Questa messa vespertina in
preparazione alla solennità dei Santi Pietro e Paolo non è
capitata a caso in questo primo giorno pieno del Convegno.
Oggi abbiamo riflettuto sul grande dono del carisma
passionista, dato da Dio per mezzo di San Paolo della Croce
a tutta la Chiesa, cioè ai consacrati e ai laici.
Ma il Movimento laicale, prima di essere passionista, deve
essere ecclesiale, deve essere inserito pienamente nella
Chiesa di Dio. Oggi ci sono state indicate alcune condizioni
perché il M. L. sia passionista; la solennità dei due
grandi Apostoli ci aiuta a riflettere sulle condizioni
necessarie perché sia ecclesiale.
i due Apostoli che celebriamo: sono le due colonne
fondamentali della Chiesa. Diversissimi per carattere,
personalità e formazione, sono uniti nell’amore
appassionato per Cristo.
Simone detto Pietro,
un umile pescatore, s’innamora di Gesù a prima vista,
lascia moglie, figli e lavoro, per seguire Cristo e
diventare pescatore di uomini. E’ sempre al fianco del
Maestro, si dice pronto a morire per lui, ma è debole, cade
alla prima prova e rinnega il suo maestro, giurando di non
conoscerlo. Poco dopo piange disperatamente per la sua
caduta. Gesù ha pregato per lui e a lui Gesù risorto
riserva un’apparizione particolare, per confermarlo nella
fede. Chiede poi al nuovo Pietro un triplice atto di amore;
e Pietro, pentito e perdonato, può dirgli con sincerità: "Signore,
tu sai tutto: tu sai che ora io ti amo". E Gesù
gli conferma la missione di pascolare il suo gregge, di
guidare la sua Chiesa. Pietro non si tirerà più indietro
nel seguire Cristo e nel guidare la Chiesa; la sua fede ora
è solida, fino a compiere grandi miracoli nel nome di
Gesù, come abbiamo ascoltato dalla prima lettura; la sua
fede è tanto grande che basta la sua ombra per guarire i
malati, come ci narrano gli Atti degli Apostoli; ora Pietro
è pronto a versare anche il suo sangue sulla croce per il
Maestro.
Saulo detto Paolo
è invece un dotto fariseo, attaccatissimo alla religione
del V. T. E’ quasi contemporaneo di Gesù, certamente ne
ha sentito parlare e forse lo ha conosciuto, ma lo ha
combattuto, perché non lo ha capito. Forse ha partecipato
alla condanna di Gesù, certamente ha partecipato alla
condanna di Stefano, il primo martire cristiano, e ha
cercato di distruggere il nome cristiano.
Ma Gesù lo attende al varco, proprio nel momento del suo
maggiore furore contro Cristo, lo getta a terra e trasforma
il lupo feroce in un mite agnello, anzi in un segugio di
Cristo: il più grande nemico di Cristo diventa il suo più
grande innamorato e il suo più grande apostolo. Non
risparmierà nessuna fatica, nessun sacrificio per portare
il nome di Gesù in tutto il mondo allora conosciuto, fino a
versare il suo sangue per il nome di Gesù.
Una caratteristica fondamentale
della Chiesa cattolica è di essere "apostolica",
cioè fondata sugli Apostoli, primi fra tutti Pietro e
Paolo: questo le da la certezza di essere fondata su Cristo.
A noi del MLP che cosa
deve dire questa solennità?
deve aiutare soprattutto a capire il dono della fede,
trasmessaci dagli Apostoli e il dono della Chiesa,
fondata sugli Apostoli.
La fede
deve essere la base di tutto, il motore di tutto per ogni
cristiano, ma in particolare per i membri di un gruppo
ecclesiale. Questo è anche il primo insegnamento che ci ha
lasciato San Paolo della Croce.
Egli ha basato tutta la sua vita sulla fede, che lo ha
sostenuto nelle innumerevoli difficoltà che ha dovuto
superare. Non meraviglia quindi che anche il cammino di
santità che addita ai suoi discepoli sia basato sulla pura
fede. La fede ritorna in tutte le sue lettere, come
fondamento di tutto il cammino spirituale.
"Il giusto vive di
fede", ripete
continuamente a tutti, e intende dire che tutta la vita deve
essere illuminata dalla fede. E’ l’unica strada per
arrivare a Dio. Diceva: aa fede, nella sua oscurità, è "più
chiara del sole"; "è più sicura del fatto che la
mia pelle è mia, perché si basa su Dio"; è
l'unica garanzia contro gli inganni della natura e del
demonio. «Vorrei che camminassimo in fede». Questo
è il suo ritornello, il suo programma, il suo criterio di
fondo nel giudicare ogni stadio e fenomeno di vita
interiore.
"Vivere di fede"
significava per il santo vedere ogni cosa, lieta o triste,
con gli occhi di Dio, alla luce della fede, accettare ogni
cosa da Lui, abbandonarsi nelle sue braccia, ma soprattutto
vivere continuamente alla presenza di Dio. Diceva:
"Io non posso capire come mai si possa trovare qualcuno
che non pensi sempre a Dio". Per questo ripeteva
che l’orazione deve durare 24 ore al giorno.
