27 febbraio 2003. Omelia del Sup. Prov. Padre Antonio Rungi, in occasione della Solennità della Passione di Gesù Cristo e della Festa di San Gabriele dell’Addolorata
 

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Santuario della Madonna della Civita
Itri (LT) - Tel. 0771.727116

Saluto l’arcivescovo di Gaeta, mons. Pier Luigi Mazzoni, che ho incontrato questa mattina e tutta l’arcidiocesi.
Saluto i miei confratelli della Civita, i padri Renato, Cherubino, Daniele e Gennaro.
Saluto i collaboratori del Santuario qui presenti questa sera alla celebrazione eucaristica.
Saluto tutti i radioascoltatori di Radio Civica.

Oggi noi passionisti siamo in festa per due motivi: la solennità della passione di Gesù Cristo e la festa di San Gabriele dell’Addolorata, che sull’esempio di San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione della Passione, ha raggiunto alti gradi di santità.

Al centro della nostra spiritualità sta il mistero di Cristo Crocifisso, sulla cui scia si sono posti Paolo della Croce e Gabriele Possenti. I Passionisti infatti, alla cui guida spirituale è affidato il santuario della Madonna della Civita, da cui vi parlo, fanno grata memoria della Passione di Gesù Cristo sia nella contemplazione che nella missione.
Anche San Gabriele ha colto nel carisma di San Paolo della Croce una concreta possibilità per raggiungere le alte mete della santità.

E in effetti ci è riuscito in pieno. Nato nel 1838, dopo appena 24 anni di vita, moriva nel 1862. Nel corso della sua breve esistenza, dopo la conversione, tra i passionisti visse intensamente la spiritualità della Croce, ma anche quella eucaristica e mariana. Uomo della penitenza, seppe coniugare perfettamente i consigli evangelici di povertà castità ed obbedienza.

Modello di santità per tutti e soprattutto per i giovani, come ha ricordato il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nell’udienza generale di ieri, San Gabriele è un forte richiamo per la gioventù italiana a porre al centro dei loro interessi il Cristo e Cristo Crocifisso. 
Modello di vita anche per i genitori ed i religiosi, San Gabriele ci invita a riscoprire la Passione di Cristo nella nostra vita. Siamo anche noi chiamati a percorrere la via del Calvario per sostare, con Maria, in contemplazione ai piedi del Crocifisso. Si tratta di entrare nel mistero della passione del Signore sapendo che ognuno di noi, nella sofferenza quotidiana, nelle prove della vita, portiamo a compimento ciò che manca alla passione del Signore. 
Di questo patrimonio spirituale ci ha fatto dono San Paolo della Croce fondatore dei Passionisti. Anche lui ci invita con la Vergine Addolorata a metterci alla sequela del Cristo Crocifisso. Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua. 
Siamo qui in un luogo mariano, fissiamo lo sguardo sull’icona della Madonna della Civita ed essa ci ricorda di guardare più in alto e fissare lo sguardo sul Cristo Redentore dell’umanità. Nel mistero della Pasqua di Cristo noi siamo entrati in modo speciale con il sacramento del battesimo. I religiosi hanno potenziato quella loro appartenenza a Cristo attraverso i consigli evangelici di povertà, castità ed obbedienza. Strumenti indispensabili per fare un cammino di santità come l’ha compiuto san Paolo della Croce e San Gabriele dell’Addolorata. 
Se da un lato siamo chiamati a sostare ai piedi del Crocifisso, dall’altro, siamo inviati a guardare al Risorto e a ripensare la nostra vita nella prospettiva della gioia e della risurrezione. 
Ricordo volentieri nelle mie omelie sulla Passione di Gesù Cristo ciò che ha scritto monsignor Bello, vescovo di Molfetta, morto giovane per un male incurabile: la sofferenza dell’uomo, per quanto possa durare un’intera vita è davvero poco rispetto alla gioia della risurrezione, la sosta ai piedi della croce dura appena tre ore, quanto l’agonia del Signore, poi tutto viene rimosso per far spazio alla Pasqua della vita.
Penso in questo momento a quanto soffrono nel corpo e nello spirito in ogni parte del mondo e soprattutto a quanti ci seguono per Radio Civica in questo momento. La loro sofferenza è un dono prezioso per loro e per noi. 
Penso alla mia Provincia religiosa, fondata da San Paolo della Croce ed intitolata alla Madonna Addolorata, alla cui guida da oltre un mese mi hanno chiamato i miei confratelli, con la crisi delle vocazioni, con tanti religiosi ammalati ed anziani. Affido ciascuno di loro alla Vergine Maria che qui veneriamo sotto il titolo della Civita. 
Chiedo ad ognuno di voi di pregare per noi perché rifioriscano le vocazioni nella nostra Provincia religiosa. Voi pregate per noi, noi preghiamo per voi.

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