2 aprile 2003, Napoli. No alle feste pasquali esterne in segno di lutto per la guerra in Iraq. Appello del teologo moralista della Campania, padre Antonio Rungi

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Congregazione della Passione di Gesù Cristo

PROVINCIA "B.M.V. ADDOLORATA"
P. Antonio Rungi, Superiore Provinciale
Via S. Maria ai Monti, 330 – 80141 –Napoli
Tel. e Fax 081/7513707 – Cellulare 338/6474243

"In segno di lutto per la guerra in Iraq e in tante altre parti del mondo, tutti i cattolici sono invitati ed evitare qualsiasi festa esterna in occasione della Pasqua", è quanto propone il teologo campano, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei passionisti di Napoli.

"E’ assurdo pensare, mentre tante persone innocenti muoiono sotto le bombe avere l’animo e la mente proiettati verso il divertimento. 
E’ giusto invece –scrive padre Rungi- che in occasione della Pasqua ovunque in Italia e nel mondo si evitino quelle feste che fanno dimenticare il dramma che l’umanità sta vivendo in questo momento e non solo per la guerra in Iraq, ma anche per tanti altri focolai di guerra accesi da tempo ed ormai dimenticati da tutti, perché i media non ne parlano più. 
Non quindi –prosegue Rungi- alle feste chiassose di piazza o per ricorrenze particolari, ma una festa più intima e spirituale, anche in famiglia, soprattutto in questi periodi durante i quali tra Battesimi, Prime Comunioni, Cresime, Matrimoni, Compleanni, Feste dei Santi, Pasqua, Pasquetta e quanto altro che ha attinenza con la religione cristiana ci si diverte tanto e si spende altrettanto per consumi e lussi.
Essere più parsimoniosi ed austeri è il minino da farsi per rispettare questo tragico momento che stiamo vivendo. Anzi, mi auguro –afferma il teologo- che la gente risparmi tanto e faccia opere di bene, soprattutto a favore dei profughi, rifugiati o di quanti sono colpiti dal dramma della guerra".

Ed un ultimo invito da parte del teologo Rungi: "Le celebrazioni pasquali, con i riti liturgici, le processioni e quanto altro di esterno vengano svolti in un clima di maggiore raccoglimento e serietà, soprattutto per pregare per la pace e per costruire un futuro di pace, al di là delle barriere religiose, che sono costruite ad arte per mettere popoli e culture gli uni contro gli altri. 
La Pasqua è riconciliazione di tutta l’umanità nel Cristo salvatore di tutti gli uomini e di tutto l’uomo. Nella Pasqua c’è il significato più vero ed autentico della pace".

Napoli, 2/4/2003,ore 00,10

 L’addetto stampa della Curia provinciale

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