MONDRAGONE,
Antonio Rungi
Criteri
per la scelta del Superiore Provinciale
Nell'ambito
del Capitolo locale, tenutosi nella nostra comunità, il 4
aprile 2001, i religiosi hanno proposto come criterio per l'elezione del
Superiore Provinciale quello dell'elezione diretta da parte di tutti i religiosi della
Provincia con professione perpetua (modalità già
in vigore tra i Frati Minori).
Secondo tale criterio, viene eletto, mediante votazione segreta, nei tempi e
nelle modalità da stabilire in seguito, con apposito dispositivo della Curia,
quel religioso che riceve la metà più uno dei voti effettivamente espressi tra
gli aventi diritto.
In caso di mancato raggiungimento della maggioranza
assoluta (metà più uno), il Superiore provinciale viene scelto
dal Capitolo provinciale tra i primi tre religiosi che hanno ottenuto più
voti.
Circa i
partecipanti al Capitolo Provinciale, la Comunità di Mondragone, oltre agli
aventi diritto (Superiore Provinciale, Consultori, ed altri previsti
dall’attuale ordinamento) propone quale criterio quello dell'anzianità di
professione perpetua per eleggere i delegati:
-
I delegati saranno espressione del 25%
di tutti i religiosi della provincia con professione
perpetua. residenti nelle comunità del territorio italiano ed incardinati, a
norma del CJC e del Diritto particolare alla Provincia.
-
Tale percentuale va equamente distribuita per fascia d’età, in ragione
del numero degli anni di professione perpetua (anzianità di professione),
compiuti nel corso dell’anno di svolgimento del Capitolo:
A)
da 0 a 10 anni di professione perpetua;
B)
da 11 a 20 anni di professione
perpetua;
C)
da 21 a 30 anni di professione
perpetua;
D)
oltre…
In caso di mancanza dell'intera o parte di quota di rappresentanza
per una determinata fascia, la delega va attribuita, nei termini mancanti, in
ugual misura tra le altre fasce, privilegiando, in caso di un solo delegato o di
numeri dispari, la fascia con maggior anni di professione perpetua.
I
religiosi votano liberamente qualsiasi religioso di voti perpetui.
I
religiosi con professione temporanea eleggono un loro rappresentante, con
diritto di solo voto attivo.
Il Capitolo provinciale si svolgerà in due momenti distinti e separati:
1. Il primo momento è quello elettivo: a) del Superiore provinciale (se
non eletto dalla base); b) dei quattro Consultori sulla base delle indicazioni
del Superiore provinciale, delle capacità, esperienze e soprattutto della
disponibilità individuale.
2. Il secondo momento è quello programmatico: la nuova Curia, con i
capitolari eletti secondo le modalità di cui sopra, elaboreranno il testo
programmatico che guiderà il cammino della Provincia durante l’intero
quadriennio.
Per qualsiasi motivo dovesse venir meno il Superiore provinciale, si indice un
nuovo Capitolo, qualora manchino alla fine del mandato oltre due anni.
Per stabilire la partenza del mandato si assume come giorno di riferimento
quello dell’elezione del Superiore Provinciale da parte del Capitolo.
Per cui, la fine del mandato va riferita allo stesso mese e giorno, dopo il
quadriennio.
NAPOLI,
Valentino Orefice
Oggetto: Risultato della discussione e
proposte.
La comunità di Napoli, dopo una personale visione dello studio offerto dal
P. Domenico Curcio sulle possibili nuove vie di celebrazione del Capitolo
provinciale, nella riunione serale del 12 marzo si è espressa in questi
termini:
1. La quota di partecipazione dei delegati sia abbassata al 20%, e per la
diminuzione del numero dei
componenti la Provincia, e per la difficoltà concreta di trovare delegati
disposti a partecipare.
2. Il capitolo sia svolto in due fasi:
Prima fase:
il Provinciale e Consultori relazioneranno sullo stato della Provincia ai
delegati. Se non si vuole radunare in un solo giorno particolare i delegati e la
curia per la lettura e l'ascolto delle relazioni, si possono inviare queste alla
Provincia tre mesi prima della celebrazione capitolare nella sua fase
propriamente elettiva e programmatica. Nel frattempo ogni religioso, sia a
livello singolo che in quanto membro di una comunità può far pervenire alla
segreteria provinciale direttamente o tramite delegato, rilievi e suggerimenti
per la programmazione che i delegati e la nuova curia redigeranno nella seconda
fase.
