|
Carissimi Confratelli
1. “Desidero che rinasciate
ogni giorno nel Divin Verbo umanato a vita tutta santa; e siate
un vivo ritratto di Gesù Cristo, e tutto ciò sarà, se sarete
fedele nello starvene solitario interno, riposando lo spirito
nel seno divino del celeste Padre (cfr. Gv.1,18) in cui si
celebra ogni momento questa divina Natività, e sarà in tal forma
sempre Natale nella stalletta interiore del vostro spirito” (San
Paolo della Croce, Lettera a Fr. Bartolomeo Calderoni – S.Angelo,
Roma gennaio 1770).
2. Con queste parole del
nostro Fondatore, San Paolo della Croce, intendo trasmettervi il
senso più vero della celebrazione di questo Natale 2005 e di
quelli che il Signore, in futuro, vorrò donarci nella sua bontà
e generosità.
Quel senso che assume uno speciale significato per ogni anima
consacrata e soprattutto per quanti, come noi Passionisti,
contempliamo il Mistero del Verbo Incarnato, Redentore
dell’umanità, già con lo sguardo proiettato sul Calvario, ove
quel Bambino, appena nato nella Grotta di Betlemme, è collocato
sulla Croce ed ivi inchiodato per la salvezza del genere umano.
E’ l’immagine natalizia più cara al nostro Fondatore. Egli,
infatti, amava immaginare, non senza significato e valore
teologico, il Bambinello Gesù sulla Croce, invece che nella
culla.
3. Tale immagine ci
accompagna in questo tempo di Natale e sempre nel nostro
itinerario spirituale, sapendo benissimo che il Figlio di Dio,
incarnandosi nella storia dell’umanità, fin dal suo primo
ingresso in questo mondo, nella sua natura umana, ebbe da patire
e da soffrire. E tutto accettò per amore.
4. Per Lui non si trovò
posto per nascere almeno nelle stesse condizioni degli altri
bambini del suo tempo, pur essendo Egli Figlio di Dio. Maria e
Giuseppe dovettero girovagare molto, senza trovare ospitalità
alcuna. Unico posto ove la Vergine Madre diede alla luce il
Figlio dell’eterna Luce, fu una fredda grotta di Betlemme,
piccolo e sconosciuto villaggio della Giudea. Per lui, da
grande, non ci fu neppure un giaciglio ove poggiare il capo e
riposarsi per poi riprendere, all’indomani, l’itinerario
missionario.
5. La nostra fede
nell’Incarnazione del Figlio di Dio, unico Salvatore del mondo,
si rinnova anche quest’anno 2005 e con la stessa intensità,
emozione, gioia e speranza con la quale l’abbiamo professata
negli anni trascorsi e ci auguriamo anche per quelli che
verranno.
Oggi rinnoviamo la nostra professione di fede affermando con
convinzione: “Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito
Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da
Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose
sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è
incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo” .
6. Rinnovare questa fede
nella Incarnazione del Figlio di Dio, in un mondo sempre più
immerso nelle tenebre dell’ateismo, nichilismo e materialismo,
significa, soprattutto per noi religiosi, proiettare la luce
della speranza cristiana nelle coscienze smarrite degli uomini
del nostro tempo e nelle anime in pena per tante sofferenze
spirituali, umane e materiali.
7. Luce che trova la sua
sorgente in quella singolare Grotta di Betlemme. “Il popolo che
camminava nelle tenebre –ci ricorda il Profeta Isaia – vide una
grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce
rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la
letizia…Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un
figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è
chiamato ‘Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre,
Principe della Pace”.
8. Questo “Dio potente”, si
è incarnato nel grembo verginale di una figlia di Sion, Maria
Santissima, Madre ammirabile , Madre potente, Madre per sempre,
Regina della Pace, come ci ricorda il Vangelo della Natività:
“Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà
chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi” (Mt. 1,23).
9. Questo “Padre per sempre”
è entrato nella storia dell’umanità coinvolgendo
responsabilmente un uomo giusto, quale fu Giuseppe, della casa
di Davide, sposo castissimo della Vergine Maria, padre putativo
del Figlio di Dio. “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato
in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt. 1,20). A questo uomo
giusto e silenzioso, riservato e pienamente immerso nel mistero
della salvezza, siamo riconoscenti e affidiamo tutti i “Natali”
della nostra vita e soprattutto l’ultimo, quello più importante
che ci introduce nell’eternità.
10. Questo “Principe della
Pace”, che mediante gli Angeli apparsi sulla Grotta di Betlemme
annuncia “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli
uomini che egli ama”, porti pace ad un’umanità ancora afflitta
da tanti conflitti e divisioni. Porti soprattutto pace nelle
coscienze e nella vita di ogni persona, gruppo, istituzione,
popolo e nazione, Lui che è “Via, Verità e Vita”. Sappiamo,
infatti, che non c’è Pace senza Verità, non c’è Verità senza
Dio, non c’è Dio senza Amore.
11. Questo “Consigliere
ammirabile” sia il nostro costante punto di riferimento a cui
ispirare ogni pensiero, gesto ed azione di pace, amore,
giustizia, verità, carità, solidarietà, perdono, perché i frutti
del Natale, colti nella “stalletta interiore” del nostro
spirito, vadano oltre queste giornate di festa e di perdono, di
attenzione e condivisione, di tenerezza e semplicità d’animo, ed
investano tutta la nostra esistenza di uomini consacrati alla
perfetta carità.
12. Tutto si apprenda alla
scuola del Divin Redentore, della Madre di Dio, di San Giuseppe,
dei Pastori semplici e generosi, dei Re Magi umili cercatori di
verità, di quanti accolsero ed accolgono ancora oggi il Natale
con gli stessi sentimenti delle anime sante, tra cui il nostro
Fondatore e Padre, Paolo della Croce, “giacché dalla divina
sorgente di tal Mistica Natività scorrono ruscelli ben limpidi
di piissimi sentimenti” (Cfr. Lettera a P.Marco Aurelio
Pastorelli- Vetralla, 22 dicembre 1767).
Buon Natale a tutti!
Napoli, 19 dicembre 2005
P.Antonio Rungi C.P.
Superiore provinciale
.
|