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ESERCIZI
SPIRITUALI IN SICILIA
TESTIMONIARE CRISTO IN UN MONDO CHE CAMBIA
Gli
Esercizi Spirituali del Movimento Laicale Passionista di
Sicilia si sono svolti quest’anno a Nicosia (EN) dal
16 al 19 Agosto presso il Seminario Vescovile.
Il tema che ha guidato tutta l’esperienza è quanto
mai attuale: "Laico testimone di Cristo
attraverso la Spiritualità Passionista per il nuovo
millennio ". Hanno partecipato settantacinque
membri appartenenti a vari gruppi che in località
diverse della Sicilia operano e si ispirano al carisma
di S. Paolo della Croce. Da sottolineare la presenza di
ben quattro religiosi passionisti (il Provinciale, P.
Leonardo Di Girolamo, l’Assistente Regionale, P. Mimmo
Guglielmo, gli Assistenti di gruppi, P. Eugenio Circo, e
P. Angelico Savarino) che, apportando il loro valido
contributo, hanno condiviso con i laici i momenti di
riflessione e preghiera.
Non è esagerato dire che sono state giornate di
particolare grazia vissute con gioia, serenità e grande
disponibilità d’animo. Tutti hanno raccolto l’invito
che il Responsabile del Movimento, Dario Simonitto, ha
formulato in apertura degli esercizi: mettere o
rimettere ordine nel proprio cuore… e tutti hanno
contribuito con la presenza fattiva al pieno successo
dell’esperienza.
Ciò che ha caratterizzato questo corso di Esercizi
Spirituali o, meglio ancora, ciò che vi ha portato una
ventata di novità e di freschezza è sicuramente la
figura del relatore, Giacomo Giovanni Sturniolo: un
laico che si sforza di vivere e testimoniare Cristo
laddove il Signore lo ha posto. Si tratta di una novità
che non va sottovalutata in quanto nel messaggio
trasmesso era evidente l’insolita partecipazione di
chi, proprio per il fatto di essere laico, conosce bene
le difficoltà del cristiano contemporaneo; non solo, ma
ha sperimentato e continua a sperimentare le insidie e i
pericoli di una società per molti versi fragile e
ammalata.
La
prima relazione, che Giovanni Sturniolo ha proposto,
portava come titolo: "C’è ancora posto per Dio
in questa società? Qual è la responsabilità del
laico?" Un esame attento e dettagliato della nostra
società ha fatto prendere coscienza del difficile
compito a cui il laico oggi viene chiamato. Il cristiano
si trova a vivere in un mondo che rapidamente cambia e
in cui si verifica una sempre più dilagante corruzione
di costumi. Si pensi agli aborti, all’eutanasia o ai
matrimoni tra omosessuali, tutte realtà che ormai
accadono con una frequenza tale da non suscitare neppure
una minima forma di curiosità. L’origine dei mali del
nostro tempo sembra ritrovarsi in due negazioni che
riguardano rispettivamente: il dogma della creazione e
il peccato originale. Ne consegue che la fede perde uno
dei suoi aspetti qualificanti: non è più l’elemento
integrante del nostro patrimonio storico-culturale. Ma
cosa accade di contro? Il relatore si è ampiamente
soffermato sul forte bisogno di spiritualità che oggi
si riscontra, l’uomo moderno sente il desiderio e la
necessità di trovare una sua dimensione interiore e
tutto ciò perché la religiosità è una componente
della natura umana.
Il laico cristiano è chiamato ad operare tra mille
difficoltà e per fare questo ha bisogno di acquisire
una duplice consapevolezza: innanzitutto deve rendersi
conto del rischio che normalmente corre di essere
contagiato. Sturniolo ha sottolineato con grande vigore
come noi laici siamo "membra vive della Chiesa,
pietre viventi dell’edificio che è la Chiesa".
In altre parole, siamo lievito della società e sale
della terra. Sarà opportuno ricordare quanto il Santo
Padre Giovanni Paolo II ha detto nel suo messaggio alla
Conferenza Episcopale Siciliana in occasione del IV
Convegno delle chiese di Sicilia: "Si avranno
comunità cristiane mature, se in esse vi saranno laici
maturi, capaci di incidere efficacemente come fermento
evangelico nella società, operando in essa con un
rinnovato e coraggioso slancio missionario". E S.
Paolo della Croce, avvertendo l’importanza della
collaborazione con il laicato ebbe un giorno a scrivere
ai suoi religiosi: "Non voglio che ci sia alcuna
distinzione tra noi e loro, a riserva di quella che
proviene dal carattere sacerdotale. Siamo tutti fratelli
(…) chi non ama i fratelli laici, non ha lo spirito
della Congregazione".
La seconda relazione che ci è stata offerta era
intitolata: "La croce, guida e sostegno per una
testimonianza coerente ed efficace". Riprendendo
quanto detto in precedenza , Sturniolo ha insistito sui
ruoli del laico passionista, cercando di far emergere l’attualità
del carisma di S. Paolo della Croce. C’è qualcosa che
il fondatore della Congregazione della Passione ha da
dire all’uomo del terzo millennio, un messaggio ancora
forte e valido pur essendo stato pronunciato oltre due
secoli fa.
"La causa dei mali del nostro tempo è la
dimenticanza della Passione di Gesù": è questa la
diagnosi che Paolo della Croce faceva in riferimento al
suo tempo, ma che a noi sembra valida per ogni epoca.
Oggi il cristiano si trova di fronte a un bivio: ha
bisogno di recuperare la propria identità e per
riuscirvi deve riscoprire il significato della Passione.
La Passione di Cristo ci rivela verità fondamentali
alla nostra vita: l’amore di Dio, la gravità del
peccato, la necessità della conversione, l’imitazione
di Cristo. Chiediamoci cosa ha fatto il Signore Gesù e
sapremo dare una risposa a tutti i quesiti che il mondo
ci pone.
Il laico passionista deve seguire Cristo nella povertà,
nell’obbedienza, nell’umiltà, essere capace di
esercitare la carità e la misericordia, amare Dio e
amare il prossimo. La società del terzo millennio esige
testimoni credibili e noi dobbiamo esserlo alla luce
della Passione di Cristo Gesù:
Gli Esercizi Spirituali si sono chiusi con gli
interventi dei religiosi i cui appelli, noi ci
auguriamo, possano concretizzarsi nella vita di ogni
laico passionista e in particolare di tutti coloro che
hanno partecipato all’esperienza di Nicosia.
P. Angelico ha auspicato che la vita di noi laici possa
diventare "irradiazione del carisma passionista
nelle varie realtà del mondo". P. Eugenio ha
concluso dicendo: "Sforzatevi sempre di fare gli
interessi di Dio. Siate Chiesa. Noi, il Movimento, siamo
e vogliamo essere una ricchezza messa a disposizione
della Chiesa".
Maria Pia
Zappalà |