistenza, dopo la conversione, tra i passionisti visse intensamente la
spiritualità della Croce, ma anche quella eucaristica e mariana.
Uomo della penitenza, seppe coniugare perfettamente i consigli
evangelici di povertà castità ed obbedienza.
Modello di santità per tutti e soprattutto per i giovani, come
ha ricordato il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nell’udienza generale
di ieri, San Gabriele è un forte richiamo per la
gioventù italiana a porre al centro dei loro interessi il Cristo
e Cristo Crocifisso.
Modello di vita anche per i genitori ed i religiosi, San Gabriele ci
invita a riscoprire la Passione di Cristo nella nostra vita. Siamo anche
noi chiamati a percorrere la via del Calvario per sostare, con Maria, in
contemplazione ai piedi del Crocifisso. Si tratta di entrare nel mistero
della passione del Signore sapendo che ognuno di noi, nella sofferenza
quotidiana, nelle prove della vita, portiamo a compimento ciò che
manca alla passione del Signore.
Di questo patrimonio spirituale ci ha fatto dono San Paolo della Croce
fondatore dei Passionisti. Anche lui ci invita con la Vergine Addolorata
a metterci alla sequela del Cristo Crocifisso. Chi vuol venire dietro a
me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua.
Siamo qui in un luogo mariano, fissiamo lo sguardo sull’icona della
Madonna della Civita ed essa ci ricorda di guardare più in
alto e fissare lo sguardo sul Cristo Redentore dell’umanità.
Nel mistero della Pasqua di Cristo noi siamo entrati in modo speciale
con il sacramento del battesimo. I religiosi hanno potenziato quella
loro appartenenza a Cristo attraverso i consigli evangelici di
povertà, castità ed obbedienza. Strumenti indispensabili
per fare un cammino di santità come l’ha compiuto san Paolo
della Croce e San Gabriele dell’Addolorata.
Se da un lato siamo chiamati a sostare ai piedi del Crocifisso, dall’altro,
siamo inviati a guardare al Risorto e a ripensare la nostra vita nella
prospettiva della gioia e della risurrezione.
Ricordo volentieri nelle mie omelie sulla Passione di Gesù Cristo
ciò che ha scritto monsignor Bello, vescovo di Molfetta, morto
giovane per un male incurabile: la sofferenza dell’uomo, per quanto
possa durare un’intera vita è davvero poco rispetto alla gioia
della risurrezione, la sosta ai piedi della croce dura appena tre ore,
quanto l’agonia del Signore, poi tutto viene rimosso per far spazio
alla Pasqua della vita.
Penso in questo momento a quanto soffrono nel corpo e nello spirito in
ogni parte del mondo e soprattutto a quanti ci seguono per Radio Civica
in questo momento. La loro sofferenza è un dono prezioso per loro
e per noi.
Penso alla mia Provincia religiosa, fondata da San Paolo della Croce ed
intitolata alla Madonna Addolorata, alla cui guida da oltre un mese mi
hanno chiamato i miei confratelli, con la crisi delle vocazioni, con
tanti religiosi ammalati ed anziani. Affido ciascuno di loro alla
Vergine Maria che qui veneriamo sotto il titolo della Civita.
Chiedo ad ognuno di voi di pregare per noi perché rifioriscano le
vocazioni nella nostra Provincia religiosa. Voi pregate per noi, noi
preghiamo per voi.