Seconda fase:
-
Appena radunati, i capitolari eleggeranno il provinciale e la sua curia.
- Dopo l'elezione si passa alla stesura della programmazione
provinciale con l'apporto dei suggerimenti della provincia. I delegati possono
essere divisi in quattro commissioni guidate da un consultore per ogni settore
operativo. In aula capitolare il risultato di ogni commissione verrà visionato,
approvato, o corretto dall'assemblea capitolare sotto la presidenza del nuovo
provinciale e del generale o suo delegato. La fase di Studio e di programmazione
sia svolta senza fretta alcuna.
La nuova curia avrò a disposizione almeno sei mesi per eleggere il nuovo
organico delle case.
PALIANO,
Antonio Mannara
In data 9 aprile la comunità di Paliano si è
riunita per discutere gli argomenti che la lettera di convocazione
dell'Assemblea proponeva.
Elezione del Provinciale e delegati
La comunità costata la tristezza dell'esperienza degli ultimi Capitoli:
creazioni di distanze tra confratelli per motivi che conosciamo con la
conseguenza di rinunce a catena. Rischiamo di perdere di mira il nostro fine:
trovare nel Capitolo il motivo di revisione e di crescita come religiosi,
mentre ci fermiamo a calcolare i nomi, i voti, la classifica…Fondamentale è
che si lavori bene in un Capitolo, che ognuno abbia coscienza che si è al
Capitolo perché ci sono riconoscimenti dei confratelli e allora è importante
cercare tutti il bene comune; scelte, sì coraggiose, ma a vantaggio di tutti.
Un augurio per tutti noi che votiamo è di eleggere religiosi che effettivamente
dimostrano di lavorare per la Provincia e per la Congregazione, religiosi che
fanno del loro impegno un motivo per testimoniare l'efficacia della propria
vocazione; ognuno nei campi loro assegnati.
Sembra chiaro dunque che la nostra comunità ritenga di restare con l'attuale
formula; va bene così come è adesso.
Anche per l'elezione dei Provinciale la comunità sarebbe disposta a confermare
la formula vigente, con una piccola variante: nel momento dell'elezione dei
delegati, i religiosi potrebbero indicare una rosa di nomi di confratelli
che potrebbero prendere tale carica e il Capitolo terrebbe in considerazione
questa votazione come espressione dei voleri della Provincia.
Riflessione sul Documento Capitolare
La nostra comunità ha potuto
incontrare qualche partecipante del Capitolo Generale nei ritiri mensili;
abbiamo potuto percepire il clima forte di fraternità e di spiritualità che si
è instaurato tra partecipanti. Un'ulteriore dimostrazione che si può andare
oltre ad una certa fraternità umana per riuscire a costruire qualcosa di più
grande che nasce dalla condivisione di un qualcosa che tutti abbiamo, la nostra
vocazione.
Per quanto riguarda il Documento la comunità ritiene che difficilmente entrerà
ad animare la Congregazione ma si augura che siano gli stessi Generale e
Consultori gli animatori. Dovranno animare ciò che il Documento contiene, con
il loro interesse, con la voglia di conoscere, con il loro girare e chiedere
ciò che anima e ruota attorno al mondo passionista. In altre parole dovrebbe la
Curia Generale scendere più nel pratico, creare un avvicinamento tra la base ed
il vertice.
Del Documento è stata apprezzato l'interesse per la comunità; essa è il primo
obiettivo della nostra missione, del nostro ministero, del nostro annuncio.
Abbiamo visto come il Documento rappresenta
un tentativo di creare l'unione nelle comunità .
Suggeriamo però di non cadere nella ripetitività; belle parole, ma poca
concretezza. I documenti possono avere poca forza quando si riduce alla
scrittura. Ci rattrista il costatare che alcune Province hanno deciso di
estinguersi.
In ultima analisi, proprio per scendere nella concretezza, ci siamo chiesti
perché il Brasile come sede del Capitolo Generale nell'anno del Giubileo? E
perché non in una casa passionista?
