AIROLA
, Francesco
Minucci
La
nostra Comunità, convocata, si radunava quasi al completo il 4 Aprile c.a. Dopo
la rituale preghiera il Superiore presentava i due
argomenti da discutere nell'Assemblea Provinciale.
1° Argomento : Modalità della
elezione del Provinciale e della partecipazione dei religiosi al Capitolo.
Dal dialogo risultò che la Comunità è favorevole
a conservare l'attuale elezione diretta dei delegati. Qualcuno faceva
notare che nessun sistema
elettorale è perfetto, presentando sempre qualche difetto o lacuna che il tempo
e l'esperienza potranno sempre correggere e perfezionare.
2° Argomento:Riflessioni sul tema
del 44°Capitolo Generale: “
Passione di Gesù Cristo, passione per la vita”.
Per questo argomento il P. Stefano Pompilio riportava le parole del
messaggio del Papa indirizzato ai Capitolari: “Continuare ad essere maestri di
preghiera e speciali testimoni di Cristo Crocifisso”.
E’
un forte ed alto invito a meditare e ad agire nel nostro tempo. Nella
discussione si fece anche notare le novità del Capitolo Generale. Oltre al
luogo (Itaici, SP, Brasile 2000) anche l’inserimento su Internet di tutto il
suo svolgimento ed insieme la partecipazione dei laici alla preparazione e
discussione del Capitolo stesso.
Calvi
Risorta, Roberto Fella
Tema:Modalità dell'
elezione del Provinciale, partecipazione e Celebrazione del Capitolo (Atti
LXXIII Cap. Prov. p. 117).
La Comunità si è riunita la
prima volta il 26.02.2001 per esprimersi sul tema proposto.
Ogni membro della comunità ha espresso il suo parere, delegando poi al
segretario del Consiglio di Famiglia di stendere la relazione, tenendo conto dei
pareri espressi. La relazione è da approvare nel successivo incontro
comunitario del 22.03.2001.
I pareri: guardiamo gli altri Istituti; lasciamo la legge vigente; facciamo sì che al Capitolo ogni Comunità
sia rappresentata, cerchiamo di evitare intrallazzi e politiche preconcette.
Dai pareri espressi si può addivenire alla
convergenza su un'unica proposta, accettata da tutti in linea di massima e già
offerta da questa Comunità all'ultima Assemblea 2000.
Proposta: Con i membri di
diritto al Capitolo provinciale partecipano i Superiori locali e tanti delegati
secondo il numero percentuale stabilito
dalla Autorità competente.
Proposta alternativa: Con
i membri di diritto al Capitolo provinciale
Partecipano tanti delegati secondo il numero
percentuale stabilito dalla Autorità
competente e il delegato con maggior
numero di voti di ogni Comunità non
rappresentata.
Motivazione: Al Capitolo provinciale vengono rappresentate tutte le
Comunità locali, o dal Superiore o da un delegato almeno, perché possano
esprimersi sui temi capitolari e avere il riconoscimento e la gratificazione per
il lavoro compiuto. La
relazione è stata letta, approvata e formata da tutti i membri della Comunità.
Casamicciola,
Marco
Caprio
La
comunità di Casamicciola è formata da tre elementi: P. Enrico Cerullo, P.
Marco Caprio, P. Carmine Flaminio. Nella Comunità, così costituita,
serpeggiano da sempre sentimenti di stima e di rispetto reciproco. La nostra
piccola Comunità è stimata e rispettata dal clero diocesano, da quello
religioso e dal popolo dell’isola verde, sia per l’apostolato e sia per la
testimonianza di vita.
Predicazione, scuola, aiuto spirituale alle varie parrocchie, esercizio di
apostolato nella nostra frequentata chiesa, presenza nelle varie cappellanie a
noi affidate, sono il frutto della nostra presenza a Ischia ed in special modo a
Casamicciola Terme: basti pensare alla sentita partecipazione del popolo al pio
esercizio della Via Crucis attuata con fede nella nostra Chiesa in tutte le
domeniche di quaresima, l’affluenza dei fedeli dell’isola alla festa di S.
Gabriele nella Congrega della Pietà da noi spiritualmente curata, alla presenza
di numerosi fanciulli al corso di catechismo che si tiene nel nostro convento,
ecc…
Ai frutti sopraccennati, non mancano i frutti spirituali esterni: P. Carmine,
sempre sulla breccia, non si stanca mai di seminare nelle coscienze lo spirito
del “Verbum Crucis” nei vari ministeri apostolici a lui affidati, e nel
campo delle confessioni alle suore.
La stima del Vescovo e del clero in generale, ha dato a noi la possibilità di
aprire nell’isola ai nostri confratelli un vasto campo di predicazione.
