21 giugno 2003, Napoli. Un decalogo dell’accoglienza per gli immigrati. Il teologo Rungi: "Chi accoglie l’immigrato, accoglie Cristo"

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Documenti Curia DOL

 


Congregazione della Passione di Gesù Cristo

PROVINCIA "B.M.V. ADDOLORATA"
P. Antonio Rungi, Superiore Provinciale
Via S. Maria ai Monti, 330 – 80141 –Napoli
Tel. e Fax 081/7513707 – Cellulare 338/6474243

"Chi accoglie l’immigrato, accoglie Gesù Cristo stesso", è quanto afferma il teologo moralista campano, padre Antonio Rungi. 
"Di fronte alle scene di quotidiana miseria, povertà e bisogno, non possiamo rimanere insensibili o peggio respingere coloro che vengono da noi per sopravvivere. Certo –afferma padre Rungi- bisogna attenersi alle leggi nazionali ed internazionali sull’immigrazione per non creare eventuali disagi alle nazioni che accolgono coloro che scappano dai loro paesi per motivi soprattutto economici, ma non bisogna chiudere il cuore davanti ai drammi di interi popoli ancora in cerca di una loro identità e di una strada per salvarsi dalla miseria e dalla povertà".

Da qui una sorta di decalogo etico-sociale elaborato dal teologo moralista, padre Antonio Rungi, per aiutare la riflessione e indirizzare la soluzione del problema immigrazione.

1. L’ospite per antica tradizione è sacro in ogni cultura, soprattutto in quella cristiana. Accogli chi viene da te in cerca di aiuto o perché in difficoltà.

2. Non fare ad altri ciò che non vorresti essere fatto a te. Non rifiutare, pertanto, coloro che per necessità che vengono da luoghi lontani per recuperare la loro dignità umana.

3. Non rifiutare la prima accoglienza a coloro che sono profughi, scappando via dai loro Paesi.

4. Aiuta a fare inserire nel tessuto sociale, economico, produttivo e legale del tuo Paese gli immigrati che giungono da te.

5. Abbi una particolare attenzione per l’accoglienza delle donne e dei bambini. Questi ultimi, in particolare, sono anime di Dio, che necessitano la protezione del cuore di ogni uomo.

6. Non rifiutare l’ingresso nel tuo Paese a persone deboli, soprattutto se ammalati o anziani. Chi nega il diritto alla cura e all’assistenza non può considerarsi un uomo davvero.

7. Non negare il lavoro all’immigrato che vuole vivere nel rispetto della legge e senza creare disagio al Paese ospitante.

8. Non sfruttare bambini, giovani, donne ed uomini costretti a lavorare in condizioni disumane o a negare la propria dignità umana per produrre il reddito necessario alla permanenza in Italia.

9. Sii autorevole verso coloro che giungono da Paesi stranieri, ma mai autoritario nei loro confronti, forzando la mano nella repressione del crimine e finalizzando gli interventi di prevenzione in una sola direzione, quella della criminalizzazione dello straniero ad ogni costo.

10. Non inasprire gli animi tra popoli, culture, religioni e modelli di vita diversi. La conflittualità permanente a livello mondiale può degenerare a vera guerra globale.

Napoli, 21 giugno 2003, Ore 10,00

L’addetto stampa della Curia provinciale

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