Che si faccia anche un preventivo prima di ogni Capitolo o Sinodo per i soldi
che bisogna spendere; si deplora lo spreco enorme dei denaro per le spese del
Capitolo.
La frugalità delle spese è un modo anche pratico per rispettare i popoli
poveri e per testimoniare la nostra consacrazione.
PONTECORVO,
Gennaro Tanzola
La piccola comunità di Pontecorvo
non ha esteso una relazione scritta, dato il numero esiguo e anche la
precarietà di questa comunità; però ha riflettuto abbastanza già dalla
scorsa Assemblea ed ha pensato bene nel decidere di non modificare la normativa
vigente pensando piuttosto al termine "elezione".
Elezione ci rimanda alla elezione che abbiamo avuto tutti quanti, alla
vocazione, alla chiamata; quindi ognuno di noi è chiamato ad operare all’interno
di una Congregazione, in questo caso la nostra, quella Passionista, chiamati a
svolgere un determinato ministero, nonché servizio. Dovremmo allora recuperare
prima il termine elezione, convocati attraverso lo Spirito Santo, convocati per
un servizio e per meditare anche su una normativa canonica che comunque regola
il nostro operato, il nostro ministero, il nostro modo di camminare insieme, ma
nello stesso tempo ci fa meditare sulla parola che Gesù Cristo ha detto a noi:
"che siano una cosa sola".
Dovremmo camminare insieme, e insieme decidere anche all’interno di un’assemblea,
di un capitolo, chi di noi può svolgere un compito specifico qual’è quello
di un servizio da dare alla Provincia in un determinato momento, un servizio che
va comunque svolto nello spirito fraterno, nello spirito del servizio.
Recuperiamo allora le nostre radici come da più parti è stato scritto, detto e
ridetto; ma recuperiamolo in termini concreti, non soltanto con la penna o con
determinati documenti, ma riflettere bene su quello che siamo.
Siamo diventati pochi, lo sappiamo molto bene, però questo non dovrebbe
spingere tutti quanti noi ad un rilassamento o a dei giudizi lasciano l’idea
soltanto al brutto e non al bello; pensiamo invece che il Signore guida la sua
Chiesa, che il Signore guida tutti quanti noi, e pensiamo veramente a sforzarci
insieme a costruire, perché eletti in Cristo possiamo fare insieme tante cose.
SORA,
Salvatore Crino
Proposta per il tema della
prossima assemblea provinciale:
modalità per la elezione del Provinciale.
1. Mantenere la
normativa attuale per la elezione del Provinciale e dei Consultori: Eletti
dal capitolo.
2. Delegati: ogni comunità elegge un delegato. Le comunità con almeno 5
religiosi ne eleggono un secondo.
3. I religiosi che risiedono a Roma eleggono un loro
rappresentante indipendentemente dal numero. Gli
studenti di professione perpetua eleggono un loro rappresentante.
MOTIVAZIONI
In questo modo arrivano in Capitolo i problemi e le realtà di tutta la
provincia (e non di un gruppo di persone); si evita il rischio delle
"liste" che, pur nella loro liceità, spesso hanno la ragion d'essere
in motivazioni personali e non di comunione di vita e altrettanto spesso
promuovono rappresentanti strumentali, come dimostrato da diffusione delle
stesse di timbro massonico; evitando tutto ciò si dà rispetto e dignità di
pensiero ad ogni delegato. Si evitano altresì "adozioni" per le quali
bisogna poi pagare un prezzo.
Un deciso "NO" alla partecipazione di diritto dei Superiori: sarebbe
un ritorno ad esperienze del passato delle quali le conseguenze sono state
sufficientemente sperimentate, a meno che non sia la comunità a scegliere come
delegato il Superiore.
SUGGERIMENTI
Nella elezione dei delegati si consideri la opportunità di attribuire
preferenze a religiosi fino a 75 anni di età. Tale limite è presente anche
nelle istituzioni ecclesiastiche (Vescovi, parroci....) e non significa
certamente un "mettere da parte" ma assicurare una continuità che si
realizza nella consegna. Il "conservatorismo" è un fenomeno
abbastanza conosciuto nelle conseguenze. E' compito della Curia poi assegnare
compiti e responsabilità che richiedano il riferimento ad esperienza ed età.