La nostra casa poi è aperta all’accoglienza sia durante l’anno e
specialmente nei periodi estivi al clero, alle suore, ai nostri familiari e ai
benefattori; negli anni passati hanno usufruito della nostra ospitalità il
clero della diocesi di Nola, il clero della diocesi di Ariano e Lacedonia,
numerosi sacerdoti di varie diocesi italiane, un gran numero di suore, molti
nostri parenti e benefattori, e tutti sono rimasti toccati della testimonianza
spirituale passionista ed hanno testimoniato con lettere la stima per l’ordine
ed il ringraziamento per l’accoglienza ricevuta.
Dice un proverbio: “chi semina
raccoglie”.
In questa bella isola del golfo di Napoli, dall’inizio della nostra
presenza sino ai giorni nostri, si è avuto sempre un unico intento: predicare
con la parola e con l’esempio la Passione di Gesù Cristo.
Il seme gettato nel tempo si è sviluppato ed ha prodotto buoni frutti: stima
per la nostra Congregazione, fiducia ed amore a chi nell’isola la rappresenta.
Alla
luce di questi effetti spirituali, tutti i religiosi che in questo luogo con
sacrifici hanno operato, possono veramente essere felici.
Ceccano,
Emanuele Zippo
Una
riflessione serena con comunione di osservazioni tra i religiosi ha dato vita a
quanto viene ora esposto. Ci veniva chiesto di prendere in esame due temi
particolari. I contributi fornitici in precedenza riguardo i temi dell'Assemblea
hanno dato modo ad una riflessione prima personale e poi comunitaria, dove con
il contributo di ogni religioso abbiamo potuto stilare un elaborato finale.
1.
Elezione del Provinciale, partecipazione e celebrazione dei Capitolo:
relativa normativa da esaminare e votare.
La
comunità in riferimento a questo primo tenia dell'Assemblea si è così
espressa: Per la partecipazione e celebrazione del Capitolo si continui ad
adottare il metodo attuale abbassando il quorum dal 25% al 20%. Un Capitolo
aperto a tutti discriminerebbe una rilevante fascia di religiosi: anziani e
coloro che sono impegnati in uffici pastorali.
La
comunità auspica che i delegati al Capitolo siano eletti in modo più sereno
dei precedenti, facilitando magari, un libero scambio di idee per chi vuole
incontrare confratelli di altre comunità. Certo c'è il rischio che una comunità
non abbia un rappresentante, ma qui si tratta di elezione del Provinciale e non
dei problemi delle singole Comunità. Qualora il Capitolo si celebri in due
sessioni diverse, allora nella sessione sui "Nuclei programmatici"
sarebbe auspicabile la presenza di un delegato per ogni comunità.
Sulla
partecipazione dei Superiori al Capitolo non ci sembra una soluzione ispirata
alla giustizia e allo spirito di carità. All'indizione del Capitolo i Superiori
si trovano in scadenza di mandato e non si vede bene come possano partecipare ad
un atto cosi rilevante per la Provincia.
Si desidera, inoltre, che si dia maggiore risalto all'aspetto spirituale del
capitolo, prendendo in considerazione la prima sessione o il precapitolo come
occasione di esercizi spirituali per i delegati. 2.
Riflessione sul documento del 44' Capitolo Generale: "Passione di Gesù
Cristo, passione per la vita".
La
Comunità si é ritrovata sul documento dei 44° Capitolo Generale, anche perché
sono riflessioni che già si trovano abbondantemente in tanti altri nostri
documenti. li documento ci ha ricordato che l'amore del Padre nei confronti
dell'uomo é un processo vitale di crescita che ha come luogo privilegiato la
Comunità.
La
Comunità ha preso in esame il fatto di rendere motivo di studio quello che i
capitolari hanno riflettuto durante il Capitolo. Inoltre la Comunità ha posto
maggiore attenzione soprattutto sulla dichiarazione dei Capitolo Generale dove
si vieta il titolo di "Padri Passionisti". Si chiede come dobbiamo
chiamarci?
FALVATERRA,
Giacinto
De Santis
La
Comunità nell'incontro del 15 marzo 2001, e quindi successivamente il 22, ha
esaminato gli argomenti all'ordine del giorno.
Riguardo al modo di eleggere il Superiore Provinciale e relativa normativa, la
Comunità a larga maggioranza (4 su 5), non ritiene necessario alcun
cambiamento.
Nella discussione sul Documento dell’ultimo Capitolo Generale (44°), emergono
due linee, che si possono anche considerare complementari:
a)
di apprezzamento per lo sforzo fatto nel dare un impulso innovativo e per
adattare il nostro Istituto alle varie culture ed ambienti in cui il nostro
Istituto vive: scelta dei luogo della celebrazione, del motto, apertura ai laici
...
b)
una valutazione più cauta ed attenta, per cui ci si chiede se questo vuol
essere un programma, un gesto profetico, anche a prescindere dalla reale
situazione che si vive, almeno nella nostra Provincia;
c)
come pure sembra che non si sia prestata molta attenzione all'illuminante
Messaggio del S. Padre, ed in particolare al forte richiamo al "Carisma di
fondazione", ed a quello che, una volta, era il nostro apostolato
specifico.
