la Testimonianza di Suor M. A. D. |
Mi chiamo Agnes Dihe Hena, sono indonesiana dell'isola di Sumba. Provengo da una famiglia modesta. Ho cinque sorelle e quattro fratelli, tra tutti io sono la più vivace e ho sempre fatto le cose di testa mia, fin da piccola. Quando frequentavo le elementari ho visto per la prima volta una suora e ne sono rimasta colpita soprattutto sentendola parlare della sua vocazione e della vita religiosa. Sorse in me allora il desiderio di diventare pure io suora, ma ero ancora troppo piccola. In seconda Media, poiché pensavo sempre alla vita religiosa provai a scrivere a quella suora che avevo conosciuto alle elementari, ma non mi rispose, forse perchè era troppo occupata. Scrissi altre volte ma non ebbi mai risposta, per cui decisi di non pensare più alla vita consacrata, ma di impegnarmi a realizzare un altro progetto e desiderio che mi stava a cuore: "diventare poliziotto". A scuola ero brava soprattutto nella ginnastica e nella "lotta" e per cinque anni frequentai con entusiasmo questo corso, risultando una delle migliori sia tra le femmine che tra i maschi. Quando però mi iscrissi alla scuola Magistrale riaffiorò di nuovo in me il desiderio di farmi suora, e mi trovai quindi in conflitto tra lo scegliere Dio o il mondo, la vita religiosa o la professione di poliziotto. I miei genitori non mi vedevano suora anche perchè ero un po' pigra ad andare in chiesa e perchè avevo un carattere duro, mentre mi vedevano molto bene come poliziotta, considerato anche che la mia struttura fisica era molto adatta per quella professione. Riflettei e pregai molto e alla fine dissi a me stessa: "PER ME E' MEGLIO SCEGLIERE DI SEGUIRE CRISTO, CHE DI AVERE UN TITOLO..." e decisi di entrare in convento. Da quel momento ho sentito una grande pace e gioia dentro e il desiderio di cantare e pregate per essere sempre più unita a Lui. Un canto mi risuonava nel cuore: "Lasciate che i bambini vadano al dolce Gesù, voi genitori non impeditelo quando Lui chiama. Lavorare per il Signore è molto bello, essere chiamata da Lui è bellissimo". Un giorno ho avuto l'occasione di conoscere una suora
dell'ordine francescano a Raja e appena finite le Magistrali ho chiesto
di poter entrare in quel convento. Pregavo e piangevo, chiesi allora ai miei genitori di
lasciarmi partire, perché sentivo forte la chiamata del Signore. La
mamma mi disse: "Come puoi lasciarci? Abbiamo già una
età avanzata. Se morissimo non potresti vederci!" Mi
commossi molto e con uno sguardo d'amore le dissi: "Che cosa
dobbiamo fare, questa è la volontà di Dio!" e pensai
dentro di me: anche se non dovessimo vederci più su questa terra
ci rincontreremo in cielo". Alcuni giorni dopo arrivò una lettera di P.
Cornelio e decisi di partire al più presto. Non si può
descrivere il momento della mia partenza, tanta era la commozione, il
pianto, la sofferenza nel distaccarmi dai miei genitori e fratelli e
dalla mia terra. Nel profondo sentivo però pace, gioia, perché
andavo verso Colui che mi chiamava. Ho trascorso questo tempo in Italia con gioia e pace nel
cuore nonostante le difficoltà: "Nulla è impossibile
a Dio e nulla è possibile a coloro che credono e che sperano in
Lui". Sr. M.A.D. |
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