Il Movimento
Laicale nelle 6 Province Passioniste Italiane
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Dopo
le lodi presiedute da Padre Leonardo Di Girolamo è
stato introdotto Padre Adolfo Lippi che ha tenuto
la conferenza sul carisma passionista incarnato nella
vita laicale.
Dopo aver
tracciato brevemente il cammino laico di Paolo Danei,
ha ampiamente riportato brani di lettere che proprio S.
Paolo della Croce ha dedicato alla direzione spirituale di
tanti laici che si sono affidati a lui. Dice P. Lippi che
S. Paolo della Croce proponeva ai laici i suoi alti ideali
mistici che a lui erano derivati dalla lettura del Taulero,
di Giovanni della Croce e di Francesco di Sales.
Il cammino proposto è certo quello della santità,
cammino che d’altronde viene riproposto anche dal Santo
Padre negli ultimi suoi documenti.
Il laico che segue la spiritualità promulgata da S. Paolo
della Croce, segue dunque il cammino proposto dalla Chiesa
e che deve anche tener presente che la sua Magna charta è
la "Cristifideles laici".
Dopo la relazione sono state rivolte al P. Lippi alcune
domande tendenti a stimolare un incontro con tutta la
Famiglia Passionista; infatti sia i laici che i religiosi
sono disposti favorevolmente a questo. E’ un tema che
verrà ripreso.
Al termine
della relazione Padre Lippi ha proposto per i lavori di
gruppo quattro domande sulle quali riflettere:
1. Al di là del devozionismo sentimentale e della
ricerca di gratificazioni religiose, cerco, aderendo agli
insegnamenti del Santo Fondatore, una solida devozione e
consacrazione alla Passione di Gesù?
2. L’appartenenza alla Famiglia Passionista è
una pura ricerca di compagnia oppure è veramente risposta
a una vocazione che implica donazione di me stesso,
preghiera, cooperazione fattiva?
3. Come coltivo la chiamata del Signore a far parte
della Famiglia Passionista, cioè quali sono i mezzi che
uso per la formazione del mio spirito: meditazione,
frequenza dei sacramenti, direzione spirituale, letture,
incontri di ascolto della Parola e di preghiera, amicizie
veramente costruttive o altro?
4. La persuasione che la vita cristiana è un
martirio quotidiano e, qualche volta, anche un martirio
cruento, mi spaventa? In quanto laico passionista mi sento
di essere, insieme a tutti gli altri membri della Famiglia
Passionista, custode del carisma della Croce nella Chiesa,
carisma di amore e di vita che non teme il sacrificio, affinché
la Croce non sia neanche oggi svuotata? (1 Cor 1, 17)
Dai lavori di
gruppo è emerso che:
a.
stare
sotto la Croce non significa andare in cerca di
gratificazioni personali; l’umiltà e la semplicità
sono alla base di ogni azione; lo spirito di abnegazione
porta a seguire il Crocifisso ovunque Egli si manifesti.
b. L’appartenenza alla Famiglia Passionista
correttamente sentita è una scelta; la scelta è
condivisione di valori di stile di vita, di cammino
comunitario; è donazione di sé; è la risposta ad una
chiamata.
c. La "chiamata" ti può raggiungere nel
corso dell’esistenza nei momenti più impensabili. Molti
fratelli e sorelle che stanno condividendo il cammino
della Famiglia Passionista si sono sentiti
"interpellati" dopo aver ascoltato un’omelia
di un Padre Passionista, nel corso di esercizi spirituali,
in momenti difficili della propria esistenza, dopo la
perdita di una persona cara.
d. La convinzione che la vita cristiana rappresenti
un martirio quotidiano umanamente può inquietare, ma l’esempio
del Crocifisso che ci salva ci offre con la sua
partecipazione ai nostri dolori la certezza che non siamo
mai lasciati soli al nostro destino.
Sintesi
a cura di
FIAMMA PANTANALI
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