Sembra, cioè, di subire la tentazione di dover risolvere noi "Minima
Congregazione della Passione", tutti i problemi del mondo di oggi:
globalizzazione dell'economia, inquinamento ambientale, tutte le forme di
povertà, "mucca pazza". Ecc. ecc.
Cose tutte che le organizzazioni umanitarie possono risolvere forse meglio di
noi... e con maggiore competenza e mezzi più adeguati.
d)
Ultima osservazione: in tutto il Documento non viene nominata una sola
volta, salvo errore, la parola peccato (anche se ci si sofferma sugli effetti di
questo, i più appariscenti, ma non certo i più determinanti, quali l'egoismo,
l'edonismo, ecc.).
Sarà
questo effetto di dimenticanza, oppure una scelta ideologica, per cui anche la
Rivelazione e la Redenzione deve essere appiattita sul piano orizzontale (o
sociologico), escludendo di proposito il piano verticale o teologico. Cioè
vogliamo ridurre il nostro Istituto, e con esso la Chiesa, il Vangelo, la
Redenzione stessa ad una espressione solo sociologica?
Una
domanda, questa, che a noi, Comunità di Falvaterra, è venuta leggendo e
rileggendo più volte il Documento dei Capitolo Generale 44°.
FORINO,
Leone
Russo
La
comunità di Forino nella stessa riunione capitolare per l’elezione del
delegato all’Assemblea Provinciale, ha discusso sull’argomento riguardante
il cambiamento o il mantenimento della normativa attuale circa l’elezione del
Superiore Provinciale, e ci siamo scambiati qualche opinione e riflessione. Ci
sarebbe dovuta essere una relazione scritta da parte del delegato della
comunità a questa Assemblea, P. Michele Varone, che non ha potuto partecipare
perché rimasto unico religioso in convento; ha provato a far pervenire la
relazione via fax, ma non è riuscita la comunicazione.
Il Superiore P. Leone Russo, a braccio, illustra le conclusioni alle quali è
pervenuta la comunità di Forino nell’incontro avuto. L’attuale legislazione
circa l’elezione del Superiore Provinciale non si cambi. Si può apportare
qualche aggiustamento circa la percentuale di partecipazione, ma la modalità
resti la stessa. E questo perché noi pensiamo che l’elezione del Provinciale
non sia tanto legata a questi argomenti, ma sia legata molto di più alla nostra
situazione di animosità, tipicamente nostra, che purtroppo ci troviamo a vivere
in modo traumatico ogni volta che viviamo queste scadenze nella vita della
Provincia, e che purtroppo si prolungano in tutti gli atti degli anni
successivi. Se riuscissimo ad acquisire un po’ di più lo stile dei
Confratelli di altre Province, le cose andrebbero molto meglio.
L’opinione, quindi, della nostra comunità, ribadisco, è che non si cambi.
Circa i documenti riguardanti il Capitolo Generale, si rilevava che mancando una
conoscenza più approfondita, non si potessero esprimere opinioni qualificate.
Certamente urge una riflessione più all’interno della Chiesa in questo
momento, che ci avrebbe permesso di collocarci meglio col nostro carisma e la
nostra missione; si ha l’impressione che il documento capitolare in tal senso
sia un po’ povero. Il Capitolo Generale è partito da dove siamo, ha
proseguito con tutto un programma, che non ci sembra faccia apparire in modo
evidente il nostro posto nella Chiesa.
ITRI,
Valente
Schiavone
Non
sono in possesso di una relazione scritta, ma riferisco a voce quanto è emerso
dalla nostra comunità circa l’argomento proposto alla nostra attenzione e
discusso nella riunione di capitolo locale che abbiamo tenuto. Abbiamo discusso
unicamente sulle modalità da seguire per l’elezione del Superiore
Provinciale. Abbiamo vagliato la possibilità di allargare la partecipazione al
capitolo provinciale a tutti (partecipazione aperta a tutti), o puntare su una
selezione qualificata, magari con percentuale più ampia.
La nostra comunità propende più per questa seconda ipotesi.
Credo che questo sia l’unico risultato emerso dalla nostra riunione; altri
problemi non li abbiamo trattati. Si mantenga lo status quo, con possibilità di
aggiustamento della percentuale.
Faccio mio quanto già sentito in altre relazioni: più che la tecnica della
votazione, vale più lo spirito col quale bisogna partecipare alle assemblee
capitolari, perché in passato siamo stati testimoni anche di qualche
atteggiamento non sempre apprezzabile dal punto di vista sia evangelico e sia
anche comunitario. L’augurio è che le cose possano accadere in meglio la
prossima volta.
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