La partecipazione al Capitolo è un atto di grande responsabilità presente
nella disponibilità personale al progetto provinciale: non appare improponibile
per questo riconvocare il capitolo che ha eletto il provinciale, e discutere in
tale sede l'assegnazione degli incarichi, dopo il consueto giro delle comunità
che compie il nuovo provinciale. In tal modo si verificano insieme le realtà e
le problematiche della provincia e la volontà e possibilità di risolverle. I
delegati sono così rivalutati in una partecipazione che non è "di
voto" ma di effettiva collaborazione, così come dovrebbe essere.
Attraverso i loro suggerimenti si contribuisce a scelte che non possono essere
più definite di parte ma di discernimento e non sarà più il "solo
Provinciale" l'indagato per scelte inopportune. Gli stessi che assumeranno
gli incarichi avranno la convinzione di operare nelle loro realtà per volontà
di tutta la comunità provinciale e si sentiranno maggiormente stimolati ad
operare. La condivisione di tali suggerimenti farebbe "ulteriormente
crescere" una "coscienza di provincia" che stenta a decollare da
posizioni e convinzioni geografiche per atterrare sul campo della comunione,
della condivisione, della fraternità e della stima, cose queste senza geografia
e senza politica.
RELAZIONE DEI CONFRATELLI
RESIDENTI A ROMA, Augusto Matrullo
Non abbiamo una relazione
scritta perché ci siamo incontrati solo il giorno 3 aprile e l'incontro è
stato piuttosto veloce. Erano presenti i quattro studenti, Tonino Fiorelli,
Antony Masciantonio, Erasmo Sebastiani e Gianluca Zanni, P. Emidio Romano, P.
Enzo Del Brocco, P. Marco Albarella e P. Augusto Matrullo. Mancava soltanto P.
Simone Simeone, il quale ha compiuto 91 anni il giorno di Pasqua e il 26 di
aprile celebrerà i 75 anni di vita religiosa. Quando ho chiesto di rivederci
per stilare una relazione, mi è stato detto di presentare tutto ciò che era
emerso nell'incontro avuto il giorno tre, per il qual motivo, ripeto, non ho una
relazione scritta ne tantomeno firmata.
Ci siamo soffermati sul secondo
punto perché abbiamo pensato che sul documento particolare si trattava soltanto
di un fatto informativo, anche se in maniera molto qualificata, da parte del
consultore generale, e abbiamo creduto opportuno invece di fare su parte del
documento capitolare altri possibili studi, approfondimenti e discussioni. Sul
primo punto riguardante l'elezione del Superiore Provinciale e della
partecipazione al Capitolo Provinciale, si è d'accordo che il Provinciale venga
eletto come è stato fatto fino ad oggi, anche se personalmente sono in sintonia
con le proposte emerse dalla Comunità di Sora. Si rifletteva sulla modalità di
elezione dei consultori, perché sono troppo agganciati alle indicazioni del
Provinciale, il quale dava dei nomi da votare; noi vediamo più positivo che i
consultori per i settori siano eletti in rapporto alle possibilità
programmatiche che sono frutto del Capitolo e quindi alle risposte più positive
in rapporto alle possibilità di lavoro su quel programma, e scegliere poi le
persone. Per la partecipazione al Capitolo Provinciale si è discusso un po' sul
Capitolo aperto; dopo varie riflessioni abbiamo visto che in concreto ci sono
varie difficoltà, col pensiero ancora di elevare la percentuale per un semplice
motivo: purtroppo non abbiamo avuto nei Capitoli la rappresentatività delle
varie comunità, e allora può accadere che una comunità abbia sei o sette
delegati, perché legati ad un determinato sistema, mentre altre comunità non
avevano la minima rappresentanza. Qualcuno ha fatto notare che al Capitolo non
va il religioso delegato dalla comunità, ma il delegato della Provincia. Il
discorso è risultato molto teorico, ma si può trovare un punto di riferimento
perché siano rappresentate tutte le comunità della Provincia; questo è il
nostro auspicio.
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