Insisteva molto sulla grazia dell’inabitazione
di Dio in noi: «State in casa vostra! Voi siete il
tempio di Dio vivo. Visitate spesso questo santuario
interiore. Vedete se le lampade sono accese», e
intendeva "le lampade della fede, speranza,
carità".
Osservava: "Alcuni hanno
una grande devozione di andare a visitare i luoghi santi e i
templi magnifici. Non disapprovo questa devozione. Ma la
fede ci dice che il nostro interno è il vivo tempio di Dio,
e vi risiede la SS. Trinità. Entriamo dunque spesso in
questo tempio, per adorarvi in spirito e verità la SS.
Trinità. Oh! questa sì che è una devozione assai
sublime!».
Questa "vita di fede"
deve essere il distintivo di ogni membro del MLP. Ci deve
sostenere, incoraggiare, spronare in ogni momento e
situazione della nostra vita.
La fede poi ci fa apprezzare il
dono della Chiesa.
"Dove è Pietro, ivi è la
Chiesa" diceva S.
Ambrogio. E noi possiamo completare così: Dove è il
papa, successore di Pietro, ivi è Pietro, ivi è la Chiesa,
ivi è Cristo. Se siamo figli della Chiesa, abbiamo la
certezza di essere e vivere da figli di Dio.
Il MLP, fondato su una
spiritualità riconosciuta autentica dalla Chiesa, è e
vuole essere un movimento pienamente ecclesiale. Scrivono i
nostri vescovi nell’importane documento del 1993 sulle "Aggregazioni
laicali nella Chiesa":
"Ecclesiale" è
termine esigente: significa sapere di appartenere alla
Chiesa e, più ancora, sapere di "essere Chiesa"
e avere il "senso della Chiesa"
(1568) .
I vescovi, ispirandosi alla
Esortazione Apostolica di Giovanni Paolo II "Christifideles
Laici", compendiano così i 5 "Criteri di
ecclesialità" di un movimento laicale cristiano:
1) "Il
primo criterio è il primato che il gruppo deve dare alla
vocazione alla santità. Se
la santità è la vocazione di ogni cristiano, lo è in modo
tutto particolare ed evidente per chi fa un cammino di fede
in un gruppo ecclesiale. Chi entra a far parte del MLP deve
sentire l’impegno per la santità e deve trovare nel
gruppo ogni aiuto per raggiungere questo scopo. Qualunque
sia lo scopo concreto di un gruppo che aderisce al MLP, deve
sentire come primo impegno quello di aiutare i suoi membri a
tendere alla santità.
2) Il
secondo è "accogliere e confessare integralmente la
fede cattolica, in umile
obbedienza al magistero della Chiesa. Per questo i nostri
gruppi devono formare i propri membri alla fede integrale e
aiutarli a vivere questa fede, in una società che non è
più cristiana.
3) Il
terzo è "una comunione piena e convinta con il papa e
con il vescovo".
Spesso vediamo il Papa applaudito e venerato, ma poi ognuno
la pensa secondo il mondo in materie fondamentali per la
fede. Come MLP dobbiamo accettare pienamente gli
insegnamenti dei pastori della Chiesa.
4) Il
quarto è "lo slancio missionario, partecipando al fine
apostolico della Chiesa".
In una Italia tornata in gran parte pagana, agnostica,
indifferente e impermeabile alla fede, dobbiamo sentire il
bisogno di dare il nostro contributo alla "nuova
evangelizzazione", con lo zelo con cui gli Apostoli
e i primi cristiani parteciparono alla prima
evangelizzazione. Rievangelizzare un mondo scristianizzato
è più difficile che evangelizzare un mondo pagano.
5) Il
quinto criterio per essere un gruppo ecclesiale è "l’impegno
per una presenza cristiana nella società,
alla luce della dottrina sociale della Chiesa. Il papa ha
dato ai laici questa missione: "Santificarsi nel
mondo, per santificare il mondo".
Non è questo il momento per
approfondire questi cinque criteri di ecclesialità; ma
dobbiamo convincerci che essi sono tutti essenziali e
necessari e valgono sia per i fedeli che per i pastori dei
gruppi che vogliono essere ecclesiali. Valgono pienamente
anche per noi e dobbiamo impegnarci ad approfondirli nei
nostri incontri. Come appartenenti al MLP, dobbiamo sentirci
pienamente "figli della Chiesa", "membri
della Famiglia Passionista", "apostoli di
Cristo Crocifisso". Il nostro impegno è di
conoscere e amare Gesù Crocifisso, e di farlo conoscere e
amare dagli altri. Il voto di amare e fare amare Gesù
Crocifisso è il voto essenziale del carisma passionista;
deve essere l’impegno fondamentale di ogni aderente al MLP.
Chiediamo ai due grandi Apostoli,
Pietro e Paolo, per noi e per i nostri gruppi, il dono di
una grande fede, la gioia di sentirci Chiesa, l’impegno
per essere anche noi apostoli di Cristo nel nostro ambiente.
P. Alberto
Pierangioli